Liberare la Frontiera Elettronica

LIBERARE LA FRONTIERA ELETTRONICA


Prato, 13 febbraio 1995




PREMESSA

La comunicazione e l'informazione hanno sempre avuto nella nostra società un ruolo di rilievo. Questo documento vuole sottolineare come le nuove tecnologie stanno moltiplicando l'importanza strategica dei media e come sia possibile EVITARE che un potente strumento di comunicazione come la telematica (e quindi le BBS) diventi appannaggio esclusivo di pochi, privilegiati gruppi di potere, siano essi "pubblici" o "privati".

LE NOSTRE RAGIONI

La Costituzione italiana, in particolare quegli articoli (9, 15, 21, 33) che tutelano la privacy, il diritto al sapere, all'informazione ed alla comunicazione. La nostra voglia di comunicazione e d'informazione. Il nostro diritto alla privacy.

UN PO' DI STORIA ITALIANA

Sfogliando le pagine dei quotidiani di questo anno è pressocchè impossibile non trovare qualche articolo su Internet. Oramai parole come BBS, modem, tv interattive sono diventate di dominio pubblico.
Ma non è sempre stato così. Negli anni '80 erano in pochi, coraggiosi espoloratori a navigare nel cyberspazio. Un piccolo esercito di sperimentatori si confrontava con i più disparati problemi tecnici acquisendo una serie di conoscenze fenomenali che permettevano loro successivamente di installare quella miriade di BBS amatoriali che costituisce la parte piu' viva della frontiera elettronica italiana.
Parallelamente, altri settori della nostra società intuivano l'importanza di questi nuovi media. Nella magistratura elementi di spicco si interessavano di computers ed affini; basti pensare ad A. Di Pietro che prima di impelagarsi nell'intreccio di Mani Pulite era uno dei titolari dell'inchiesta Videotel e si domandava, insieme ad illustri giuristi, quali caratteristiche dovesse avere la nascente legislazione sul software e sui reati informatici.
Nella politica, Mr. Berlusconi riusciva a preservare il proprio potere economico-politico con quello che è tuttora il media più potente: la TV (ancora per poco staccata dal cavo telefonico).
Sempre nella politica, ed è il caso di dire nel suo piccolo, il Partito Radicale si faceva "padrino" sia della legge di tutela del software che di quella sui reati informatici mentre "costruiva" un'efficace BBS (Agorà) rispettosa di tutte le regole, sia quelle di mercato, sia quelle per cui ha lavorato a lungo nei corridoi del parlamento, e il cerchio e' chiuso. Dal clima di fervore e di sperimentazione degli anni '80 si passa a quello di REGOLARIZZAZIONE degli anni '90.
Fino al 1992, ad eccezione dello Statuto dei lavoratori e della legge 121/1981 "Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza", la mancanza di legislazione inerente ai temi del software e della telematica è pressocche' totale. Eppure l'industria del software, facendosi forte di una ricca e generosa giurisprudenza, era riuscita a tutelare i propri interessi e far sì che chi usava programmi per eleboratore a fini di lucro doveva rispettare le regole del copyright e di mercato. Non solo, i vari, "pirati informatici" venivano repressi con successo malgrado ancora non si fosse sentito parlare di Legge Conso.
Nonostante tutto ciò, l'industria ed il mondo politico hanno avvertito un bisogno impellente ed estremo di dover "regolare" il mondo dell'informatica e della telematica con strumenti giuridici specificatamente realizzati allo scopo.