PREMESSA
La comunicazione e l'informazione hanno sempre avuto nella nostra società
un ruolo di rilievo. Questo documento vuole sottolineare come le nuove
tecnologie stanno moltiplicando l'importanza strategica dei media e come sia
possibile EVITARE che un potente strumento di comunicazione come la telematica (e quindi le BBS) diventi appannaggio esclusivo di pochi, privilegiati gruppi
di potere, siano essi "pubblici" o "privati".
LE NOSTRE RAGIONI
La Costituzione italiana, in particolare quegli articoli (9, 15, 21, 33) che
tutelano la privacy, il diritto al sapere, all'informazione ed alla
comunicazione. La nostra voglia di comunicazione e d'informazione.
Il nostro diritto alla privacy.
UN PO' DI STORIA ITALIANA
Sfogliando le pagine dei quotidiani di questo anno è pressocchè
impossibile non trovare qualche articolo su Internet. Oramai parole come BBS,
modem, tv interattive sono diventate di dominio pubblico.
Ma non è sempre stato così. Negli anni '80 erano in pochi, coraggiosi
espoloratori a navigare nel cyberspazio. Un piccolo esercito di sperimentatori
si confrontava con i più disparati problemi tecnici acquisendo una serie di
conoscenze fenomenali che permettevano loro successivamente di installare
quella miriade di BBS amatoriali che costituisce la parte piu' viva della
frontiera elettronica italiana.
Parallelamente, altri settori della nostra società intuivano l'importanza di
questi nuovi media. Nella magistratura elementi di spicco si interessavano di
computers ed affini; basti pensare ad A. Di Pietro che prima di
impelagarsi nell'intreccio di Mani Pulite era uno dei titolari dell'inchiesta
Videotel e si domandava, insieme ad illustri giuristi, quali caratteristiche
dovesse avere la nascente legislazione sul software e sui reati informatici.
Nella politica, Mr. Berlusconi riusciva a preservare il proprio
potere economico-politico con quello che è tuttora il media più potente:
la TV (ancora per poco staccata dal cavo telefonico).
Sempre nella politica, ed è il caso di dire nel suo piccolo, il Partito Radicale
si faceva "padrino" sia della legge di tutela del software che di quella sui
reati informatici mentre "costruiva" un'efficace BBS (Agorà) rispettosa
di tutte le regole, sia quelle di mercato, sia quelle per cui ha lavorato a lungo
nei corridoi del parlamento, e il cerchio e' chiuso.
Dal clima di fervore e di sperimentazione degli anni '80 si passa a quello di
REGOLARIZZAZIONE degli anni '90.
Fino al 1992, ad eccezione dello Statuto dei lavoratori e della legge 121/1981
"Nuovo ordinamento dell'Amministrazione della Pubblica Sicurezza",
la mancanza di legislazione inerente ai temi del software e della telematica è
pressocche' totale. Eppure l'industria del software, facendosi forte di una
ricca e generosa giurisprudenza, era riuscita a tutelare i propri interessi e
far sì che chi usava programmi per eleboratore a fini di lucro doveva
rispettare le regole del copyright e di mercato.
Non solo, i vari, "pirati informatici" venivano repressi con successo
malgrado ancora non si fosse sentito parlare di Legge Conso.
Nonostante tutto ciò, l'industria ed il mondo politico hanno
avvertito un bisogno impellente ed estremo di dover "regolare" il mondo
dell'informatica e della telematica con strumenti giuridici specificatamente
realizzati allo scopo.