FALSI TITOLI
Appunti alla nota di Mario Reggio "Gli insegnanti promuovono la nuova scuola", apparsa su Repubblica del 23 maggio 2001


Dopo la sconfitta elettorale pare che ci sia nel centrosinistra e negli organi di informazione di quell'area una smania a lodare la bontà di quanto ha fatto il governo della passata legislatura. Anche la scuola ovviamente è coinvolta in questa operazione, e Repubblica, la più convinta grancassa dell'Ulivo e della politica scolastica berlinguer-demauriana, non si preoccupa nemmeno di verificare la congruenza tra i titoli e il contenuto degli articoli che propone. Citando un'indagine dello Iard di Milano, Repubblica afferma che il 60-80% degli insegnanti sarebbero favorevoli alle riforme attuate, e pertanto titola: "Gli insegnanti promuovono la nuova scuola". Nello stesso torno di tempo e in circostanze analoghe, esponenti della sinistra politica e sindacale avvertono che i tentativi di azzerare o bloccare la riforma dei cicli scateneranno la reazione di numerisissime scuole. Basterebbe visitare il forum che i DS ospitano sul loro sito sui temi della formazione per scoprire che, tra coloro che scrivono parlando dei cicli (13 lettere alla data delle elezioni di insegnanti si area diessina), solo 3 sono favorevoli, mentre gli altri sono ferocemente contrari e quasi la metà addirittura afferma che per questo motivo non voterà per il centrosinistra. Aggiungiamo anche che se in pubblico le dichiarazioni sono di un certo tenore, nei corridoi invece diversi funzionari della CGIL confessano che neppure la base del sindacato è totalmente d'accordo con la politica scolastica pervicacemente seguita dalla dirigenza. Il sondaggio infine promosso da PavoneRisorse, dice che il 49% di chi ha risposto è favorevole alla sospensione o al ritiro della riforma, e solo il 36% la vorrebbe applicata.
Se le cose stanno così, come si giustificano allora le affermazioni di Repubblica? Con l'incongruenza, appunto! Riportiamo per intero il breve articolo di Mario Reggio, in modo che ciascuno possa giudicare da sé, e contemporaneamente evidenziamo elencandole le riforme che soddisfano, o dovrebbero soddisfare, il corpo docente:

1. gli investimenti nella multimedialità
2. il mantenimento del valore legale del titolo di studio
3. l'obbligo scolastico a 15 anni
4. la certificazione delle competenze
5. lo statuto degli studenti
6. il nuovo esame di stato
7. la riforma dei cicli
8. la valutazione dei docenti

Per quanto riguarda prestigio della professione e stipendi la stessa ricerca Iard ammette lo scontento della categoria. Rispetto alle cose gradite, ci permettiamo qualche piccola annotazione:

  • chiamare riforma il mantenimento dell'esistente è un controsenso in termini (leggi valore legale del titolo di studio), e ci vuole una bella faccia tosta per sostenerlo;
  • forse gli insegnanti apprezzeranno il sistema dei debiti e dei crediti, e la distinzione con relativa differenza di "peso" tra crediti scolastici e formativi, ma provate a chiedere a uno studente cosa ne pensa: minimo minimo che è una pagliacciata!
  • sulla riforma dei cicli, cioè la madre nonché la trave portante di tutte le riforme, "la categoria è spaccata", come ammette lo stesso quotidiano;
  • se la valutazione dei docenti è accettata come principio c'è invece totale disaccordo - è sempre lo stesso giornale a dirlo - sui criteri e le modalità, e il fatto che "l'85 per cento di chi è d'accordo a livello individuale afferma che sono pochi gli altri colleghi che desiderano essere valutati" riflette a nostro avviso il pensiero recondito di ogni insegnante che stima se stesso valente e capace e incompetenti o nullafacenti gli altri.
  • Quel che resta, anche ammettendo che sia condiviso, è ben poca cosa per poter dire che gli insegnanti "promuovono" le riforme; mancano inoltre completamente riferimenti all'autonomia, alla dirigenza, agli accorpamenti. Invitiamo Repubblica ad essere più cauta ed equilibrata nei suoi commenti e lo Iard a condurre ricerche più organiche e complete per stimare correttamente il giudizio degli insegnanti sulla "nuova scuola"!


    "Gli insegnanti promuovono la nuova scuola"
    Indagine Iard su 7400 professori

    Mario Reggio, Repubblica, 23 maggio 2001

    ROMA - Gli insegnanti promuovono gran parte delle riforme varate da Luigi Berlinguer e portate a termine da Tullio De Mauro. Grande apprezzamento, in media 6 docenti su dieci con punte che arrivano all'80 per cento, rispetto al piano d'investimenti a favore della multimedialità nelle scuole, il mantenimento del valore legale del titolo di studio, l'obbligo scolastico fino a 15 anni, la certificazione annuale delle competenze acquisite nella scuola superiore, la carta dei diritti e dei doveri degli studenti e delle studentesse. Ampio consenso, sette insegnanti su dieci, nei confronti del nuovo esame di maturità. La categoria è spaccata sulla riforma dei cicli scolastici, accetta il principio della valutazione, ma sul come emergono idee molto diverse tra loro. Sono alcuni dei risultati dell'indagine nazionale eseguita dall'istituto di ricerca Iard di Milano, su un campione di 7 mila e 400 insegnanti: dalle materne alle superiori nella scuola pubblica, ma solo materne e superiori delle scuole non statali. Risultati che verranno presentati oggi all'Università Cattolica di Milano.
    Dalla ricerca, dal titolo Gli insegnanti nella scuola che cambia, emergono anche dati contrastanti. Sul prestigio della professione, oltre la metà dei docenti delle materne afferma che è aumentato rispetto a dieci anni fa, quando fu presentata la prima inchiesta dello Iard, per l'85 dei prof delle superiori, invece, è diminuito e calerà ancora. Tutti o quasi d'accordo sugli stipendi troppo bassi: il 75 per cento li giudica inadeguati alle funzioni svolte dai docenti. Dall'indagine emerge nettamente la superiorità della scuola pubblica rispetto a quella non statale: tre quarti del campione giudica migliore la prima per la serietà delle verifiche, la preparazione degli insegnanti, il servizio d'orientamento e la varietà degli insegnamenti. A favore delle private solo alcuni aspetti logistici: la protezione degli alunni e la pulizia delle aule.
    Sul contestatissimo principio della valutazione non mancano sorprese e contraddizioni: la stragrande maggioranza si dichiara favorevole, ma l'85 per cento di chi è d'accordo a livello individuale afferma che sono pochi gli altri colleghi che desiderano essere valutati. Oltre il 60 per cento la considera un mezzo per diversificare carriere e stipendi.

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