Libertà e perline colorate.
Siamo indubbiamente liberi di esprimere il nostro dissenso
e di manifestare, ce lo dicono, a lettere chiare, la Carta Costituzionale,
documenti ONU, insigni dichiarazioni sui Diritti Umani. Siamo indubbiamente
liberi di farlo, ma ad alcune precise condizioni: di farlo dove dicono
loro; di farlo come dicono loro; di farlo quando lo dicono loro. Siamo
indubbiamente liberi di esprimere il nostro pensiero, purché esso
sia scortato da non meno di trentamila uomini e donne in divisa e da non
meno di tremila militi. Siamo indubbiamente liberi di circolare, purché
disposti a farlo piano piano, sotto controllo e magari con qualche perquisizione
domiciliare. Così si vive nella Superba in questo meraviglioso anticipo
di stagione balneare: 50 controlli l’ora di autovetture in transito cittadino
(dati in aumento costante), posti di blocco interni ed esterni, perquisizioni
domiciliari a personaggi noti e meno noti, sopralluoghi, riunioni presidiate,
controllate e registrate... per non parlare del centro storico, che è
diventato un vero e proprio bunker per alcuni e prigione per altri. E fortuna
che ci avvaliamo di un diritto sancito costituzionalmente, pensate un po’
se non lo avessimo! Un po’ come l’articolo 11 della Costituzione a proposito
della guerra: e (quasi) tutti a ricordargli, come due anni fa, che ciò
che è scritto è scritto. (Quasi) tutti si dimenticano che
ciò che è scritto, a volte, è solo scritto; ciò
che è scritto venne (passato molto remoto) scritto; ciò che
fu scritto e ciò che si scrive è frutto dei rapporti di forza
di allora e di oggi; ciò che fu scritto e si scrive lo scrissero
e lo scrivono solo alcuni, i quali possono unilateralmente dire che non
vogliono applicare più ciò che scrissero e scrivono, oppure
dirci che tanto lo fecero altri e che quindi non sta a loro rispettare
un atto altrui; che noi ci battiamo per una società in cui ciò
che si ha e ci si dà (regole) è frutto di una “scrittura”
comune (non-classista, antirazzista, femminista, antimilitarista... anarchica!).
E per tutto questo non possiamo credere in una democratizzazione di organismi
nati per fare altro, perché non vogliamo che alcuno/a ci rappresenti,
e non crediamo che alcuno/a possa e voglia rappresentarci meglio. E per
tutto questo saremmo terrorizzati se alcuni organismi (G8, ONU, FAO; FMI;
BM...) continuassero a fare le stesse porcate, però democratizzati
legittimamente. Penso, per concludere questo breve commentario, che il
voler inserire le nazioni “povere” nel tavolo delle trattative del G8 o
di altri organismi internazionali, faccia parte di una visione nazional-popolare
frutto di una povertà di elaborazione impressionante. Tutto ciò
mi fa venire in mente il discorso mussoliniano sulle “nazione proletarie”:
chi propone queste cose è convinto del fatto che avere nell’ambito
del consesso mondiale un alto dirigente del Burundi, magari golpista, stragista
e quant’altro sia un elemento portante di democratizzazione? Una nazione
non è forse composta da sfruttatori e da sfruttati, da padroni e
da servi, da inquinatori e da inquinati...?
Il casello Genova Ovest, quello che permette di accedere
alla zona di centro-ovest (ponente) in direzione Sanpierdarena e centro,
rimarrà chiuso a partire da mercoledì 18, mentre il casello
Genova aeroporto, sempre in zona Ponente, ma più ad est, sarà
aperto a singhiozzo.
Soltanto i bagni comunali lungo corso Italia (zona Levante)
e di Nervi rimarranno aperti (in tutto sono tre), mentre tutti quelli privati
rimarranno chiusi.
Ci saranno seri problemi di approvvigionamento: circa
l’80% dei commercianti aderenti all’ASCOM ha dichiarato che chiuderà
nei giorni del vertice e non solo nelle zona “rossa”. Questo tecnicamente
vorrà dire che se qualcuno vorrà comprarsi da bere, per esempio,
in zone distanti dagli approvvigionamenti di massa, avrà dei seri
problemi. Dal punto di vista politico, il fattore chiusura diverrà
un ulteriore elemento disincentivante e di possibile tensione.
Il vecchio ospedale militare, zona Bolzaneto, si trasforma
in un maxi-carcere temporaneo (?) ad uso esclusivo degli (eventuali) arrestati
negli scontri (certi per la stampa) con la polizia. Posti letto: 2000,
che si aggiungono agli altri già definiti.
L’ultima nuova viene dall’aeroporto dove sarebbero stati
piazzati missili terra-aria. Scongiurato il pericolo che gli anarchici,
coadiuvati dai camalli, uscissero fuori dai tombini (secondo quanto “autorevolmente”
sostenuto dal Corriere della sera) a quanto pare ora pensano che abbiamo
deciso di agire dall’aria. Dimenticano che il vezzo dei bombardamenti indiscriminati
è una prassi tipica proprio di quei simpaticoni dei G8. Ne sanno
qualcosa in Jugoslavia e Iraq.
Topi di appartamento in convegno a fianco del G8. Sembra
che grazie agli stimoli ad andarsene da Genova “città aperta”, subentreranno
numerose iniziative dei ladri da appartamento.
A cura di Pietro Stara
Anarchici
contro il G8 1
Luglio2001
Polvere
Nera tra i carruggi
Sulla
battaglia di Goteborg
9
giugno, 3000 anarchici a Genova
Giornalisti
e terrorismo massmediatico
Une
nouvelle guerre des étoiles plus folle que la première
(P.DeMarco)
Cos'é
la globalizzazione? (Silvia)
Dittatura
dei mercati (S.Vaccaro)
Botte
agli operai
(13/06/01)
1200
posti a rischio,
all'ILVA di Cornigliano
(13/06/01)
Genova,
la rivolta degli operai
(13/06/01)
30
giugno: portuali In piazza con i mezzi meccanici (12/06/01)
9
giugno, Genova, ANARCHHICI CONTRO IL G8 (10/06/01)
I
pompieri rifiutano automezzi alla polizia e aderiscono
allo
sciopero generale del 20 luglio
(08/06/01)
G8:Genova
finisce sotto assedio
(11/06/01)
editoriale
Umanità Nova di S.Vaccaro
(26.07.01)
editoriale
Umanità Nova di P.Stara
(08.07.01)
editoriale
Umanità Nova di M.Matteo
(03.06.01)
comunicato
FAI Genova (13.05.01)
(english)
mozione
di Bologna (12/13.05.01)
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