Pur frammezzata dai tradizionali anti della destra radicale (antisemitismo, anticomunismo, antiamericanismo, antioccidentalismo, antimodernismo, ecc.), la forza ideologica trainante del movimento skinhead è l'odio per gli immigrati: ogni posizione politica, nazionale ed internazionale, passa attraverso l'imbuto di un risentimento, di una avversione da ricercarsi più nei cunicoli della psiche che nei canali dell'ideologia. La convivenza, a volte burrascosa, tra le due anime del movimento (quella originale, razzista e sciovinista, con atteggiamenti teppistici e consumi legati soprattutto alle sottoculture giovanili, e quella politicizzata, affascinata da stereotipi nazistoidi "evoleggianti", legata alle tradizioni della destra radicale, che manifesta atteggiamenti "militanti". Il pestaggio del sabato sera, il concerto rock, la passione per gli alcolici ed il football sono espressioni della prima anima; l'iniziativa politica, dai cortei ai volantinaggi, dai convegni sul negazionismo ai seminari sull'antimondialismo lo sono della seconda) trova un momento di sintesi unitaria su tre temi fondanti: il valore dell'etnia, l'Europa come terza via, l'esaltazione dei valori etici tradizionali. In una intervista collettiva pubblicata sullo skinzine "Azione Patavium”, i «membri fondatori del Veneto Front Skinhead» indicano come principali nemici dei popoli europei «il comunismo da una parte ed il capitalismo dall'altra, [che] hanno distrutto tradizioni e cultura di ogni popolo europeo. Proprio queste tradizioni e culture davano la forza e la potenza che fin dall'alba dei tempi hanno caratterizzato la vita dei nostri popoli. Anche l'azione terzomondiale ed il conseguente imbastardimento della nostra razza stanno sempre più indebolendo e distruggendo l'Europa bianca».

A cura del Centro Sociale La Strada............Ultimo aggiornamento 27/12/1996