1992 - 1993 Legge Software e Reati Informatici

LEGGE SUL SOFTWARE E SUI REATI INFORMATICI


1992: LA LEGGE SUL SOFTWARE

Per prima cosa si inizia dal software. Nessuno deve permettersi per nessuna ragione di possedere un programma per elaboratore senza averlo pagato alla casa produttrice.
Viene così approvata una legge che vieta la duplicazione e detenzione a scopo di lucro di software senza la relativa licenza commerciale.
L'interpretazione della legge ribadisce il carattere "rigido" di questo strumento giuridico: lo scopo di lucro deve essere riconosciuto in tutti i casi di detenzione di software illecitamente acquisito.
Anche chi visiona un programma per curiosità, bisogno di conoscenza, motivi di ricerca scientifica senza avere altro fine di quelli menzionati non è autorizzato a farlo.
Istituti scolastici ed educativi, singoli studenti, ragazzini troppo curiosi sono tutti invitati a rimuovere incondizionatamente dai propri computers i programmi quotidianamente utilizzati (oggettivamente non a fine di lucro!) e a detenere ed utilizzare solo quelli REGOLARMENTE PAGATI.
Un business colossale per le software-houses, una formidabile barriera al libero scambio di conoscenze. Non solo, la legge non prende in considerazione - e quindi non riconosce - tutti quei programmi SHAREWARE e PUBLIC DOMAIN che costituiscono una legittima, generosa ed efficace alternativa di distribuzione al software commerciale.

1993: LEGGE SUI REATI INFORMATICI - LEGGE CONSO

A ruota della legge sul software arriva la Legge Conso sui reati informatici. Una legge che prevede pene severe per chiunque si intrometta illecitamente in una rete telematica. Ancora una volta viene realizzato uno strumento giuridico che prevede un apparato di meccanismi repressivi sovradimensionato rispetto agli atteggiamenti ritenuti da reprimere.
Si arriva al paradosso in un paese dove rimangono ancora impunite le stragi, uno studente che sfidi le proprie e altrui capacita' tecniche per intrufularsi in Internet senza dover pagare il necessario ticket rischia fino a 5 anni di galera.
Cosa ancora più grave, la Legge Conso offre spazio ad interpretazioni giuridiche che possono pregiudicare chi, come un Sysop di una BBS, interagisce con strumenti telematici in maniera assolutamente trasparente e corretta.