IL DISEGNO DI LEGGE SUGLI ORGANI COLLEGIALI ALL'ESAME DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Associazione Per la Scuola della Repubblica, Roma 8 gennaio 2001

Il giorno 9 gennaio è prevista la discussione in aula alla Camera dei Deputati del disegno di legge sugli organi collegiali; come è noto, l'ex Ministro Berlinguer aveva ritenuto di procedere alla riforma dell'intero sistema scolastico con interventi a mosaico; non essendo stato però il "mosaico" completato, il 1° settembre scorso l'autonomia scolastica è entrata in vigore in un sistema normativo contraddittorio e confuso; difatti la dirigenza scolastica ed i compiti ad essa attribuiti mal si conciliano con le attribuzioni previste nei decreti delegati del 1974 (recepiti nel T.U. n. 297/94) per gli organi collegiali; si ricorderà difatti che all'inizio dell'anno scolastico si pose subito il problema se i collaboratori dei dirigenti scolastici dovessero essere eletti dal collegio dei docenti (come è previsto dalla normativa attualmente vigente del T.U. n. 297/94) oppure nominati dal dirigente scolastico nell'ambito della sua funzione gestionale.
Il Ministro De Mauro si affidò ad un discutibile parere del Consiglio di Stato e ritenne di dover intervenire per attribuire tale competenza al personale dirigente; successivamente comunicò che anche i collegi dei docenti avrebbero potuto designare i propri rappresentanti.
Una soluzione ovviamente ambigua anche perché la situazione era ambigua.
Ben venga quindi la riforma degli organi collegiali; ma deve essere chiaro, per evitare ulteriori ambiguità ed incertezze, che non può essere una riforma neutra.
La riforma difatti deve fare scelte precise e coerenti; o si sceglie la soluzione della gestione democratica della scuola, valorizzando a fronte della figura del dirigente scolastico, il ruolo e le competenza degli organi di democrazia scolastica oppure si sceglie il ridimensionamento del ruolo degli organi collegiali, dando preminenza alla gestione manageriale del dirigente scolastico.
E' evidente che se si vuole realizzare un'effettiva autonomia scolastica, volta a garantire nella scuola pubblica una reale libertà di insegnamento ed il necessario pluralismo culturale, il governo della scuola deve essere affidato agli organi collegiali di partecipazione democratica. In tale caso, però, il disegno di legge che va in discussione il 9 gennaio deve essere profondamente modificato; l'attuale testo difatti attribuisce agli organi collegiali compiti molto generici ed evanescenti, facilmente eludibili. È necessario quindi definire in modo più netto e senza ambiguità le competenze degli organi collegiali, l'efficacia delle loro determinazioni, la loro reale autonomia sia rispetto ai dirigenti scolastici, sia anche rispetto agli apparati amministrativi, statali e degli Enti Locali; ma soprattutto è necessario garantire una effettiva libertà di insegnamento che è la precondizione necessaria della democrazia scolastica.
In quest'ultimo periodo le forze politiche che si riconoscono nell'Ulivo e Rifondazione Comunista hanno manifestato forte preoccupazione rispetto ai tentativi della destra (e non si tratta del solo episodio della regione Lazio) di condizionare le libertà di insegnamento e l'autonomia della scuola (intesa come potere del mondo della scuola di esprimere liberamente la propria cultura); la prossima discussione del Disegno di Legge sulla riforma degli organi collegiali è l'occasione per tradurre le preoccupazioni in scelte concrete e coerenti.
Vogliamo augurarci che il mondo della politica ed in particolare i parlamentari che saranno impegnati nell'imminente discussione alla Camera dei Deputati vorranno ascoltare il mondo della scuola e le preoccupazioni che sono state già ripetutamente manifestate.
Nel contempo è auspicabile che il mondo della scuola, superando divisioni di schieramenti, su questioni, come queste, vitali per il futuro della scuola vogliano trovare la necessaria convergenza per rivendicare un effettivo rafforzamento della democrazia scolastica a garanzia di una reale libertà di insegnamento. L'Associazione "Per la scuola della Repubblica" ha predisposto uno schema di proposta di emendamenti che offre al confronto ed alla discussione per un impegno comune sin dall'inizio del dibattito parlamentare.

 

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