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  • L'articolo "I sospetti su Cripto" pubblicato il 26 maggio
  • Le testate quotidiane del Gruppo Editoriale l'Espresso
  • L'Anonymous Remailer Cripto su Isole nella Rete
  • Comunicato dei centri sociali "Per favore stateci lontano! Tutti."
  • Comunicato di Isole nella Rete
  • Di fronte all'articolo "I sospetti su Cripto" a firma l.v. (Lucia Visca) pubblicato il 26/05/99 sui quotidiani del Gruppo Editoriale L'Espresso SpA, sentiamo la necessita' di controbattere e precisare quanto segue.

    L'associazione senza scopi di lucro "Isole nella Rete" e' attiva dal 1996 nel fornire servizi internet ad associazioni e soggetti della sinistra di base, tra cui anche un servizio di "anonymous remailer", cioe' di anonimizzazione della posta elettronica.
    Questo e' uno dei numerosi servizi di anonimato reperibili in Internet come il famoso, e sbandierato anche dai mass-media italiani (vedi la Repubblica), "Kosovo Project", strumento di difesa della liberta' di espressione, installato da aonimyzer al fine di garantire appunto la liberta' d'espressione, almeno elettronica, nell'area dei balcani a chi deve necessariamente ricorrere all'anonimato per motivi di integrita' fisica e sopravvivenza politica.

    l.v. scrive: "Cripto rappresenta uno dei tanti sbarramenti di fronte ai quali gli investigatori del Nucleo operativo di polizia telematica non intendono arrendersi. Forzando programmi analoghi si e' scoperta la rete mondiale dei pedofili. Ma la stessa esistenza di Cripto e' destinata a suscitare molti sospetti.
    Nel presentarlo sulla pagina web si specifica che un corretto uso del programma consente di intrattenere scambi di posta elettronica senza che terze parti in grado di origliare sulla rete possano controllarne il contenuto e/o tracciarne il percorso anche solo per venirne a conoscenza. Come dire, la comunicazione antagonista ha un livello clandestino ben intenzionato a rimanere inaccessibile."

    Il valore sociale, politico e culturale di un servizio di anonimato e' innegabile e riconosciuto addirittura da numerose sentenze di giudici federali americani, dichiarazioni di Amnesty International, associazioni di persone omosessuali e sieropositive ecc.
    Il pericolo, sempre piu' incombente nell'era digitale, di una comunicazione completamente monitorabile e' stato denunciato con altrettanto vigore anche dal Garante della Privacy e dalla stessa Unione Europea.

    l.v. scrive: "La caccia alla nuova testa delle Br passa anche e, soprattutto, nella ricerca delle chiavi per entrare nel livello clandestino dell'arcipelago dei movimenti piu' disparati, da quello il cui fine e' boicottare Mac Donald's, agli animalisti integralisti, ai pirati informatici organizzati. La stella a cinque punte e' possibile ritrovarla in circa 600 siti, e non solo italiani."

    La stella a cinque punte e' anche parte del simbolo della Repubblica Italiana, e l'unico livello clandestino accertato in questo Paese e' quello delle agenzie informative dello Stato, dal Ministero degli Interni a quello della Difesa.
    Affermazioni cosi' rozze e imprecise sono evidentemente strumentali e finalizzate a creare un clima di sospetto nei confronti di chi non e' allineato e cerca di dare voce e corpo al dissenso politico nel nostro Paese.
    Siamo abituati a interventi da parte della stampa e della televisione che anticipano e fiancheggiano le intimidazioni poliziesche e i sequestri giudiziari. Non siamo comunque disposti a limitare il nostro agire comunicativo, che ci ha portato in questi anni alla creazione di un network su svariati argomenti (tecnici, giuridici, politici, sociali, culturali) riconosciuto continuamente da periodici e libri che trattano - con cognizione di causa - di comunicazione elettronica. Visto che si allude, seppur malamente, all'uso dei motori di ricerca vi invitiamo ad andare su http://www.altavista.com e a digitare link:http://www.ecn.org per avere una non esaustiva ma significativa idea dell'attenzione che riscuote nel mondo il progetto Isole nella Rete.

    l.v. scrive: "La direzione strategica delle Brigate rosse potrebbe lavorare cosi' e rendersi inafferrabile spostandosi da un sito all'altro. Le potenzialita' di internet consentono a chi vuole riannodare i fili della lotta armata possibilita' infinite. I siti del Movimento antagonista, nel livello non criptato, contengono tante e tali informazioni sui detenuti politici da poter rimettere insieme sulla piazza informatica persone volutamente detenute in carceri lontane. In piu' la Rete, e non solo i siti controllati dal Movimento, sono un enorme archivio: dai documenti di fondazione delle Brigate Rosse nel 1970 all'ultima risoluzione strategica dell'altra settimana c'e' proprio tutto."

    Di nuovo si allude a raccolte documentarie come potenziali pericoli sovversivi. E' dunque l'informazione a far paura e in particolare quella elettronica?
    Evidentemente il passaggio da uno stato di polizia a uno di guerra comporta un profondo cambiamento nella storia dei rapporti di forza politici e nelle abitudini dei mass-media nostrani.
    Ci troviamo in una societa' che e' sempre piu' americanizzata, non solo perche' politicamente succube e culturalmente colonizzata dagli USA, ma soprattutto perche' si avvicina sempre piu' ad un modello per cui il consenso popolare non e' piu' necessario per chi governa, i rapporti di forza e le leve politiche a disposizione dei "cittadini" per influire sulle decisioni che li riguardano sono sempre piu' svuotate, e tutto cio' soprattutto grazie all'opera di mass-media che riescono a trasformare un sondaggio in un sostitutivo della democrazia e un massacro in un atto di solidarieta'. Lo Stato italiano sta bombardando non solo i serbi ma anche i kossovari, i medesimi che tenta di affogare mentre cercano di arrivare in Italia, e quando arrivano li rinchiude dentro a campi di concentramento. Tutto cio' viene presentato dai media come solidarieta'!

    Per questo e' forse importante screditare un mezzo di comunicazione alternativo come Internet che si sta comunque affermando, dove e' praticabile una comunicazione interattiva, orizzontale e non asservita alle logiche e agli interessi dei tanti poteri che dominano stampa e TV, che non si fanno scrupolo di prendere al balzo oscuri episodi di cronaca per costruire una cultura del sospetto strumentale alla repressione del dissenso nel nostro Paese e il cui unico risultato sara', probabilmente, di finire col far tacere organi di informazione e comunicazione indipendenti. Episodi che, stante qualsiasi governo sinistro o destro, saranno sicuramente presi a pretesto per la salvaguardia di uno stato di guerra non solo contro la Serbia ma anche contro l'intelligenza del lettore dei quotidiani del Gruppo Editoriale L'Espresso, a cui va la tutta la nostra solidarieta', e che ci auguriamo sia uscito indenne da questo bombardamento di cattiva informazione.

    Buona lettura e in bocca al giornalista!

    Isole nella Rete
    http://www.ecn.org