Breve
nota introduttiva
Dopo una
pausa di diversi mesi " IL MOLINO " ritorna sul discorso dei
cibi manipolati geneticamente con questo nuovo spazio " regolare ".
La fonte dalla quale ho attinto le informazioni per questo e per i prossimi
numeri è un documento redatto da Carmen Dell’Aversano, dell’università
di Pisa, che avanza interessanti ipotesi sui rischi dei famigerati OMG,
rischi sia per l’ambiente che per animali e, chiaramente, per l’uomo.
Ricordiamo, prima di entrare nel vivo del discorso che il 12 maggio 1998
il parlamento europeo ha approvato la " direttiva sulla protezione
giuridica delle invenzioni biotecnologiche ".
Questa direttiva autorizza la brevettazione di organismi interi o di parti
di organismi, come organi o geni. La direttiva è applicata a qualsiasi
essere vivente, compreso l’uomo, e non obbliga a informare il donatore
né a richiedere la sua autorizzazione.
In verità il parlamento europeo si era già espresso nel
95 su questa tematica, bocciandola a grande maggioranza. La cosa curiosa
è che dal 95 al 98 non ci sono state elezioni a livello europeo,
quindi verosimilmente i membri che bocciarono la direttiva sono stati
gli stessi che l’hanno poi approvata nel 98.
De Clerq, presidente della commissione Giuridica dell’UE ha definito questo
significativo voltafaccia " la più vasta campagna di lobby
nella storia dell’Unione Europea ".
Infatti coloro che avevano lanciato la direttiva nel 95, chiaramente non
soddisfatti del netto rifiuto del parlamento europeo, cominciarono una
campagna palesemente falsa e fuorviante in seno allo stesso parlamento
per convincere i deputati della sicurezza, peraltro mai provata a livello
scientifico, della manipolazione genetica. Un episodio di questa campagna
fu l’improvvisa comparsa nel parlamento europeo di paralitici in carrozzella
che indossavano magliette con la scritta " No patents no cure "
(senza brevetti non c’è cura).
Il perno attorno al quale ruota tutta questa faccenda è la mancanza
di trasparenza e di informazione, sia nei confronti dei consumatori che
tra i parlamentari stessi (De Clerq si rifiutò di consegnare agli
altri deputati le mozioni di condanna alla direttiva approvate dai parlamenti
nazionali italiano e olandese). Senza un’informazione sicura (vedremo
nel dettaglio questo punto più avanti) i rischi per il consumatore
sono elevati, e possono portare perfino alla morte.
Andiamo dunque a vedere nel dettaglio le motivazioni che spingono l’autrice
di questo testo a ritenere gli OMG altamente pericolosi per l’ambiente
e per l’uomo.
La sostanziale
equivalenza
Con questo
simpatico trucco le industrie biogenetiche hanno spacciato gli OMG come
privi di effetti nocivi per la nostra salute.
Questo principio della sostanziale equivalenza afferma che la manipolazione
genetica è sostanzialmente identica alla selezione dei caratteri
tramite incrocio.
Quindi affermano che gli OMG sono praticamente identici agli organismi
naturali.
Questa non è nient’altro che una comoda scappatoia legale sfruttata
per evitare di apporre etichette troppo dettagliate sugli OMG. Il cibo
transgenico non è riconoscibile e quindi non boicottabile.
Ma la sostanziale equivalenza viene sfruttata anche per un altro motivo :
dato che gli OMG non offrono di più del loro correlativo naturale,
questa scappatoia permette di far credere che l’OMG non offra anche nulla
in meno. Quindi un cibo naturale e uno transgenico vengono spacciati per
perfettamente identici.
La
sostanziale equivalenza e però praticamente insostenibile.
Infatti
perché un incrocio possa avvenire in maniera naturale occorre che
le due specie siano uguali o molto simili, anche se alle volte l’incrocio
naturale tra due animali simili può dar vita a ibridi sterili.
La manipolazione genetica invece innesta in un organismo il gene di un
organismo completamente diverso. Quindi la sostanziale equivalenza viene
a cadere in quanto :
- L’inserimento
del gene estraneo avviene in un punto a caso della catena del DNA, modificandone
in maniera imprevedibile la sequenza genetica dell’organismo ospite.
Occorre ricordare che la sequenza genetica di un organismo non è
casuale bensì soggetta a regole molto precise, anche se quasi
del tutto ignote all’uomo. L’ingegneria genetica procede quindi per
prove ed errori, destabilizzando in maniera imprevedibile l’ordine del
genoma dell’organismo modificato.
- L’inserimento
del gene ha effetti imprevedibili sull’azione dei geni vicini.
- Dal momento
che il compito dei geni è di produrre proteine, il nuovo gene
inserito causerà la produzione di proteine estranee all’organismo
che lo ospita. Potrà inoltre inibire o alterare la produzione
di proteine essenziali o modificarne la quantità.
Questi aspetti,
che le industrie genetiche relegano in secondo piano con il termine riduttivo
di " particolari tecnici ", sono invece aspetti fondametali
che possono avere conseguenze gravissime. Infatti se un OMG comincia a
sviluppare sostanze nocive per gli esseri umani, il rischio di ingerire
queste sostanze è altissimo. Gli OMG si presentano perfettamente
identici agli organismi naturali, con la differenza che possono contenere
sostanze differenti dal prodotto naturale tossiche per l’uomo.
Con questa premessa possiamo sicuramente definire come fuorviante il principio
della sostanziale equivalenza, che non valuta in maniera seria gli OMG.
I vettori
Un altro
rischio legato agli OMG sono i vettori, particelle costruite artificialmente
che permettono ai geni estranei di penetrare nelle cellule. Questi vettori
sono composti da diversi parassiti genetici in grado di invadere le cellule,
moltiplicarsi al loro interno o inserirsi nel loro genoma superando tutti
quei meccanismi difensivi che la cellula possiede per rendere inattivo
il DNA, estraneo evitando che si intrometta nel suo.
Questi meccanismi vengono messi a punto con il preciso scopo di permettere
la trasmissione di geni tra specie diverse. Una volta immessi nell’ambiente,
questi organismi sarebbero assolutamente difficili da controllare; praticamente
impossibile limitare la loro attività. Le conseguenze sono appena
appena immaginabili.
Un altro punto scottante dei vettori è la loro provenienza. Infatti
parecchi di loro derivano direttamente da virus patogeni. È stato
dimostrato che questo materiale genetico è instabile e può
combinarsi con virus infettivi dando origine a nuovi virus pronti a infettare
piante, animali ed esseri umani. Le malattie originate sarebbero nuove
patologie contro le quali non si avrebbe una cura immediata.
Resistenza
agli antibiotici
È
la prova che viene eseguita dai ricercatori per verificare che l’inserzione
di geni estranei nell’ organismo ospite sia andata a buon fine. Questa
operazione di fatto non ha alcuna utilità effettiva.
Il problema è più grave di quello che si possa immaginare.
Questa resistenza agli antibiotici resta nel patrimonio genetico dell’organismo
modificato anche dopo la fase sperimentale. Questo avviene nella maggior
parte degli OMG.
Durante la digestione di un cibo alcuni frammenti di DNA sopravvivono,
con la possibilità di innestarsi nei batteri della digestione.
Il rischio concreto che il nostro corpo acquisisca l’immunità agli
antibiotici è quindi alta.
È triste realtà il fatto che decine di migliaia di persone
oggi muoiano a causa di malattie che fino a qualche anno fa erano curabili
semplicemente con l’ingerimento di antibiotici. Ma se la resistenza agli
antibiotici sopravvive alla digestione e si innesta nei batteri dello
stomaco allora l’assimilazione dell’antibiotico da parte dell’organismo
umano risulta impossibile, o estremamente difficile. I cibi manipolati
geneticamente rischiano dunque di minare la nostra capacità di
assimilare farmaci, rendendo questi ultimi inefficaci.
Allergie
Lo stesso
fenomeno lo riscontriamo nelle allergie, punto fondamentale per il quale
bisognerebbe richiedere a gran voce più trasparenza e quindi le
etichette sugli OMG.
La maggior parte dei geni utilizzati dall’ingegneria genetica proviene
da specie che non hanno mai fatto parte della nostra alimentazione. Ancora
ignote sono le possibili reazioni del nostro corpo all’ingerimento di
tali sostanze.
Voglio ricordare che ci sono voluti centinaia di anni affinché
la razza umana si abituasse agli alimenti con i quali si nutre oggi. E
queste abitudini variano chiaramente da popolazione a popolazione. Per
esempio per le popolazioni dell’estremo oriente il latte di mucca risulta
non digeribile perché non rientra nella loro cultura alimentare,
e quindi non ne hanno mai fatto uso, a differenza delle culture occidentali.
È dunque molto probabile che l’introduzione su vasta scala di cibi
manipolati possa portare a fenomeni allergici o tossici di massa, con
conseguente emergenza sanitaria di proporzioni notevoli.
Per portare un esempio, la soia transgenica prodotta dalla Pioneer Hi-Bred,
soia alla quale è stato aggiunto un gene di noce brasiliana, ha
scatenato reazioni tossiche nelle persone allergiche a quel tipo di noce.
Se quella soia avesse portato un’etichetta che la contrassegnava come
OMG e che rivelava i geni innestati nella soia, quelle persone allergiche
alla noce brasiliana (il 5% circa della popolazione mondiale) avrebbero
potuto utilizzare un altro prodotto equivalente.
Questo esempio deve renderci attenti ai pericoli nei quali possiamo incorrere
quali consumatori: sappiamo che determinate allergie, se non curate tempestivamente,
possono portare alla morte.
Test poco
rigorosi e incompleti
L’ultimo
punto per comprendere quanto sia importante se non indispensabile l’etichettatura
di questi prodotti, e di come le industrie ci prendano in giro con la
storiella della sostanziale equivalenza sono i test ai quali vengono sottoposti
gli OMG prima di venire lanciati sul mercato. Nessuno di questi prodotti
è mai stato sottoposto a test rigorosi, ma del resto l’esperienza
scientifica nel campo della tossicologia dimostra quanto la sperimentazione
più seria possa rivelarsi completamente sbagliata, non rilevando
determinate sostanze tossiche. Sostanze che l’OMG potrebbe creare anche
dopo un certo periodo, all’insaputa dei produttori e dei consumatori.
Etichettare gli OMG significa avere la possibilità di evitare numerosi
problemi, anche se non saremmo mai sicuri completamente di quello che
stiamo mangiando. Significa poter attribuire alle industrie produttrici
degli OMG una certa responsabilità legale che oggi non hanno, e
che non avranno mai, fino a che sarà data loro la possibilità
di nascondersi dietro al muro della sostanziale equivalenza. Senza sicure
garanzie, ottenute dopo anni di sperimentazioni di ogni genere, per immettere
sul mercato prodotti assolutamente sicuri, e comunque dando la possibilità
al consumatore di poter scegliere tra prodotti bio e OMG, la soluzione
più sensata è che la produzione di OMG venga interrotta
e i prodotti transgenici ritirati dal mercato, ritornando alla fase di
sperimentazione, che sembra ben lungi dall’essere completata.
Il rischio
degli erbicidi
Un ramo dell’ingegneria
genetica lavora alla ricerca di piante che resistano a dosi massiccie
di erbicida, affinché gli agricoltori possano utilizzarne non importa
quale quantità. Diverse piante che oggi sono toccate da questa
sperimentazione sono destinate alla coltivazione agricola per la produzione
di cibo per gli uomini. Residui nelle piante di questi erbicidi sono tossiche
per l’uomo, e la probabilità che dosi minime di erbicida resti
nelle piante diventa ogni giorno più alta, mano a mano che vengono
aumentate le dosi di erbicida spruzzate sulle coltivazioni.
Per esempio, il Challenge della Hoechst, che insieme al roundup della
Monsanto è l’erbicida sul quale la ricerca genetica si è
maggiormente concentrata, e dal quale l’industria si aspetta i maggiori
profitti, usa quale principio attivo il glifosinato, un erbicida non selettivo,
ovvero che uccide tutte le piante con il quale viene a contatto. Oltre
a essere un’eccellente erbicida, il glifosinato ha effetti incredibilmente
tossici anche sull’uomo, in particolare sul sistema nervoso. È
verosimile che residui di questo prodotto si trovino su piante destinate
all’alimentazione umana.
La ricerca di piante transgeniche che resistano agli erbicidi dovrebbe
considerare questo aspetto rischioso per l’uomo, eppure ancora si fa finta
di niente per evitare di interrompere questo businnes appena nato ma già
enorme. Un businnes realizzato con decine di milioni di cavie. Umane…
La fandonia
del rischio calcolato
Quando parliamo
di OMG non possiamo parlare di rischi calcolati come l’industria vuole
farci credere. È verosimile parlare di rischi incalcolabili, perché
non possiamo ancora prevedere come si comporteranno gli OMG in determinate
condizioni climatiche, ma soprattutto come si trasformeranno col tempo.
Organismi che in laboratorio sono perfettamente stabili, una volta coltivati
a livello industriale, e quindi sottoposti alle bizzarrie del tempo, come
caldo intenso, o siccità, possono trasformarsi in maniera completamente
imprevedibile.
Emblematico l’episodio accaduto all’inizio del 99 in Canada, quando 60
mila sacchi di sementi di canola prodotti dalla Limagrain su licenza della
Monsanto sono stati ritirati dopo la vendita per l’apparizione di un gene
non previsto. Se questo gene non fosse apparso subito, ma fosse apparso
in una fase già avanzata della coltivazione, le coseguenze per
l’uomo sarebbero state allucinanti.
Questi rischi non sono soltanto teorici. Gli OMG hanno già fatto
le prime vittime. Nel 92 migliaia di persone contrassero una misteriosa
malattia battezzata " sindrome da mialgia eosinofila ". I sintomi
di questa malattia sono insoppostabili dolori muscolari, sfoghi cutanei
e valori emocromatici incredibilmente alti. 38 persone morirono. Parecchie
centinaia restarono invalide. La malattia, si scoprì in seguito,
era stata causata dall’igestione de L-triptofano, un aminoacido usato
come tranquillante. Questo aminoacido, prodotto dalla Showa Denko, una
ditta giapponese, è prodotto con un batterio geneticamente modificato
in modo da essere più efficiente rispetto ai suoi fratellini normali.
A quanto pare anche troppo efficiente…
Prime
conclusioni
Pur essendo
il discorso incredibilmente articolato e complesso, e ben lungi dall’essere
terminato (l’analisi dello scritto di Carmen Dell’Aversano continuerà
ancora sui prossimi numeri) possiamo già sin d’ora renderci conto
che gli OMG non sono assolutamente privi di rischi per l’uomo e l’ambiente.
Chiaramente chi si occupa della ricerca e della produzione tira l’acqua
al proprio mulino, minimizzando rischi che sono invece altissimi. Dobbiamo
renderci conto che se la situazione odierna perdurerà ulteriormente
il nostro ruolo di " cavie da laboratorio " acquisterà
sempre più consistenza. Se non abbiamo già superato, tristemente,
la soglia del punto di non ritorno…
Mix
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