AGGRESSIONE
FASCISTA
I giornali del 30/3
Comunicato
stampa (29/3)
I giornali (29/3, 30/3,
1/4)
L'ordine del giorno deliberato dal Consiglio
Comunale (30/3)
Da La Provincia Pavese del 30 marzo 2003
Scatta
la denuncia per dieci skinheads
Una ragazza e quattro poliziotti feriti durante gli
incidenti di venerdì sera
Gli estremisti indagati per «ricostituzione del partito fascista»
PAVIA. Quattro
agenti della Digos feriti, una ragazza austriaca medicata al pronto soccorso
e dieci skinheads che saranno denunciati alla magistratura. E' il bilancio
dell'assalto, in perfetto stile militare, di venerdì sera al Barattolo
da parte di una trentina di giovani di estrema destra. Le indagini, comunque,
sono tutt'altro che concluse: gli uomini della Digos stanno esaminando fotografie
e filmati per identificare anche il resto del gruppo.
Gli skinheads sono stati, tra l'altro, anche accusati di ricostituzione del
partito fascista. Secondo la questura è stato un assalto organizzato
nei minimi particolari. Purtroppo una poliziotta della Digos ha riportato
una sospetta frattura allo zigomo destro con una prognosi di alcune settimane.
Ecco la ricostruzione degli scontri avvenuti mentre al Barattolo stava iniziando
un dibattito sul tema: "Le nuove destre: un pericolo per la convivenza
civile".
Davanti all'ingresso c'erano tre pattuglie di poliziotti, due della Digos
con personale in borghese (con cinque uomini) ed altri due agenti della volante.
Un servizio piuttosto consistente anche se nessuno si aspettava un assalto
così violeno. Gli assalitori hanno usato una tecnica militare. Hanno
fatto esplodere due petardi molto potenti vicino al Barattolo e così
alcuni agenti di guardia si sono spostati di un centinaio di metri per vedere
cosa stava succedeno. In realtà era solo una trappola perchè
gli skinheads hanno subito attaccato cercando di entrare al Barattolo. Per
fortuna altri agenti erano rimasti fermi e così, anche con l'aiuto
di personale del centro sociale, sono riusciti a chiudere in tempo il cancello.
Un ispettore della Digos è rimasto contuso nell'operazione. Nemmeno
uno skinheads è riuscito ad entrare nei locali: è già
un buon risultato.
Gli scontri si sono susseguiti e gli agenti della Digos sono rimasti feriti.
Intanto è arrivato in auto un militante di sinistra in compagnia di
una ragazza austriaca. Gli estremisti di destra lo hanno riconosciuto gli
hanno sfasciato l'automobile con pugni e calci. Sono stati attimi drammatici.
Nel frattempo sono intervenute altre pattuglie di polizia e di carabinieri:
i nuovi tafferuglie sono stati bloccati e gli skinheads sono fuggiti. Sul
posto anche il vice-questore vicario Ferdinando Palombi. La ragazza austriaca
di 20 anni, Martina Huller, ha riportato lievi contusioni al volto ed è
stata medicata.
Gli agenti hanno riportato la calma ma, intanto, le indagini sono scattate
molto rapidamente. Dieci assalitori (tutti pavesi) sono stati identificati
ed ora saranno segnalati alla magistratura. Pesanti le accuse: violenza e
resistenza a pubblico ufficiale, lesioni, danneggiamenti ed anche riorganizzazione
del partito fascista.
«Ipotizziamo anche questa accusa in base ad una legge del 1952 - spiega
lo stesso questore Gianni Calesini - perchè hanno usato una tecnica
militare. Ci sono state anche manifestazioni esteriori di tipo fascista: sarà
poi il magistrato a decidere».
«Il servizio della Digos - continua il questore - è stato all'altezza
della situazione. Gli agenti sono riusciti a fronteggiare gli skinheads facinorosi
e sono riusciti ad impedire che gli aggressori entrassero al Barattolo. Sono
molto soddisfatto del loro comportamento».
La prima parte dell'indagine è conclusa. Gli investigatori sono subito
riusciti ed identificare gli skinheads pavesi ma restano ancora una ventina
di nomi da scoprire.
Probabilmente si tratta di estremisti di estrema destra che sono arrivati
da altre province. Alcuni aggressori, secondo i testimoni, parlavano con un
marcato accento romano.
«E'
un'azione di squadrismo violento»
Montagna per il Comitato unitario antifascista: «La città
reagisca»
di Sisto Capra
PAVIA. «Era dai
tempi del fascismo che a Pavia non si verificava un episodio squadristico
così violento, feroce, barbaro». Tullio Montagna, presidente
del Comitato Unitario Antifascista, è ancora sconvolto a ripensare
ciò che è successo venerdì sera al Barattolo. Presidente,
come ha vissuto quell'ora di follia? «Ci stavamo accingendo ad iniziare
un dibattito tranquillo. All'improvviso sono arrivati quei venti o trenta
individui».
«Ho avuto l'impressione che avessero assunto sostanze stupefacenti perchè
erano esagitati, violenti. Non solo hanno tentato di forzare il cancello,
ma, quando sono tornati poliziotti e carabinieri dopo il sopralluogo al posto
dove avevano fatto esplodere le bombe carta, invece di disperdersi hanno insultato
e si sono avventati velocissimamente su agenti e militari».
Come giudica la reazione delle forze dell'ordine?
«Quelli che erano sul posto hanno fatto quel che potevano. Il problema
è che erano in numero esiguo per fronteggiare la minaccia. I neo-fascisti
hanno tentato di scavalcare il muro di cinta e hanno continuato a scandire
cori fascisti, a fare saluti romani e lanciare inviti allo scontro fisico,
irridendo chi era nel cortile e non usciva per farla a botte. E sono rimasti
lì, nonostante le forze dell'ordine che erano in numero inadeguato
e non avevano ricevuto rinforzi. Così è successo il resto».
Che cosa?
«Hanno potuto circondare e aggredire l'auto di un ragazzo e una ragazza
che venivano al Barattolo, hanno ammaccato la carrozzeria e spaccato i vetri
e aggredito i due giovani nell'abitacolo, prendendo per il collo la ragazza,
che poi è andata a farsi medicare all'ospedale. E' gravissimo che costoro,
pur in presenza della forza pubblica, non solo non si siano dispersi ma hanno
praticato altre azioni di violenza a persone e cose, quando c'era il massimo
dispiegamento delle forze dell'ordine».
Che cosa la preoccupa di più oggi?
«Costoro evidentemente ritengono di essere intoccabili e intendono annullare,
con la violenza, l'agibilità democratica di centri di discussione e
di confronto politico assolutamente non violenti. Oggi (ieri, ndr) abbiamo
incontrato il prefetto, al quale abbiamo rappresentato la situazione di venerdì
sera e il clima di intimidazione e di violenza che è in escalation,
introdotto a Pavia da questa gente».
Escalation?
«Sì. Qualche giorno fa al pub Dublino è stato malmenato
un ragazzo che aveva guardato evidentemente con troppa attenzione uno di questi
neo-fascisti che aveva nel giubbotto l'effigie di Mussolini. Il prefetto ha
preso atto e ha assicurato che costoro saranno denunciati e perseguiti a termini
di legge e che si provvederà per il futuro affinchè episodi
del genere non si ripetano. C'è un rischio di ordine generale».
Quale?
«Costoro, e lo si desume dal sito internet veneto, stanno diventando
un punto di riferimento per il Nord Italia. Questo espone Pavia a diventare
teatro di riscontri futuri tra tutti coloro che pensano che la battaglia politica
si debba risolvere sulla base della violenza. E' quindi importante che non
solo le istituzioni e le forze politiche ma la città intera risponda
in maniera fattiva e solidale, affinchè a Pavia sia assicurata a tutti
la libertà di confrontare le proprie idee. I cultori della violenza
devono essere emarginati e posti in condizione di non nuocere
Albergati:
«Non deve abbassarsi la soglia di sicurezza»
Vertice politico in prefettura, oggi si riunisce il Comitato per l'ordine
e la vigilanza
d. z.
PAVIA. «Ora è
alta da parte di molti la sensazione di non essere protetti». Il sindaco
Andrea Albergati, insieme a buona parte dei componenti la sua giunta, e rappresentanti
delle forze politiche pavesi ha appena lasciato la prefettura. E' sabato mattina,
l'ha lasciata pensieroso, dopo aver chiesto che «le autorità
preposte vigilino per evitare aggressioni come quella avvenuta l'altra sera
al "Barattolo"». Il prefetto ha ascoltato e promesso interventi
tempestivi. Prima di tutto la riunione, in programma per oggi alle 17, del
Comitato per l'ordine e la vigilanza. Un passaggio importante per chiarire
le idee sul da farsi e dare una risposta alla bisogno di sicurezza.
Sono molte le reazioni politiche. A cominciare da quella del senatore Fiorello
Cortiana (Verdi-Ulivo). Che sottolinea: «L'altra sera a Pavia 30 naziskin,
dei quali diversi volti noti e riconoscibili di Pavia, hanno cercato di mettere
in atto un agguato contro i partecipanti ad un dibattito sull'ascesa delle
nuove destre. I poliziotti presenti, su richiesta degli organizzatori al questore,
hanno tenuto un atteggiamento contraddittorio».
Cortiana ha presentato una interrogazione urgente al ministro Pisanu chiedendo
alla questura «tempestività nell'agire perchè le persone
responsabili dell'accaduto siano chiaramente identificate e riconoscibili»
e perchè rendano pubblico ciò che fanno in modo che la società
civile e i centri sociali siano a conoscenza dell'operato della questura».
E conclude: «Già dopo l'omicidio di Davide Cesare avevo messo
in guardia dal ritorno dello squadrismo nazifascista, conta poco ora fare
i confronti con gli anni '70, conta una tempestiva mobilitazione democratica
contro ogni deriva violenta».
«In prefettura è emersa con forza una sensazione di allarme per
quello che è successo»: Albergati cerca soluzioni. Spiega: «Dopo
l'episodio di questo autunno dove fortunatamente, a parte un ragazzo che ha
ricevuto un calcio, non si sono avuti feriti, l'altra sera c'è stato
un esercizio della violenza. E' un fatto inaccettabile, esprimiamo tutta la
nostra preoccupazione e invitiamo le autorità preposte a vigilare.
E' importante che la violenza non inneschi altra violenza».
«Abbiamo riferito al prefetto ed è stato convocato il Comitato
per l'ordine e vigilanza - conclude Albergati - L'impressione è che
stia succedendo qualcosa di molto brutto, questa è una città
che non ha nessuna intenzione di accettare una spirale di violenza. Il prefetto
è sembrato attento rispetto a quello che si è detto. L'importante
era dare un segnale perchè gli animi sono caldi».
Sull'argomento interviene anche il vicensindaco Eligio Gatti. «E' stato
un brutto episodio - commenta - inserito in una sorta di strategia che questi
gruppi neofascisti stanno mettendo in atto. Sono molto preoccupato perchè
colpiscono in modo continuo una realtà, quella del "Barattolo"
non deviante e violenza, anzi costituita da ragazzi che hanno dimostrato di
essere ben inseriti in città e organizzato iniziative di valore».
«Nutro preoccupazione anche per l'impotenza dimostrata dalle forze dell'ordine
- prosegue Gatti - Visto che sono state colpite, mi sarei atteso una reazione
più decisa. Mi attendo che la città sappia rispondere con fermezza
a queste provocazioni».
Rifondazione e Corsari
«Il questore si dimetta»
PAVIA. «Il
questore si dimetta». A puntare il dito contro il capo della polizia
di Stato sono Rifondazione comunista e i Corsari. La Margherita, invece, chiede
che prefetto e questore tutelino la sicurezza cittadina e punisca i colpevoli.
«Abbiamo discusso con il questore due giorni fa - dice un portavoce
del centro sociale - insieme ai rappresentanti delle forze politiche del centrosinistra
e sindacali. In quell'occasione, abbiamo chiesto garanzie in vista del dibattito
di venerdì sera, perché viva era la preocupazione che gli squadristi
volessero fare un'azione al Barattolo, come nello scorso settembre. Egli ci
aveva garantito che avrebbe adottato misure adeguate. Venerdì sera,
invece, all'inizio del dibattito, erano pochi gli uomini della Digos a stazionare
davanti al centro sociale. E si sono ritrovati in balìa degli squadristi.
Il questore ha sottovalutato la minaccia e ha mandato i suoi uomini allo sbaraglio.
Chiediamo anche lo scioglimento di Forza Nuova e la chiusura del loro locale».
Anche il segretario provinciale di Rifondazione Giuseppe Abbà chiede
le dimissioni del questore: «Se non fosse stato per la presenza dei
cittadini che hanno chiuso il cancello impedendo l'irruzione ci sarebbe stato
un danno maggiore. Le forze dell'ordine sono state mandate in misura insufficiente
nonostante la questura fosse stata avvertita del pericolo. Chiediamo pertanto
le dimissioni del questore. Anche le risposte del prefetto sono state deludenti».
Dice Fabrizia Cupella (Margherita): «Abbiamo assistito a una violenza
spaventosa. Chiediamo ale istituzioni un intervento più massiccio per
tutelare la città dalla minaccia. Finora il rischio è stato
sottovalutato».