Ultime notizie sui prigionieri kosovari
in Serbia.
Da
AFP e Kosova Crisis Center.
Novembre 1999.
BELGRADO, 9 Novembre 1999 (AFP).
Un gruppo di Belgrado
che si occupa della difesa dei diritti umani ha invitato le autorità
serbe a rilasciare 350 albanesi kosovari detenuti illegalmente.
L'Humanitarian Law Center (HLC) ha riferito (ad un inviato della AFP) che in
questa lista vi sono presenti anche: un ragazzo di 13 anni, 25 minorenni, circa
200 persone che hanno subito maltrattamenti e una donna detenuta con il figlio
di 4 mesi. Tutti quanti sono stati arrestati, durante i bombardamenti della
NATO nei primi mesi dell'anno, accusati di essere "terroristi" o di
aver compiuto "atti contro l'ordine costituzionale" del paese. A detta
dell'HLC, altri civili albanesi del Kosovo sono stati arrestati mentre si recavano
in Albania dopo che le forze di sicurezza di Belgrado li avevano cacciati dalle
loro abitazioni. Essi sono stati accusati di "appartenere o di supportare"
gli indipendentisti dell'UCK.
La HLC fa presente che: "i 30 giorni di detenzione previsti per le persone
arrestate e accusate di terrorismo durante lo stato di guerra nel paese sono
scaduti cinque o più mesi fa".
A quelli imprigionati a Sremska Mitrovica non è stata consentita la visita
da parte dei loro avvocati, e sono state riscontrate numerose irregolarità
nella procedura giudiziaria nei confronti degli accusati.
2050 prigionieri kosovari, per lo più di etnia albanese, sono detenuti
in Serbia, con il consenso del ministro della giustizia Drogoljub Jankovic.
Molti di questi sono accusati di essere membri dell'UCK, considerata un'organizzazione
terroristica da Belgrado. L'UCK il settembre scorso è stata ufficialmente
trasformata in Corpo di Protezione Civile (ndt: Truppe di Difesa del Kosova
TMK) sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Il Comitato Internazionale della
Croce Rossa si è adoperato per assicurare la liberazione di 220 kosovari
detenuti in Serbia da quando truppe di Belgrado si sono ritirate dal Kosovo
a metà Giugno.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
da Kosova Crisis Center: http://www.alb-net.com
PROCESSO POLITICO
IN SERBIA
La Comunità Internazionale chiamata a vigilare.
New York, 8 Novembre 1999___
Human Right Watch (HRW) oggi ha chiesto che l'ormai prossimo processo ad una eminente prigioniera politica kosovara (Flora Brovina) dovrà essere monitorato da diplomatici ed esponenti dei mass media. Il processo inizierà l'11 Novembre nella città serba di Nis.
La dottoressa Flora
Brovina, 50 anni, è stata arrestata da poliziotti serbi in borghese di
fronte al suo appartamento di Pristina durante i bombardamenti della NATO in
Yugoslavia. E' stata accusata di aver commesso atti di terrorismo contro lo
stato yugoslavo, in base all'articolo 136 del codice penale yugoslavo.
I tribunali in Serbia sono spesso controllati dal governo. Agli imputati, specialmente
se albanesi kosovari coinvolti in casi politici, spesso sono negati processi
equi. HRW nutre la preoccupazione che alla dottoressa Brovina NON sarà
concesso un processo equo.
La pediatra e poetessa Flora Brovina è stata la fondatrice e la leader della Lega delle Donne Albanesi, è stata accusata di fornire cibo, vestiti e medicinali all'UCK. Durante la guerra la sua clinica ha fornito servizi medici a donne ed ai bambini rimasti a Pristina.
La dottoressa Brovina dapprima è stata detenuta nel carcere di Lipljan in Kosovo, dove altri prigionieri hanno riferito a Human Right Watch circa regolari maltrattamenti e pestaggi da parte delle guardie carcerarie (ad esempio un cordone di manganellatori che "accoglieva" i nuovi detenuti). Il 10 di giugno, due giorni prima dell'ingresso della NATO in Kosovo, lei e centinaia di altri prigionieri sono stati trasferiti, in Serbia.
La dottoressa Brovina
attualmente si trova nel carcere di Pozarevac, dove ha ricevuto visite da parte
del Comitato Internazionale della Croce Rossa (ICRC), degli avvocati e del marito.
Tuttavia, suo marito non ha potuto incontrarla da sola (ndt: due guardie sono
state presenti durante tutto il colloquio) e ha dovuto parlare in serbo, e non
in albanese loro lingua madre.
Ajri Begu, marito di Flora, ha riferito a Human Right Watch che le condizioni
nel carcere di Pozarevac sono migliori rispetto al Kosovo, ma la dottoressa
Brovina ha avuto difficoltà ad ottenere medicine per il suo cuore malato
(ndt: la signora Brovina ha avuto due attacchi di cuore durante la prigionia).
Il processo alla dottoressa Brovina si terrà presso la corte municipale
di Nis il giorno 11 Novembre.
HRW invita i diplomatici presenti in Yugoslavia e i rappresentanti della comunità
internazionale, cosi come i giornalisti, a monitorare il processo. "é
stato un grosso errore non includere la questione dei prigionieri politici albanesi
kosovari negli accordi tra la NATO e la Yugoslavia alla fine della guerra"
ha dichiarato Holly Cartner, Direttore Esecutivo della divisione europea e centro-asiatica
di HRW. "ora, alla fine, la comunità internazionale dovrà
monitorare i processi affinchè questi rispettino gli standard internazionali."
Il governo yugoslavo ha ammesso che approssimativamente 1900 albanesi kosovari sono ancora detenuti in tredici differenti prigioni in Serbia. Tutti questi hanno potuto rivevere visita da parte dalla ICRC. Ma alcuni detenuti non appaiono nella lista del governo, ad esempio Albin Kurti, il noto attivista studentesco ed ex rappresentante politico dell'UCK (ndt: in verità Albin Kurti è stato, fino agli accordi di Rambouillet, il segretario del rappresentante politico dell'UCK, Adem Demaci), che attualmente è detenuto nel carcere di Pozarevac. In Kosovo gruppi che si occupano della difesa dei diritti umani affermano che più di 5000 albanesi kosovari attualmente risultano scomparsi , da aggiungere a quelli che sono detenuti. Non è dato di sapere se queste 5000 persone sono detenute o morte.
per maggiori informazioni
contattare:
Fred Abrahams (+32-75) 528-890
Alexandra Perina (+1-212) 216-1845