Scheda: l'estrema destra
austriaca.
Fonti: Il dottor H di Bruno Luverà,
L'estrema destra in Europa di Piero Ignazi, L'Europa dopo Haider numero speciale
di Limes. Ottobre 2000.
Nel primo dopoguerra l'Austria fu ridotta ad uno stato di poco più di sei milioni di abitanti dopo che le varie nazioni che costituivano l'Impero avevano proclamato una dopo l'altra l'indipendenza. Il campo politico era diviso tra i socialdemocratici, forti nelle città e soprattutto a Vienna, i conservatori cattolici, consistenti nelle campagne, e il "campo nazionale", cioé la destra che lottava per l'unificazione con la Germania (anschluss), e che era impedita dalle potenze vincitrici della prima guerra mondiale. Quest'ultimo settore era caratterizzato, oltre che dal pangermanesimo, da uno spirito anticattolico ed antiasbugico, dato che vedevano nella stretta relazione tra chiesa e dinastia uno ostacolo all'unificazione con la Germania. La vittoria di Hitler rafforzò i nazisti austriaci che andavano guadagnando una non trascurabile consistenza (con il loro partito Nsdap, fondato nel 1926 da precedenti gruppi con la stessa ideologia). Dopo un periodo di forte instabilità e di crisi economica, Dollfuss, leader dei conservatori cattolici, divenne cancellire nel 1932 e attuò un anno dopo un colpo di stato di stampo autoritario: sciolse il parlamento e si avvicinò all'Italia fascista opponendosi in questo modo alle mire espansionistiche della Germania. Fu ucciso dai nazisti ausriaci nel 1934. Da quel momento il crescendo delle pressioni tedesche portò infine all'invasione dell'Austria da parte della Germania e la sua annessione nel1938.
Il secondo dopoguerra portò in un primo tempo ad un ampio processo di "denazificazione" (un quarto degli austriaci alla fine della guerra era risultato iscritto al Nsdap e alle sue organizzazioni paramilitari) e quindi ad una successiva, rapida integrazione degli ex nazisti anche nei due maggiori partiti: il Spö (Partito Socialista Austriaco) e l'Övp (PArtito Popolare Austriaco).
Subito dopo la fine della guerra sorsero vari gruppi neonazisti più o meno clandestini e a volte mascherati da finalità non politiche. Tra queste segnaliamo la Ring Freiheitlicher Studenten (Alleanza degli Studenti Liberali, Rfs) che contava 1/3 degli studenti universitari fino agli anni sessanta. Dopo essere stata ridimensionata dal 1968, scomparve nel 1989. Haider fu un suo attivista.
Tra i vari gruppi di estrema destra emerse la Lega degli Indipendenti (Vdu), costituitasi nel 1949 e teso a conquistare il conseso degli epurati della denazificazione. Al centro della propaganda di questo partito era l'abolizione delle norme restrittive contro gli ex nazisti e il pangermanesimo.
Dal Vdu sorse il Fpö, Freiheitliche Partei Österreichs (Partito Liberale Austriaco) che pure era caratterizzato dal rifiuto della nazione austriaca. Con il passare del tempo la componente antiaustriaca declinava rapidamente sino a divenire trascurabile alla fine degli anni ottanta. Anche la gran parte dei mebri del Fpö erano ex nazisti.
Alla fine degli anni settanta cresceva nel partito la componente più autenticamente liberale (con a capo Steager) che riusciva a fare accettare la formazione all'Internazionale liberale. Ciò facilitava la coalizione di governo con l'Spö nel 1983, quando l'Fpö ottenne finalmente la propria "legittimazione". La coabitazione coi socialisti fece crescere all'interno l'insofferenza dei militanti e nel congresso del 1986 il leader della Carinzia Jorg Haider conquistava la maggioranza con una linea radicale di destra ed anticonsociativa. Si rompeva l'alleanza coi socialisti e l'Fpö conseguiva il suo primo importante successo elettorale nel 1986. Il partito accentuava il proprio carattere antisistema, sottolineando l'"oppressione burocratica fiscale dello spato", lo "spreco dell'assistenza sociale", la "disonenestà dei politici", la "rapacità delle banche controllate dagli ebrei" e la difesa dell'orgoglio nazionale. Da allora la progressione elettorale è stata costante.
Voti al Fpö (Vdu) per il parlamento nazionale
anno
percentuale di voto 1949 (Vdu) 11,7 1953 (Vdu) 11,0 1956 (Vdu) 6,5 1959 7,7 1962 7,1 1966 5,4 1970 5,5 1971 5,5 1975 5,4 1979 6,1 1983 5,0 1986 9,7 1990 16,6 1994 22,5 1995 21,9 1999 26,9
fonte: Piero Ignazi, L'estrema destra in Europa
Dal 1990 l'Fpö accentuava la propria caratterizzazione antimmigrati ponendo in relazione la questione con la criminalità.
Nel 1993 si ebbe l'espulsione dall'Internazionale liberale del Fpö e la scissione dei liberali di Heidi Schmid. Tra il '92 e il '95 Haider svuotava di poteri gli organismi statutari accentrando tutto su di sé.
Negli anni novanta il partito mutava il proprio discorso: non più pantedesco ma nazionalista e antieuropeo (l'Fpö si oppose all'entrata nell'UE), non più anticlericale, e con grande attenzione alle tutele sociali (ma solo per gli austriaci). Parallelamente aumentava la penetrazione del Fpö nella classe operaia passando da un 4% di voto operaio del '79 al 21% del 1990 al 47% del 1999.
Le elezioni del 1999 hanno determinato la fine della tradizionale alleanza governativa Spö-Övp e la formazione di un governo Övp-Fpö con a capo il popolare Schüssel.
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