LEZIONI DI OMOSESSUALITÀ
L'esperienza del Circolo Pink - centro di cultura e iniziativa gay e lesbica Verona - nelle scuole veronesi (e non solo)

a cura di Gianni Zardini, Circolo Pink di Verona, 045-8065911, maggio 2001

Presentiamo finalità e procedure tipiche degli interventi che il Circolo Pink di Verona realizza nelle scuole superiori. Si tratta in genere di incontri con gli studenti (uno di questi ad esempio è avvenuto al Liceo Volta di Milano) condotti non da "esperti" (sessuologi, psicologi, ecc.) ma da soci e socie del Pink. Modalità questa che consente di ottenere una maggior partecipazione e coinvolgimento da parte degli studenti e delle studentesse.


Le finalità

La nostra esperienza con le scuole veronesi è partita molti anni fa, anche se solo da circa due anni abbiamo aumentato gli incontri soprattutto per i contatti instaurati con gli studenti al di fuori dalle scuole.
Non è semplice entrare nelle scuole, ma soprattutto a fare cosa, quale messaggio si vuole portare, che risultati si vogliono ottenere, se la richiesta parte da un gruppo gay e lesbico che lavora in una città politicamente e socialmente difficile? Credo che la risposta sia proprio questa: proprio perché la realtà veronese nei confronti delle diversità è molto ostile, i dibattiti nelle scuole sono fondamentali.
Parlare con ragazzi e ragazze delle medie superiori può rappresentare un passaggio fondamentale per far conoscere una realtà, quella gay e lesbica, che da sempre è poco conosciuta e circondata da stereotipi e luoghi comuni.
Le domande che molto spesso ci vengono fatte durante gli incontri sono proprio sugli stereotipi che il sentito da altri o la TV o i giornali rimandano. Tutte queste domande molto spesso rappresentano quello che gli studenti e le studentesse hanno sentito dire non solo sull'omosessualità ma anche sulla vita delle persone gay e lesbiche. L'importanza di questi incontri sta proprio nel far conoscere a loro una realtà che non conoscono. Prima di iniziare gli incontri premettiamo sempre che noi non siamo lì né per "indottrinare" né tanto meno per far "proseliti", ma semplicemente per poter far conoscere una realtà e un vissuto da parte di coloro che quella realtà la vivono.
Questi incontri non vengono fatti da esperti: le persone che tengono questi incontri sono i soci del circolo, divisi per competenze. In genere ci dividiamo gli interventi per poter spiegare meglio le cose: la storia del circolo, il telefono amico, la cultura, il gruppo giovani e a volte l'impegno politico. Il dibattito finisce sempre sul vissuto, sui diritti negati, sull'accettazione e ultimamente sui rapporti di coppia e sull'adozione.
In tutte le scuole visitate il dibattito è stato preceduto da un film a tematica gay e lesbica: si proietta un film che possa in qualche modo raccontare la loro età, accettazione, comunicazione dell'omosessualità e rapporto con i genitori. In genere il film non viene toccato dal dibattito; serve per introdurre l'argomento e per rompere il ghiaccio.


La procedura

Con nostra sorpresa, la procedura che abbiamo seguito per fare questi dibattiti è stata molto semplice; diversa è stata invece l'accoglienza ricevuta da scuola a scuola, che dipende dal tipo di orientamento politico e religioso dell'istituto.
Il primo passo è stato prendere contatto con i rappresentanti degli studenti, anche se a volte sono stati loro a chiamarci e a proporre un dibattito sul tema omosessualità. Dopo questo primo contatto telefonico, abbiamo fissato un incontro con loro in modo da capire cosa volessero fare: di solito non hanno le idee chiare per cui si è cercato di capire le loro esigenze e di poi proporre un argomento. Crediamo che a questo proposito sia fondamentale aiutarli a capire cosa vogliono fare e non imporre una nostra visione dell'argomento già codificata o scelta da noi. Crediamo che sia molto importate rispettare una loro visione e non partire dal presupposto che sono sempre ignoranti sull'argomento, senza capacità critiche o di intervento: solo così secondo noi è stato possibile far passare dei messaggi di conoscenza reciproca. Spesso la loro curiosità, anche molto spiccia e divertente, è stata fondamentale per metterci a nostro agio; alcuni incontri sono stati molto duri.
È poi necessario un incontro con il preside o il vicepreside; non ci è mai capitato un incontro con gli insegnati prima del dibattito, per presentare l'associazione e le persone che sarebbero andate nella scuola. Durante l'incontro con il preside abbiamo sempre portato una presentazione scritta del circolo con i nomi delle persone che avrebbero tenuto l'incontro, gli argomenti da trattare e l'eventuale materiale informativo del circolo. Il materiale che di solito abbiamo portato erano i programmi delle serate, i vari incontri e i giorni di apertura del circolo, ci siamo limitati a questo tipo di materiale scritto dato che a noi interessava portare all'interno dell'ambiente scolastico una testimonianza di come è possibile vivere l'omosessualità in una società che spesso ti rifiuta o ti costringe a non essere visibile come gay e lesbica. Ecco il vero senso degli incontri, dare una testimonianza di come i gay e le lesbiche possono vivere alla luce del sole, senza nascondersi. Noi crediamo che sia assolutamente positivo al di là di tanti discorsi e polemiche sull'argomento omosessualità dare questo tipo di testimonianza. In una scuola abbiamo anche presentato un progetto scritto al preside che poi è stato portato all'attenzione del consiglio di istituto; l'incontro si è poi tenuto in due giorni distinti.
A volte ci è stato affiancato un esperto, psicologo, in questi casi prima di fare l'incontro è bene conoscersi in modo da non incorrere in discorsi che possono confondere più che chiarire l'argomento omosessualità.
In un caso, il Liceo A. Volta, di Milano il preside ha fatto firmare un foglio ai genitori che autorizzava i figli a partecipare all'incontro con noi. Una cosa che a Verona non è mai capitata: il consenso del Consiglio di Istituto e del Preside bastavano a fare l'incontro, mentre a Milano la procedura è stata diversa.
Senza fare questi passaggi con i rappresentanti degli studenti, consiglio di istituto e preside non è possibile fare questo tipo di incontri, anche se crediamo che la cosa valga per tutti i tipi di dibattiti.
Vale comunque la pena affrontare questo iter, i risultati che si colgono non si vedranno subito ma è fondamentale parlare con le nuove generazioni.

Riportiamo alcune domande che ci sono state fatte durante gli incontri: domande anonime scritte su biglietti di carta; questo modo di porre le domande aiuta gli studenti a non aver paura.

  • DA COSA SI CAPISCE CHE SI È GAY?
  • VOI SIETE CREDENTI, E SE SI COME VIVETE IL RAPPORTO CON LA CHIESA?
  • CHE COSA INTENDI PER PARITÀ DEI DIRITTI? IN CHE COSA NON TI SENTI TUTELATO?
  • COME MAI NON PENSATE ALL'ORRENDO FUTURO CHE AVRANNO I VOSTRI "FIGLI" CHE VOLETE ADOTTARE? ALL'ASILO COME SI CHIAMA LA TUA MAMMA? CARLO!!
  • CIAO MI PIACEREBBE SAPERE CHE COSA RISPONDETE A COLORO CHE AFFERMANO CHE L'ESSERE OMOSESSUALE È UN PROBLEMA PSICOLOGICO?
  • ESISTE LA NORMALITÀ IN CAMPO SESSUALE?
  • QUALI SONO I DIRITTI PER CUI LOTTATE? COSA NON PUÒ FARE UN OMOSESSUALE?
  • NON CONOSCO BENE LA SITUAZIONE MA PENSO CHE LA LOTTA DEBBA ESSERE RIVOLTA NELLA DIREZIONE DELL'ACCETTAZIONE MA NON CAPISCO QUALI POSSANO ESSERE I DIRITTI CHE MANCANO. FORSE IL MATRIMONIO?
  • COME POTETE DIRE CHE ESSERE OMOSESSUALE È UNA COSA NATURALE, QUANDO NON SI È MAI VISTO UN ANIMALE ACCOPPIARSI CON UN ALTRO DELLO STESSO SESSO!
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    Se aveste bisogno di informazioni:
    Gianni Zardini 348-2634126,
    Circolo Pink (http://www.mariomieli.org/pinkverona) 045-8065911,
    E-mail: pinkverona@tiscalinet.it

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