NAUTILUS

(nautilus.ecn.org)

Minimo contatto con le strutture di elaborazione, produzione e distribuzione della cultura ufficiale; massima propensione ad una creatività che non si consideri attività economica; tentativo costante di produrre e distribuire materiali che superino la logica del mercato della cultura, delle sue regole e imposizioni; quindi un'attività tendenzialmente "altra" e istintivamente "contro", questo, in sintesi, lo spirito di Nautilus.

Di per se i concetti che animano la nostra iniziativa sono del tutto assimilabili a quelli di libertà, rivolta, sedizione, fermento, autogestione; idee e pratiche queste che continuiamo a considerare tra le poche che possono metterci in grado di essere padroni di noi stessi.

Chi in Nautilus agisce è convinto che a nulla di realmente significativo, per lo sviluppo pieno e libero della persona, approdano quanti vendono la propria creatività al mercato della cultura, si inebriano per il loro inserimento nel gran serraglio degli artisti o nel più ordinario ambito librario, discografico, distributivo. Non ci credono e si sforzano di non inserirvisi. Ed è anche per questo che sono irriducibilmente contrari ad ogni genere di copyright.

Ognuno con le proprie inclinazioni ed interessi, i componenti di Nautilus editano libri, dischi, producono video, curano una distribuzione e collaborano con quanti hanno una visione delle cose simile alla loro.

Chi è interessato a contattare Nautilus può farlo scrivendo a:

NAUTILUS@ecn.org

NAUTILUS - Casella Postale 1311 - 10100 Torino Fax 011 - 6505653 ----------------------------------- 

L'attività di Nautilus non è ripartita in collane. La suddivisione che viene fatta qui di seguito è unicamente dovuta ad esigenze tecniche di gestione delle pagine e quanto al contenuto è di per se arbitraria. E' infatti ovvio che "0 in condotta" non vale di per se in quanto opera cinematografica, ma per ciò che esprime (andatevelo a vedere ...) e limitarlo ad un presunto ambito " cinema e letteratura" è quanto mai riduttivo. Anzi, fuori luogo. Tant'è.
Quindi tali ripartizioni non costituiscono assolutamente ambiti separati o distinti tra loro.
Non ce ne vogliano i compagni del Nautilus.

CATALOGO NAUTILUS


Critica radicale

Stati modificati di coscienza

Raoul Vaneigem

Situazionisti

cinema e letteratura

musica e video

CANNABIS la rivista

antipsichiatria


VARI

 

PETER LAMBORN WILSON (Hakim Bey): AVANT GARDENING.

Pagine 40, € 3,00

Anche il giardiniere per hobby ha aggiunto una fetta di libertà alla
vita, semplicemente tramite l'esperienza diretta del coltivare,
annusare, assaggiare. Ma il giardiniere politicamente cosciente fa di
più. Comprendendo l'orto e il giardino non solo come sorta di zona
autonoma, ma anche come azione di resistenza, l'avant-giardiniere alza il tiro, aggiunge senso all'azione, stabilisce uno standard e si
unisce deliberatamente ad altri in una causa comune. Se esiste una
“via” spirituale nel giardinaggio, come pure un elemento artistico,
allora esiste anche una dimensione politica, un livello di
consapevolezza e una linea d'azione chiara.

Visto che ho ammesso di avere le visioni, tanto vale che provi anche a fare una profezia. La cultura radicale che emergerà nel prossimo futuro si concentrerà sui valori e sulle esperienze dei cacciatori, dei
raccoglitori, dei giardinieri e dei liberi contadini nelle «zone
escluse», destinate all'incuria o al semplice esproprio da parte del
Capitale. Questa cultura coinvolgerà un forte movimento neosciamanico a un livello molto più vasto e popolare di adesso. Contaminerà le persone che desiderano resistere al Capitale in tutto il mondo, compresi molti dei veri produttori (cioè l'ex «classe lavoratrice»), oltre a tutti gli emarginati, i militanti orfani, i piccoli agricoltori, gli ambientalisti, la gioventù disincantata, i filosofi gastrosofi e gli avant-giardinieri d'Europa, d'America e delle altre «zone incluse». Il giardinaggio emergerà tra le importanti forze economiche di questa resistenza, ma anche come punto focale culturale. Se ci sarà una guerra agli zaibatsu (che sia violenta o no), si combatterà in parte per una causa che è al contempo simbolo e sostanza della realtà raffigurata nell'atto stesso della resistenza: il giardino, l'orto.
Coltiva il tuo mondo

 

 

Raoul Vaneigem: LO STATO NON E' NIENTE, STA' A NOI ESSERE TUTTO.

Pagine 32, € 3,00

Non ho mai disperato della rivoluzione fondata sull'autogestione in
quanto rivoluzione della vita quotidiana. Ora meno che mai.Sono
convinto che, oltrepassando le barricate della resistenza e
dell'autodifesa, le forze vive del mondo intero si stanno svegliando
da un lungo sonno. La loro offensiva, irresistibile e pacifica,
spazzerà via tutti gli ostacoli alzati contro l'immenso desiderio di
vivere nutrito da quanti, innumerevoli, nascono e rinascono ogni giorno.
Stiamo per inaugurare il tempo in cui l'uomo assumerà il suo
destino di pensatore e di creatore diventando quel che non è mai stato:
un essere umano a parte intera.Non domando l'impossibile. Non
sollecito nulla. Non mi preoccupo minimamente né di speranza né di
disperazione. Desidero soltanto vedere concretizzata nelle vostre mani e in quelle delle popolazioni della terra intera un'Internazionale del
genere umano che seppellirà nel passato la civiltà mercantile oggi
moribonda e il partito della morte che registra i suoi ultimi sussulti.

 

 

Carmine Mangone: COSI' PERDUTAMENTE UMANI. Aforismi. Pagine 40, € 3,00


L'amore vuole tutto il tempo, tutto lo spazio. Non tollera
l'esistenza di pratiche che lo limitino. Esige la totalità e si pone
sempre in essere come una potenza che tende alla pienezza del vivere.
Ecco il motivo per cui è sempre stato relegato in una sfera privata
separandolo funzionalmente dall'ambito politico ed economico.Quando
non è asservito alla riproduzione della specie, l'amore carnale viene
visto come una turbativa, un eccesso, una mera dissipazione di forze,
risultando un intralcio alla produttività e un potenziale pericolo per
la stabilità del sistema.Non essendo mai del tutto assoggettabile
alla produzione e al consumo dei valori sociali, l'amore mette in
gioco l'unicità dei viventi aprendola ogni volta alla possibilità di
una Comune ingovernabile, creando cioè uno spazio dove può affermarsi un'intesa senza padroni e che non è cartografabile a partire dai luoghi comuni della società.


novembre 2009

Miguel Amoros: LA CITTA' TOTALITARIA

Pagine 56, 3,00

Un programma radicale deve opporsi allo sviluppo e reclamare un ritorno alla città, cioè all'agorà, all'assemblea. Deve proporsi di fissare limiti allo spazio urbano, restituirgli la forma, ridurre le dimensioni, frenare la mobilità. Riunire i frammenti, ricostruire i luoghi, ristabilire relazioni solidali e vincoli fraterni, ricreare la vita pubblica. Demotorizzarsi, vivere senza fretta. Dimenticarsi del mercato, rilocalizzare la produzione, mantenere un equilibrio con la campagna, demolire tre quarti del costruito, decementificare il territorio. L'economia deve tornare a essere una semplice faccenda domestica. Uscire dall'anonimato. L'individuo deve evolversi fino a trovare il proprio posto nella collettività e mettere radici. La città deve generare un'aria che renda liberi gli abitanti che la respirano.

 

 

 

 

JEAN-MARC RUILLAN: ODIO LA MATTINA.

Pagine 152, euro 9,00 coedizione NAUTILUS - EL PASO

E' facile dimenticare i prigionieri. Tanto più facile quando questi prigionieri vengono ingabbiati per motivi che non fanno più parte delle nostre preoccupazioni. Questo vale per i ‘comuni', ma è anche il caso dei ‘politici', nel momento in cui il loro impegno passato non incontra più il favore della cerchia dei militanti. Ma i militanti che qualche anno fa hanno scelto la lotta armata hanno sempre bisogno di sostegno.
«Ti senti invischiato in una palude nebbiosa, senza contorni, senza punti di riferimento, mentre i giorni passano. Molti non resistono all'isolamento, spesso si tolgono la vita o escono di senno, come il mio compagno Cipriani. Si pensa molto. Si pensa tutto il giorno. Il cervello è sempre in moto. È un viaggio all'interno di sé stessi. I muri della cella diventano una seconda pelle. E il pensiero diventa circolare. Rarissimi gli stimoli durante il giorno. Così il passato, il presente e le fantasie si confondono, in una riflessione senza fine che si avvita su sé stessa, spesso con sofferenza. Perciò si parla di tortura. La gente non capisce come si possa equiparare alla tortura il fatto di dover restare immobili su uno sgabello. Ma è un'autentica tortura. È una tortura perché sei solo».

 

 

 

JACQUES MESRINE: L'ISTINTO DI MORTE.

Coedizione NAUTILUS - EL PASO. Pagine 312, € 13,00

Ribelle a scuola, discolo in famiglia, nella sua autobiografia di cui ora pubblichiamo la prima traduzione italiana, scritta in carcere e pubblicata nel 1977, Mesrine racconta come a 20 anni è stato spedito a fare la guerra in Algeria.
Al suo rientro a casa, si rende conto di non essere adatto a inserirsi nel mondo del lavoro e decide intraprendere la vita del fuorilegge. La sua vita avventurosa contempla furti, rapine, incontri con prostitute, violenti liti con sfruttatori, assassinii, amori, figli: una vita intensa nel corso della quale è stato più volte arrestato ed è più volte evaso, anche da carceri di “massima sicurezza”, in Francia come in Canada.
L'Istinto di morte ci svela questo personaggio che negli anni '70 è diventato per i mass media un “nemico pubblico n°1”, come venne definito in Francia, una primula rossa che la polizia aveva ordine di prendere vivo o morto, e per il “movimento” di quegli anni un simbolo della rivolta senza quartiere contro la società borghese e capitalista e la sua giustizia.

 

 

HORST FANTAZZINI: ORMAI E' FATTA!

Pagine 176, ill. € 8 coedizione NAUTILUS - EL PASO

Già alla fine degli anni Sessanta le cronache dei giornali favoleggiavano del rapinatore gentile, che manda fiori alle commesse, segnalandolo come l'ultimo dei romantici, l'anarchico sognatore e vecchio stampo che “non avrebbe fatto male ad una mosca”.
La costruzione di questo personaggio rassicurante, commovente, familiare, che si direbbe balzato fuori d'un film tv (e che in un film tv ha finito per precipitare) ha finito per creare un abisso di luoghi comuni che paralizzano e ottundono la possibilità di cogliere il senso della vita di Horst Fantazzini. È da queste considerazioni che la ripubblicazione di questo libro ha preso le mosse; per riafferrare la vicenda, lineare ed eloquente, di un uomo che ha voluto essere libero immediatamente, senza attendere che qualcuno lo conducesse o che altri lo seguissero; che, agendo secondo questi criteri, non ha fatto che seguire l'impulso alla libertà e scegliere il proprio destino