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Corriere della sera, 10 novembre 2000


Scuola, l'alt ai cicli spacca i sindacati

Bloccato per un anno o più l'accorpamento di elementari e medie in attesa di studiare le correzioni.
Il nuovo governo sospenderà il provvedimento.
Berlinguer: siamo all'avventura, sarà il caos

di Giulio Benedetti

ROMA - Il decreto che deve dare il via alla nuova scuola di base dal primo settembre non è ancora nella Gazzetta Ufficiale, ma sulla riforma già incombe una sentenza capitale. E' a rischio l'architettura dell'istruzione varata dall'ex ministro Luigi Berlinguer: un ciclo unitario di sette anni, al posto delle elementari e medie, e uno secondario di cinque anni. Il Cavaliere, prima del voto, aveva promesso che l'avrebbe abrogata e poi, più prudentemente, sospesa. E l'altra sera è arrivata la conferma: nella prima riunione del nuovo governo, probabilmente a metà giugno, la più importante novità introdotta dal centrosinistra in campo scolastico verrà fermata per un anno o forse più. In attesa di sostanziali correzioni. Secondo i «padri» della riforma, che hanno lavorato nelle commissioni di Berlinguer e De Mauro, il centrodestra incontrerà l'opposizione delle scuole, o di una buona parte di esse. Perché i «cicli» e i nuovi «curriculi» rappresentano il meglio di quanto è stato progettato e sperimentato nelle aule italiane. «Siamo all'avventura: Aznár, quando è andato al governo in Spagna, non si è neanche lontanamente sognato di bloccare la riforma Gonzalez della scuola - dice il neo eletto senatore Berlinguer -. Il 40 per cento delle scuole di base in Italia sono già organizzate in "istituti comprensivi", anticipando la riforma. Se bloccano tutto, sarà il caos». «Non è una riforma della scuola, ma una riforma nella scuola - avverte Bruno Forte, direttore regionale del Friuli e presidente dell'Aimc, l'associazione dei maestri cattolici -. Arrestarla costituirebbe una scelta molto preoccupante». «Mi sembra incredibile che si possa mettere in discussione una legge votata dal Parlamento - osserva Alba Sasso, presidente del Cidi, l'associazione dei docenti di sinistra, candidata Ds in un collegio della Puglia, non eletta -. Almeno in una parte delle scuole ci sarà opposizione».

Il ciclo di base sarebbe dovuto entrare in vigore gradualmente da settembre, coinvolgendo nel primo anno di attuazione solo i bambini di prima e seconda elementare. Ma alla riapertura delle scuole, dopo le vacanze estive, le famiglie non troveranno nessun cambiamento: maestri alle elementari e insegnanti delle discipline alle medie, durata dei due cicli invariata, stessi programmi. Non ci sarà l'insegnamento obbligatorio della lingua straniera nei primi due anni dell'elementare. Una novità molto apprezzata, ma che, anche in caso di sopravvivenza della riforma, non sarebbe potuto essere garantita a tutti gli alunni per problemi di organico. La riforma dell'autonomia, entrata in vigore lo scorso settembre, sarà invece rafforzata. Continuerà a esserci una quota di programmi, pari al 15 per cento del monte ore annuale, decisa nel singolo istituto. Sarà il Consiglio dei ministri a sospendere, con un provvedimento da definire, l'applicazione della legge dal primo settembre rinviandola a data da definirsi. Il governo interverrà sul regolamento di attuazione, oggi al vaglio della Corte dei Conti, contenente le indicazioni per far partire i primi due anni del ciclo di base.
La legge dei Cicli, la numero 30 del febbraio 2000, verrà modificata. Ma accadrà solo dopo un'operazione tesa a raccogliere il massimo del consenso.

A settembre il mondo della scuola accorrerà in difesa delle riforme? I sindacati, ad eccezione della Cgil e di alcune delle associazioni professionali, sono favorevoli al congelamento dei Cicli e a un ripensamento della riforma con gli insegnanti: «Le sperimentazioni hanno coinvolto solo poche scuole d'élite». La Cisl scuola è stata la prima a commentare con favore l'annuncio di Berlusconi. Il segretario nazionale Daniela Colturani ha però avvertito il centrodestra: «In caso di tagli di classi, organici e risorse, la fiducia diventerà opposizione».

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