Nella confusione dei primi collegi, ci troviamo, tra le altre cose, a dover eleggere le Figure Obiettivo. Ci sono, tuttavia, una serie di validi motivi per opporsi alla designazione di figure obiettivo in una scuola.
1. L'introduzione delle F. O. è una delle espressioni con cui si concretizza il lento - ma non troppo - passaggio alla scuola/azienda. Uno degli aspetti caratteristici della gestione del personale nella realtà aziendale è la sua divisione, la competizione al suo interno, per il raggiungimento di posizioni professionali più alte e meglio remunerate nella carriera. Io ho scelto l'insegnamento perché amavo la cultura, la letteratura, mi entusiasmavo per i valori che animavano la storia, per le meraviglie del pensiero umano; non m'interessa la carriera: se m'interessasse, non lavorerei nella scuola. Il ministero ci corteggia con la promessa dell'introduzione del carrierismo nella scuola: io spero che molti insegnanti gli rispondano -anche con i fatti - che a loro la carriera non interessa; interessa semmai, uno stipendio dignitoso.
2. In base a quanto affermato sopra, le F. O. costituiscono una evidente frattura, una divisione anche economica, all'interno del corpo omogeneo dei lavoratori insegnanti nella scuola. Gli altri colleghi tendono, spesse volte, a collaborare di meno con le F. O.: queste sono agli occhi di tutti pagate per farsi carico dei lavori prima disordinatamente distribuiti tra i vari docenti.
3. Al di là della contestazione fondata sul principio dell'opposizione alla scuola/azienda, le F. O. si sono già rivelate fallimentari; in molte scuole italiane l'esperienza è stata molto negativa. La retribuzione netta è decisamente inadeguata alla mole di lavoro che i colleghi F. O. hanno dovuto sopportare e giustamente molte delle F. O. hanno evidenziato l'esigenza del distacco dall'insegnamento vero e proprio, a causa di un "doppio lavoro" insostenibile.
4. E' risultato evidente che le F. O. sono, appunto, un altra figura professionale. Fare la F. O. è un altro mestiere, un altro lavoro. Se il Ministero ritiene decisivo per la scuola azienda contattare le piccole aziende locali per trovare dei promotori, tenere uno stretto contatto con le amministrazioni del territorio, gestire le complesse "passerelle" da un ordine di studi ad un altro, allora deve anche formare seriamente delle nuove figure professionali. Ma ben diverso è il lavoro, la professione dell'insegnante...Si obietterà che queste argomentazioni sono esclusivamente negative: si attacca una struttura ma non si propone un'alternativa. Io credo che la risposta sia piuttosto semplice.
1. Non deve esistere il carrierismo nella scuola; deve esistere, semmai, un aggiornamento continuo di carattere culturale e disciplinare, non pedagogico, "psicotuttologico". Occorre investire sulla cultura del docente per sperare di avere allievi culturalmente preparati.
2. A scuola, è vero, ci sono tante faccende da sbrigare: altre figure professionali dovrebbero occuparsi delle più significative (rapporto col territorio, raccordo con le famiglie, raccordo con la scuola media, orientamento in entrata e in uscita ecc.) ma non dovrebbero essere insegnanti. Ogni professore impegnato in un lavoro extra rispetto all'insegnamento dovrebbe sempre essere retribuito. Ma apprendo oggi che il fondo di istituto subirà ulteriori tagli...