La promozione e il riconoscimento di percorsi di arricchimento professionale

Dal Programma quinquennale di attuazione della legge 30/2000.

 

Come le carriere siano connaturate alla riforma dei cicli, senza che si sappia il come e il perché - ovvero la strenua difesa di un'idea senza sapere bene quale essa sia!
I neretti nel testo sono redazionali, ed evidenziano alcune delle numerose contraddizioni e dei nodi irrisolti su cui si fonda l'intero impianto della riforma dei cicli, che non dimentichiamolo dovrà entrare in vigore il 1° settembre 2001.


Nella scuola dell'autonomia, che assume il carattere di luogo di ricerca e di crescita professionale dei singoli e della collettività, i docenti tutti dovranno diventare, in linea di tendenza, docenti "ricercatori", in grado di arricchire costantemente il loro saper fare sul piano della ricerca didattico-disciplinare e su quello della partecipazione all'innovazione e allo sviluppo.

È evidente che non si tratta di ipotesi immediate, ma di traguardi di massima per cui lavorare. È emersa comunque, anche all'interno della Commissione di studio, l'idea di una carriera che preveda diversi gradi di docenza. Si tratta di un'ipotesi che intende misurarsi apertamente con un dibattito complesso e difficile, che ha molte altre sedi e luoghi di discussione.

È comunque necessario - si parli di articolazione di funzioni o di riconoscimento di carriera degli insegnanti - predisporre le condizioni strutturali per poter realizzare nelle scuole un'anagrafe delle competenze e delle professionalità, vale a dire la documentazione del curriculum personale e dei percorsi di arricchimento professionale, maturati in servizio.

Si può partire da tale documentazione delle competenze certificate e delle esperienze effettivamente svolte e valutate nei loro esiti come possibile base per l'attribuzione di compiti e responsabilità (ad esempio, compiti legati all'attuazione del Piano dell'offerta formativa, coordinamenti disciplinari, accoglienza dei nuovi docenti, sportelli di consulenza, progetti particolari).

Il problema resta quello di individuare i criteri di valutazione e di certificazione. Impresa più semplice per quanto riguarda i crediti professionali istituzionalmente certificabili (lauree, titoli, anni di servizio, attività di formazione in servizio), più difficile per quanto riguarda esperienze professionali vissute nella scuola.

Altri non semplici problemi riguardano:

  • la questione se i soggetti valutatori debbano essere esterni o interni alla scuola. In quest'ultimo caso occorrerebbe ridefinre, nel contesto della riforma degli organi collegiali, gli organismi già presenti nella scuola, come per esempio il comitato di valutazione;
  • le modalità di collegamento tra l'attività di valutazione e certificazione delle scuole e delle reti di scuola con quella del Servizio nazionale di valutazione sulla qualità del sistema scolastico;
  • le modalità del coinvolgimento di studenti e genitori nei processi di valutazione.
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