el paso occupato

EL PASO EDIZIONI

 

 

 

  • Jean-marc Rouillan "Odio la mattina ", (2008)
  • JACQUES MESRINE "l'istinto di morte ", (2006)
  • Horst Fantazzini "Ormai è fatta!", (2003)
  • Benjamin Péret "Le ruggini ingabbiate/i coglioni arrabbiati", (2001)
  • Ratgeb (Raoul Vaneigem) "Dallo sciopero selvaggio all'autogestione generalizzata" (1993)
  • Guy Debord "Rapporto sulla costruzione delle situazioni" (1990)
  • Antonin Artaud "Per farla finita col giudizio di Dio", libro (testo in francese con traduzione a fronte) + nastro (1991)
  • Valérie Solanas "Scum - Manifesto" (1991, ed. Rocamadur)
  • AA VV "Opuscolo di sviluppo del manifesto contro la legalizzazione degli spazi occupati" (1994)

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Il segreto è dirlo
pp.141 , € 6
edizioni El Paso / Porfido

...Contro chi ci ruba il tempo della nostra unica vita, ci ricorda Salvatore Messana, ogni resistenza, ogni slealtà, ogni vendetta, è non solo lecita, ma doverosa. E, quando riesce, sublime...

Tra assegni a vuoto e pianificate vendette, occupazioni di condomini e furti memorabili, Salvatore Messana, con una ironia fulminante, fa scempio di ogni pretesa serietà residua di questa società decrepita...

E' la voce degli scansafatiche fieri di esserlo...

Un sonoro ceffone alla lamentela, anche a quella -oggi così diffusa- sulla precarietà del posto di lavoro, essendo proprio "la certezza del posto fisso" quell'incubo che Salvatore Messana ha fuggito come la peste. Riuscendo anche, in questa fuga divenuta una vita, a spassarsela con allegri complici e a infliggere ai suoi inseguitori pesanti dispiaceri.

Ed è contro i potenti e gli aguzzini di ogni tempo che Salvatore Messana ha deciso di rivelare , a noi e a chi verrà, il suo semplice "segreto": non esitare mai a scagliare la prima pietra; mirando, se possibile alla testa.

Noi, ripubblicandolo, ci siamo solo fatti umili testimoni di tale imperituro verbo. Nei secoli dei secoli. Così sia.

Il libro verrà presentato all'orto di mirafiori l'27 giugno 2010

JEAN-MARC ROUILLAN
Odio la mattina
pp. , € 8
edizioni El Paso / Nautilus

E' facile dimenticare i prigionieri. Tanto più facile quando questi prigionieri vengono ingabbiati per motivi che non fanno più parte delle nostre preoccupazioni. Questo vale per i ‘comuni', ma è anche il caso dei ‘politici', nel momento in cui il loro impegno passato non incontra più il favore della cerchia dei militanti. Ma i militanti che qualche anno fa hanno scelto la lotta armata hanno sempre bisogno di sostegno.
«Ti senti invischiato in una palude nebbiosa, senza contorni, senza punti di riferimento, mentre i giorni passano. Molti non resistono all'isolamento, spesso si tolgono la vita o escono di senno, come il mio compagno Cipriani. Si pensa molto. Si pensa tutto il giorno. Il cervello è sempre in moto. È un viaggio all'interno di sé stessi. I muri della cella diventano una seconda pelle. E il pensiero diventa circolare. Rarissimi gli stimoli durante il giorno. Così il passato, il presente e le fantasie si confondono, in una riflessione senza fine che si avvita su sé stessa, spesso con sofferenza. Perciò si parla di tortura. La gente non capisce come si possa equiparare alla tortura il fatto di dover restare immobili su uno sgabello. Ma è un'autentica tortura. È una tortura perché sei solo».

Il libro è stato presentato a El Paso l'11 gennaio 2008

JACQUES MESRINE
L'ISTINTO DI MORTE
pp. 312
, € 13
edizioni El Paso / Nautilus

Ribelle a scuola, discolo in famiglia, nella sua autobiografia di cui ora pubblichiamo la prima traduzione italiana, scritta in carcere e pubblicata nel 1977, Mesrine racconta come a 20 anni è stato spedito a fare la guerra in Algeria.
Al suo rientro a casa, si rende conto di non essere adatto a inserirsi nel mondo del lavoro e decide intraprendere la vita del fuorilegge. La sua vita avventurosa contempla furti, rapine, incontri con prostitute, violenti liti con sfruttatori, assassinii, amori, figli: una vita intensa nel corso della quale è stato più volte arrestato ed è più volte evaso, anche da carceri di “massima sicurezza”, in Francia come in Canada.
L'Istinto di morte ci svela questo personaggio che negli anni '70 è diventato per i mass media un “nemico pubblico n°1”, come venne definito in Francia, una primula rossa che la polizia aveva ordine di prendere vivo o morto, e per il “movimento” di quegli anni un simbolo della rivolta senza quartiere contro la società borghese e capitalista e la sua giustizia.

Horst Fantazzini
Ormai è fatta!
pp. 174, € 8
edizioni El Paso / Nautilus

Già alla fine degli anni Sessanta le cronache dei giornali favoleggiavano del rapinatore gentile, che manda fiori alle commesse, segnalandolo come l'ultimo dei romantici, l'anarchico sognatore e vecchio stampo che "non avrebbe fatto male ad una mosca". La costruzione di questo personaggio rassicurante, commovente, familiare, che si direbbe balzato fuori d'un film tv (e che in un film tv ha finito per precipitare) ha finito per creare un abisso di luoghi comuni che paralizzano e ottundono la possibilità di cogliere il senso della vita di Horst Fantazzini. È da queste considerazioni che la ripubblicazione di questo libro ha preso le mosse; per riafferrare la vicenda, lineare ed eloquente, di un uomo che ha voluto essere libero immediatamente, senza attendere che qualcuno lo conducesse o che altri lo seguissero; che, agendo secondo questi criteri, non ha fatto che seguire l'impulso alla libertà e scegliere il proprio destino.

Benjamin Péret
le ruggini ingabbiate/i coglioni arrabbiati
pp. 48, € 3
elpaso edizioni

Anche all'amore e alla sua rappresentazione le convenzioni sociali vorrebbero imporre il senso della loro misura: coltivare il senso di colpa del frutto proibito oppure redimersi attraverso la politica della rivendicazione. Queste poche pagine scritte dal surealista francese Benjamin Péret oltre settant'anni fa bastano per far crollare tutto questo vergognoso castello di equivoci e compromessi. Nemico dell'ipocrisia bacchettona che divide il legittimo erotismo dall'esecrata pornografia, Péret non esita a schiaffare in faccia al lettore chili e chili di carne viva e pulsante immersa in torrenti di liquido seminale. Consapevole che il piacere è ovunque osteggiato dalla solennità, egli procede spedito nella direzione opposta, in una sorta di farsa rabelaisiana. Ricorrendo all'eccesso, al parossismo spinto fino al grottesco, per far saltare gli schemi e perdere ogni forma di rigidità mentale, di pregiudizio morale, di codice comportamentale in materia d'amore.

 

 

ESAURITO

Guy Debord  
"Rapporto sulla costruzione delle situazioni"
 

pp. 22, lire 3.000 

Il rapporto di Debord è stato pubblicato a Parigi, nel giugno del 1957, in quanto documento preparatorio per una conferenza di unificazione che doveva riunire il mese seguente l'Internazionale lettrista, il Movimento Internazionale per un Bauhaus Immaginista e un Comitato psico-geografico di Londra.  

I delegati di questi movimenti alla conferenza di Cosio d'Arroscia (27-28 luglio 1957) hanno fondato l'Internazionale Situazionista. 

Tale organizzazione ha in questo momento sezioni in Algeria, Belgio, Francia, Germania, Italia e Scandinavia.  

Dobbiamo dunque intraprendere traduzioni e riedizioni in ciascuno di questi paesi di lavori teorici adottati in comune, e che costituivano il programma transitorio della nostra ricerca. 

Bisogna capirci subito, perchè le nostre esperienze andranno sempre più lontano. 

Maggio 1958 G. Pinot-Gallizio

 

 

 ESAURITO

Antonin Artaud  
"Per farla finita con il giudizio di Dio"
 

pp.72, libro + audiocassetta lire 8.000 

Nel novembre del 1947 la direzione della Radiodiffusione francese propose ad Artaud una trasmissione, garantendogli ogni libertà nella composizione; inutile dire che la suddetta mai andò in onda. 

Questa edizione contiene il testo integrale con l'originale a fronte, seguito da sei lettere inedite, oltre alla registrazione audio della trasmissione. 

D: « ...E a che cosa vi è servita, Monsieur Artaud, questa trasmissione? » 

R: « A denunciare un certo numero di porcherie sociali ufficialmente riconosciute e raccomandate...»

 
 
 
  IN ESAURIMENTO

Ratgeb (Raoul Vanaigem)  
Dallo sciopero selvaggio alla autogestione generalizzata
 

pp. 56, lire 5.000  

Avete provato almeno una volta il desiderio di non lavorare, senza far lavorare gli altri al vostro posto? Vi è capitato di sentire, fuori dal posto di lavoro, lo stesso disgusto e la stessa stanchezza che in fabbrica? Sabotando la produzione, provate il desidero di divertirvi a sabotare anche le strutture repressive? 

Avete già provato il desiderio di non leggere più i giornali e di rompere il vostro televisore? Avete già partecipato al saccheggio di un supermercato, un grande magazzino o un mercato all'ingrosso? Avete già provato il desiderio di gettare la busta paga in faccia al cassiere? 

Vi è capitato di sputare sul prete che passa? D'avere desiderato di bruciare una chiesa, un tempio, una moschea, una sinagoga? Provate il desiderio di fare l'amore - non per abitudine ma appassionatamente - con la vostra compagna o compagno, con la prima o col primo venuto, con vostra figlia, con i vostri parenti, i vostri amici e amiche, i vostri fratelli e sorelle? 

Provate un uguale disprezzo per quelli che fanno politca e per quelli che non la fanno ma la lasciano fare agli altri al proprio posto? Vi è capitato di essere stufi di vostra moglie, di vostro marito, dei vostri parenti, dei vostri filgi, dei problemi e degli obblighi familiari? 
 
 

 

 

Valérie Solanas  
Scum Manifesto
 

pp. 56, lire 3.000  

Lo Scum Manifesto è fantasticamente divertente (c'é da sborarsi dalle risate), perchè taglia corto con questo squallore. La Solanas avrà paura del sesso, ma le segate le sa tirare bene: il fighetto, la fighetta, l'artista, l'alternativo rivoluzionario che sbrodola nei miti, la cultura, la politica, il lavoro. Tutto, assolutamente tutto rientra nel "Grand'Uomo col Gran Cazzo che si cucca un Gran Bel Pezzo". 

Se la Solanas giustifica ogni munnezza sociale come prodotto del maschio, noi non facciamo distinzioni tra figa e cazzo e riconosciamo nell'uomo, il maschio dello SCUM, tutti gli 'individui' che "bighellonano oziosi per la strada e deturpano il paesaggio con la loro presenza". Infatti il maschio non è il solo responsabile della società patriarcale, poichè maschilista è tutta la cultura tradizionale creata sì dal maschio, ma pienamente accettata dalla donna. 

A differenza del pensiero femminista 'classico' (quello sbandierato nei corrtei dell'8 marzo, quello del diritto della donna al lavoro fino alla rivendicazione del servizio di leva), lo SCUM ci affascina e coinvolge in quanto esaltazione dello slavoro, dell'automatizzazione totale, dellavita come piacere e appagamento. La donna SCUM "decisa, sicura di sé, indecente, violenta, egoista, indipendente, orgogliosa, avventurosa, sciolta, strafottente" ci piace fino in fondo, ma a differenza di chi ha scritto lo SCUM non ci auspichiamo l'eliminazione dell'uomo maschio, anzi desideriamo la trasformazione in individuo-SCUM anche dei maschi, senza che ciò presupponga il fatto di diventar ricchioni. Uno SCUM che entrerà nelle forze slavoratrici e distruggerà segretamente le attrezzature, nelle forze inculatrici. Perché "la via d'uscita non è mollare tutto, ma fottere il sistema": Questo è ciò che ci piace, senza discriminazioni sessuali. Gli SCUM hanno percorso tutto il fronte del porto, sono passati per ogni banchina, per ogni molo, il molo del cazzo, il molo della figa... 

Non pensiamo sia necessario approdare nell'antisesso, anzi, crediamo fortemente in certe passioni che speriamo continuino ad ardere fino in fondo... 

Ed. Rocamadur

 
 
 
 

Il testo completo dell'opuscolo, datato febbraio 1994, in cui si sviluppano le tesi contenuto nel manifesto "Contro tutti gli aspiranti politici e i loro presunti movimenti" (vedi sez. 'Fliers'). 

Le tesi e le riflessioni di alcuni occupanti torinesi contro la legalizzazione dei posti occupati. A Torino, eccettuati un paio di posti (di sinistra), si è sempre mantenuta una linea coerente nei rapporti con 'l'altra parte' per quanto riguarda l'ipotesi di legalizzazione, la sicurezza di poter conservare le proprie quattro mura. Su questa linea di principio, almeno in quella, omogenei, una decina di posti nuovi sono stati occupati, per non contare quelli sgomberati, dopo El Paso, a partire dal 1987.