Albin Kurti condannato a 15 anni.
Comunicato
del Centro di Iniziativa Politica sui Balcani (CIPB) e la dichiarazione di Kurti
all'apertura del processo. Marzo 2000.
Lunedì 13
marzo scorso, Albin Kurti è stato condannato dal tribunale di Nis a 15
anni di reclusione con l'accusa di "attività sovversiva" e
di avere dato appoggio diretto a "gruppi terroristi".
La notizia della sentenza è particolarmente grave e si inserisce nella
scia delle precedenti condanne a carico di cittadini di etnia albanese, accusati
di avere preso parte attivamente o di avere appoggiato in qualche modo l'attività
dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK) e attualmente detenuti in Serbia.
Albin ha 25 anni ed è una delle personalità kosovaro albanesi
più importanti e conosciute all'estero. Alla guida dell'Unione Indipendente
degli Studenti (UPSUP) ha promosso negli anni successivi all'espulsione di massa
degli studenti albanesi dall'Università di Prishtina, portata avanti
dal regime di Miloöevic dal 1989, l'organizzazione di una struttura universitaria
parallela per le migliaia di studenti di etnia albanese del Kosova e manifestazioni
pacifiche di massa, nel corso del 1996-97, duramente represse dalla polizia
di Belgrado. Dimessosi dal vertice dall'Unione degli Studenti, è in seguito
diventato portavoce di Adem Demaci, quando quest'ultimo era il rappresentante
politico dell'UCK. Arrestato a Prishtina nell'Aprile 1999 dalla polizia serba
insieme al padre ed al fratello minore (questi ultimi in seguito rilasciati),
duramente picchiato, è stato detenuto nel carcere di Lipljan, in Kosova,
durante la campagna aerea della NATO, per poi essere trasferito in Serbia, insieme
ad almeno 2.000 cittadini di etnia albanese, al momento del ritiro delle forze
serbe dal Kosova, nel giugno 1999.
Detenuto a Pozarevac fino a poche settimane fa, al processo a suo carico, presso
la corte federale di Nis, Albin ha dichiarato di non riconoscere l'autorità
della corte, rifiutando di essere difeso, accusando i magistrati di eseguire
direttive di un regime fascista, quello di Milosevic, e sostenendo di riconoscere
come unica autorità quella del popolo del Kosova.
Il Centro di Iniziativa Politica sui Balcani denuncia a gran voce la gravità
della condanna inflitta ad Albin Kurti, che costituisce l'ennesima vittima della
"giustizia" del regime di Belgrado, che continua a punire con pene
durissime anche chi non si è mai macchiato di reati di sangue.
Invitiamo alla mobilitazione immediata tutti i militanti, le realtà e
le associazioni democratiche e della sinistra, affinchè facciano sentire
alta la protesta contro la sentenza ai danni di Albin e per manifestare la loro
solidarietà a tutti i prigionieri politici e ai "desaparecidos"
albanesi, ancora illegalmente detenuti in Serbia.
Il Comitato di solidarietà con il Kosova ha promosso nel maggio 1999
una campagna di raccolta di firme a favore della liberazione di Albin Kurti,
Flora Brovina e degli altri prigionieri politici albanesi, che ha portato alla
raccolta di più di 1.000 firme, consegnate al consolato jugoslavo di
Milano il 3 giugno scorso.
Il CIPB comunicherà al più presto le iniziative concrete alle
quali si potrà dare adesione, per chiedere l'immediata liberazione di
Albin Kurti, la cui condanna appare chiaramente politica e mirata a colpire
tutto il popolo del Kosova.
Per contatti:
Centro di Iniziativa Politica sui Balcani (CIPB)
http://www.ecn.org/cipb
e-mail: cipb@ecn.org
Comitato di solidarietà
con il Kosova
http://www.ecn.org/kosova
e-mail: kosova@ecn.org
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La dichiarazione di Kurti
Giovedì
9 Marzo 2000 presso il tribunale di Nis (città situata nel sud della
Serbia) è iniziato il processo nei confronti del leader studentesco albanese
kosovaro Albin Kurti, 25 anni.
Kurti è accusato, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa serba Beta,
di "associazione in attività di stampo terroristico". Se venisse
giudicato colpevole potrebbe essere condannato fino a 20 di reclusione.
Albin Kurti è stato uno dei leader del sindacato studentesco (UPSUP)
dell'Università parallela di Prishtina, ed è stato anche tra gli
organizzatori di diverse manifestazioni pacifiche nelle città kosovare
nel settembre del 1997 contro il regime di apartheid che regnava in Kosovo.
In seguito divenne il portavoce di Adem Demaci, l'ex rappresentante politico
dell'Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK), fino alla firma degli accordi
di Rambouillet.
Albin è stato arrestato nell'Aprile scorso durante i bombardamenti della
NATO, a metà giugno dopo la firma degli accordi di "Pace" di
Kumanovo è stato deportato in Serbia insieme a migliaia di altri prigionieri
politici albanesi.
La dichiarazione
resa da Albin al tribunale di Nis si è trasformata duro in un atto di
accusa nei confronti del regime di Belgrado: "è irrilevante per
me se sarò condannato a 10, 20, 30 o 40 anni di carcere. In primo luogo
non intendo rispondere a questo tribunale, ma intendo rispondere al tribunale
del mio popolo", ha detto rivolto alla corte parlando in albanese, inoltre
ha rifiutato di difendersi e di rispondere a qualsiasi domanda dei magistrati:
"Non riconosco questo tribunale [...] Questa corte è al servizio
del regime fascista di Milosevic e non ha nulla in comune con la verità
o la giustizia [...] la guerra di liberazione dell'UCK è stata una lotta
per l'indipendenza del Kosovo e dei territori abitati dagli albanesi e liberazione
da un regime fascista".
Circa la sua attività sindacale ha dichiarato "il nostro sindacato
(studentesco) è stato contro il regime serbo, che con il suo esercito
e le sue forze di polizia si sono rese responsabili di terrore e sistematica
repressione nei confronti degli albanesi [...]" Ha terminato dicendo: "non
ho motivo di difendermi o di rispondere a qualsiasi domanda o accusa [...] non
è importante per me se mi condannerete e per quanto [...] ogni cosa che
ho fatto, è stata fatta volontariamente, con dignità; ne sono
orgoglioso e lo rifarei ancora".
Il processo è stato quindi aggiornato a lunedì 13 Marzo.