GRIMALDI E KALAJIC: UNA RISPOSTA
LA RISPOSTA DI FERRARIO ALLE LETTERE DI FULVIO GRIMALDI


marzo 2001, di Andrea Ferrario

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Riporto qui sotto la mia risposta a un messaggio di Fulvio Grimaldi fatto circolare negli ultimi giorni in Internet e relativo al mio articolo "Dragos Kalajic: nero profondo, occasionalmente rosso". In questa lista sono stati sollevati dubbi sulla buona fede del sottoscritto nel sollevare "solamente ora" la questione dei rapporti ripetuti e amichevoli di Grimaldi con un neofascista. Francamente non capisco perché, quando si parla di un fatto così grave come le reiterate, amichevoli e, soprattutto, documentate frequentazioni fasciste di un giornalista che scrive sull'organo di un importante partito di sinistra italiano, si debba spostare il discorso sui processi alle intenzioni. Comunque, per la cronaca, il sottoscritto aveva sollevato la questione immediatamente dopo avere riscontrato che alla presentazione del Tribunale Clark avvenuta a Roma aveva preso parte il neofascista Kalajic, insieme a un rappresentante diplomatico dell'ambasciata jugoslava. Lo ho fatto nella stessa giornata del 1 novembre in cui si è svolta la riunione di Roma, con un messaggio di protesta inviato a svariati compagni della rivista "Guerre & Pace", o che collaborano a quest'ultima, uno dei quali, tra l'altro, fa parte della stessa sezione italiana del Tribunale Clark. In "Notizie Est", che è un bollettino di informazione, e non di discussione politica, ho pubblicato l'articolo dopo avere reperito ulteriori e più dettagliati materiali di Kalajic pubblicati in Russia. La pubblicazione del mio articolo è stata stimolata, tra le altre cose, dall'articolo in cui Grimaldi esibisce i suo amichevoli rapporti con il neofascista, pubblicato su "Liberazione" non in tempi remoti, ma nella recente data del 7 ottobre 2000.

Nel mio articolo "Dragos Kalajic: nero profondo, occasionalmente rosso", pubblicato in "Notizie Est" #395 del 1 febbraio 2001, avevo rilevato, tra le tante altre cose, come Fulvio Grimaldi, ex giornalista RAI e oggi editorialista dell'organo di Rifondazione Comunista, "Liberazione", avesse partecipato a numerose iniziative a fianco del neofascista serbo Kalajic. Inoltre, avevo documentato come Grimaldi avesse infine portato Kalajic sulle pagine di "Liberazione" con un articolo del 7 ottobre 2000 in cui lo stesso Grimaldi raccontava del suo peregrinare a Belgrado in compagnia dell'estremista di destra suo amico. Nei giorni scorsi Grimaldi ha diffuso in Internet, in risposta "al libello" (cioe' il mio articolo), un lungo messaggio che e' stato fatto circolare in varie mailing-list. Non rispondo qui ai pesanti apprezzamenti che Grimaldi fa sulla mia persona, tanto confusi quanto grotteschi: svolgo da anni un lavoro interamente pubblico sui Balcani (http://www.ecn.org/est/balcani) e pertanto non ve ne e' alcun bisogno. Mi interessano solo i fatti. E i fatti sono che nel suo verboso messaggio Grimaldi scrive, nel tentativo di giustificarsi, tre bugie. A tali tre bugie aggiunge inoltre un particolare che rende ancora piu' gravi le sue frequentazioni amichevoli con il neofascista.
Grimaldi infatti scrive:
" Dragos Kalajic e' quello che e' e ovviamente va intervistato [grassetto mio, si veda piu' sotto - a.f.] in quanto noto e informato come pochi sugli eventi jugoslavi, comunque li interpreti". Poco piu' sotto aggiunge: "Ho partecipato a tre eventi pubblici con Kalajic. Il primo - non lo conoscevo per niente, neanche dalla TV - su invito della Federazione PRC di Genova alla locale Festa di Liberazione. Un secondo, mi pare a un controvertice di Bari, insieme a sette altre persone. Il terzo, alla presentazione del Tribunale Clark, con Giovanni Russo Spena e lo stesso Ramsey Clark. A quel punto ho saputo e letto alcune cose di Kalajic (erano passati tre mesi dal primo incontro) e sulle sue vedute e ho avvisato, come molti ricorderanno, gli organizzatori di incontri di evitare il personaggio. La mia 'intimita'' con lui, per quanto la mia professione mi imponga di frequentare anche il diavolo, non e' mai esistita".
Quindi: 1) Grimaldi afferma di avere saputo delle "vedute" di Kalajic in corrispondenza ("a quel punto") della presentazione del Tribunale Clark, che si e' svolta alla Casa delle Culture di Roma il 1 novembre 1999 (Tanjug, 2 novembre 1999), e di avere avvisato chi organizzava incontri di evitare il personaggio. Tuttavia, il primo a non ascoltare questo avviso e' stato... lo stesso Grimaldi! Infatti, in Internet si trova una testimonianza nero su bianco della partecipazione di Grimaldi a un'altra iniziativa con Kalajic, piu' precisamente alla Casa del Popolo di Bologna, si noti bene, il 29 gennaio 2000, cioe' piu' o meno tre mesi dopo avere avvisato di evitare il personaggio, come afferma egli stesso. L'iniziativa era stata pubblicizzata con largo anticipo, il 19 gennaio, nella mailing list yugoslavia@peacelink.it, con un messaggio in cui una breve biografia di Grimaldi appariva accanto a quella di Kalajic, del quale naturalmente non si diceva che era un estremista di destra (http://www.peacelink.it/appuntam/calendario%20%20gennaio.htm);
2) nel suo messaggio Grimaldi cerca di fare credere che il suo articolo "Belgrado, il silenzio del giorno dopo", pubblicato da "Liberazione" il 7 ottobre 2000, sia "solo" un'intervista al neofascista (si veda sopra). E' una bugia: nell'articolo Grimaldi descrive il suo girovagare per le strade di Belgrado in compagnia di Kalajic (si danno del tu), intercalandolo con alcuni scambi di opinione con il neofascista, con il quale, tra l'altro, la comunita' di vedute e' quasi totale (unica eccezione: le valutazioni su Kostunica), come chiunque puo' constatare leggendosi l'articolo (http://www.peacelink.it/webgate/yugoslavia/msg00339.html);
3) Grimaldi dice di non avere alcuna "intimita'" con Kalajic - non so cosa intenda lui per "intimita'", termine che io non ho usato, avendo scritto che Grimaldi e' in rapporti "di amicizia" con il neofascista. Lo ho scritto non per deduzione, ma semplicemente perche' e' lo stesso Grimaldi ad averlo scritto in maniera inequivocabile: nel summenzionato articolo egli definisce infatti Kalajic, letteralmente, "l'amico analista". Va notato che Grimaldi era amico di Kalajic nell'ottobre 2000, cioe' quasi un anno dopo avere appreso delle sue "vedute" fasciste e avere avvisato gli organizzatori di iniziative di evitarlo.

Tutto quello che ho scritto nell'articolo si conferma pertanto esatto, e d'altronde avevo rigorosamente citato le fonti, i nomi e le date. Ora in piu' sappiamo che Grimaldi ha continuato a frequentare il neofascista e a esserne amico pur sapendo da tempo che e', per l'appunto, un neofascista. E sempre sapendo che e' un neofascista lo ha portato, con apprezzamenti positivi, sull'organo di Rifondazione Comunista. Di fronte al mio articolo nel quale venivano rilevati i suoi rapporti con un estremista di destra, Grimaldi non ha trovato di meglio che raccontare tre maldestre bugie, circondandole nella nebbia di lunghe tirate retoriche.
Ogni altro commento mi sembra superfluo.



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