LA DONNA ALBANESE NELLA TRANSIZIONE: LA VIOLENZA DOMESTICA
COME LA VITA DELLE DONNE E' INVESTITA DAI PROCESSI DI GLOBALIZZAZIONE: IL CASO DELL'ALBANIA


febbraio 2001, stralci dalla tesi di laurea di Stefania Maggioni

 

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4.5.2 La violenza domestica

"La violenza alle donne e nello specifico la violenza domestica costituiscono una palese violazione dei diritti umani universali" . Nella "Dichiarazione delle Nazioni Unite sulla eliminazione della violenza contro le donne" si riconosce che la violenza domestica è la manifestazione di una relazione di potere ineguale tra uomini e donne. Come membro delle Nazioni Unite l'Albania ha recepito, almeno in linea di principio, alcune disposizioni internazionali tra cui: la "Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna" del 1979, la "Convenzione internazionale sui diritti civili e politici" in vigore dal 1976 e la "Dichiarazione", sopra citata, "sulla eliminazione della violenza contro le donne" del 1993 . Nel 1995 inoltre l'Albania ha preso parte a Pechino, insieme ad altri 185 paesi, alla Conferenza Mondiale sulla Donna delle Nazioni Unite impegnandosi così a contrastare la violenza contro le donne e a proteggere i diritti femminili .
Ciononostante in Albania la violenza domestica è un fenomeno assai diffuso, poco conosciuto dall'opinione pubblica e ignorato dal governo. Alcune ONG femminili stanno cercando di sollevare il problema, da un lato informando e sensibilizzando l'opinione pubblica, dall'altro allestendo centri di ascolto e assistenza per le vittime di abusi.
In una recente indagine condotta dall'associazione femminile Refleksione oltre il 63% delle donne intervistate ha ammesso di aver subito maltrattamenti da parte del coniuge o del fidanzato. Sono però pochissime quelle che decidono di raccontare il fatto alle autorità competenti. Le motivazioni sono di carattere economico e sociale. In primo luogo vogliono mantenere la famiglia unita per il bene dei figli; secondariamente la mancanza di un lavoro sicuro e di un alloggio obbligano la donna a rimanere con il marito violento. In ultimo, ma non meno importante, temono il giudizio della comunità circostante.
"La violenza contro le donne deve essere analizzata nel contesto della transizione e delle forti tradizioni politiche, culturali e sociali che influenzano la vita in Albania" . Nonostante i tentativi fatti nel passato, la società albanese è ancora oggi impregnata di forti tradizioni patriarcali (che negli ultimi 10 anni sono tornate prepotentemente alla ribalta) in cui la subordinazione di genere è radicata nelle coscienze degli uomini e delle donne. Molte donne hanno un livello di consapevolezza circa i propri diritti all'interno della famiglia molto basso e l'idea che le violenze fisiche e psicologiche facciano in qualche modo parte della vita coniugale è ancora dominante .
Il "Minnesota Advocates for Human Rights" , una organizzazione non governativa che si occupa di promuovere e salvaguardare i diritti umani nel mondo, ha condotto nel 1996 una ricerca sulla violenza domestica in Albania. Ne emerge un quadro in cui il diritto fondamentale di ciascuna donna di essere libera dalle violenze non viene protetto dal sistema giudiziario.
Anche se le donne hanno tecnicamente il diritto di denunciare i loro aggressori questo raramente accade, perché nelle diverse fasi processuali incontrano numerosi ostacoli. Polizia, giudici e pubblica accusa considerano la violenza domestica come un fatto in cui le parti coinvolte hanno pari responsabilità e costantemente tentano di convincere la donna a perdonare l'aggressore. Lo stato inoltre non richiede alle autorità competenti di tenere un elenco ufficiale delle denuncie così che le informazioni disponibili sul fenomeno sono limitate e poco attendibili. Se una donna non accetta di riconciliarsi con il marito e decide di portare avanti la denuncia dovrà autonomamente raccogliere i testimoni e presentare il caso in aula poiché non è prevista alcuna forma di assistenza durante il procedimento giudiziario. Nei rari casi in cui si giunge a un verdetto di colpevolezza l'aggressore viene, il più delle volte, punito con una multa, quasi mai con la reclusione. La polizia poi raramente rimuove il colpevole dall'abitazione .
In Albania non ci sono leggi specifiche sulla violenza domestica. Il 1 Giugno del 1995 è entrato in vigore il nuovo codice penale che condanna le minacce, le torture e le lesioni intenzionali contro terzi. E' stato abolito l'articolo 138 del vecchio codice penale che poneva i diritti delle donne sotto la diretta tutela dello stato. Questa omissione indica che tra i legislatori non c'è stata la volontà di dedicare una particolare attenzione e una particolare forma di tutela ai diritti femminili, soprattutto in questa difficile fase transitoria . Il nuovo codice inoltre non riconosce come crimine lo stupro del coniuge e anche molte donne non lo reputano tale . Solo il 10% delle donne intervistate dall'associazione Refleksione ha mostrato di avere un'idea chiara del fenomeno che comunque è molto diffuso in Albania.
Recentemente in parlamento è stata approvata una legge sul divorzio senza colpa. Poiché è stato dimostrato che la violenza domestica è la causa principale dei divorzi, la nuova legge sembra offrire alle donne maggiore libertà di fuggire da una relazione violenta, anche se la vita nella società albanese per una donna sola è ancora molto difficile.
Negli anni della transizione il numero dei divorzi è andato diminuendo (la causa principale sembra essere la disoccupazione femminile), ma l'aspetto più importante da sottolineare è che rispetto al passato sono le donne a presentare domanda di divorzio più degli uomini. Questo è dovuto ad un cambiamento di mentalità che stigmatizza meno la donna divorziata e la vede meno come colpevole o non in grado di svolgere il ruolo di moglie e madre.
Il governo albanese ignorando il fenomeno della violenza, lasciando impuniti i colpevoli e negando forme di assistenza alle vittime di abusi, viola gli accordi internazionali sui diritti umani. Inoltre la continua attenzione sulla vittima (per cercare di estorcerle un perdono) piuttosto che sull'aggressore e sulle forme effettive di condanna del crimine, rendono lo stato albanese complice degli aggressori. E i casi di violenza rischiano di aumentare in maniera allarmante.

(continua: prostituzione)