Riportiamo questo articolo del "Corriere", ricordando che "Repubblica" dello stesso giorno, con il titolo Moratti: "Scuola, più privato", scriveva: "Più privato per la scuola pubblica. E' questo il messaggio lanciato ieri dal ministro Letizia Moratti nel corso di un incontro organizzato dal movimento Scuola Libera. Il ministro ha affermato che esiste una scuola reale nella quale i confini tra il pubblico e il privato si sono già frantumati. Il ministro spiega: «La ricerca alla collaborazione pubblicoprivato prevede la ridefinizione di ruoli e funzioni dello Stato, che lo Stato non può più assolvere per la complessità degli obiettivi da raggiungere e la grandiosità delle risorse economiche necessarie per ottenerli»".ROMA - Letizia Moratti si è impegnata a ricercare strumenti per facilitare l'intervento delle imprese a favore di istituti statali e no. E ha prospettato l' intervento delle Fondazioni, limitato fin qui alle grandi opere e alla Sanità, anche nel campo dell'edilizia scolastica - oltre 50 mila sedi - che nel nostro paese rappresenta un'emergenza continua. «Si potrebbe allargare - ha detto il ministro - il quadro degli interventi possibili all'edilizia scolastica, dove sarebbe più agevole ricercare con le Fondazioni formule di "project financing"». Due proposte tendenti a ribaltare i termini della contrapposizione politica e ideologica sulla parità: risorse dei privati alle scuole pubbliche e non viceversa privatizzazione delle scuole statali. Sono state avanzate ieri pomeriggio dal ministro in un convegno organizzato dal Movimento Scuola Libera. Quasi contemporaneamente è arrivata una proposta di An: defiscalizzare i contributi dei privati. Durante l'incontro il presidente della commissione Istruzione della Camera e fondatore del Movimento, Ferdinando Adornato, ha lanciato una sfida al Parlamento:
superare gli steccati che da sempre paralizzano la discussione sulla parità e cercare, attraverso un tavolo politico, un accordo sul sistema pubblico integrato, obiettivo comune alla maggioranza e a una parte dell'opposizione, invece di continuare a dividersi sugli strumenti, dal buono scuola alla convenzione.
Una sfida che d'ora in poi coinvolgerà sempre di più - in alcuni istituti professionali e tecnici si è già cominciato - il mondo delle imprese e in generale tutte le forze sociali. «Una palestra nuova, un corso di eccellenza - ha ricordato Adornato -. Ecco due esempi di "sponsorizzazione" che possono essere realizzate da un imprenditore con un investimento di 150, 200 milioni di lire (circa da 77.400 a 103.200 euro), alla portata di molte aziende».
«Vi è, tra i molti, un possibile incontro tra scuola statale e non statale che merita di essere approfondito, ed è quello della partecipazione a progetti europei - ha aggiunto Letizia Moratti -, dell'accesso ai finanziamenti del Fondo sociale europeo, dell'integrazione tra scuola e formazione professionale».
La risposta delle imprese è arrivata subito, per bocca del direttore generale di Confindustria, Stefano Parisi. E' stato un «sì», ma a due condizioni. La prima riguarda le scuole, che devono essere veramente autonome perché solo così i soldi degli «sponsor» possono essere utilizzati in un progetto di qualità e non per far fronte alle spese fisse, ovvero gli stipendi. La seconda condizione è un trattamento diverso sotto il profilo fiscale per le imprese che investono. Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, ha apprezzato l'impegno a favore della scuola pubblica ma ha poi aggiunto che senza risorse per i docenti non ci può essere un miglioramento nella qualità dell'insegnamento. Proprio oggi il governo renderà note le cifre della Finanziaria e dalle indiscrezioni per la scuola si annunciano sacrifici.