Decisamente
i tempi cambiano. Ecco che nella douce France, questo luogo rinomato
per il vino, dove larte vinicola e la degustazione sono state
portate a vertici di raffinatezza impensabili altrove, in Francia
dunque, la popolazione avrebbe, secondo i sondaggi, assimilato la
nozione della bassa nocività della cannabis rispetto allalcol
e al tabacco.
- Sì, il Pianeta
diventa piccolo. Le piante, tutte le piante viaggiano sempre più
lontano. Il leggendario «paniere della casalinga» contiene
ormai ciliegie maturate in Cile e funghi cantarelli colti in Romania;
piante un tempo proibite sono oggi comparse nelle nostre abitudini
donandoci sapori di cui non possiamo più fare a meno. Come
vivere, ormai, senza caffè o zucchero, senza tè o cioccolato?
- Un giorno prossimo
o lontano lErba, per lungo tempo privilegio dei saddhus indiani,
figurerà anchessa nel famoso paniere insieme al vino
e al tabacco. Tutto, o quasi, sarà nel frattempo stato fatto
per la sua eliminazione dal Pianeta, secondo lobiettivo sfrontato
che lonu si è posta per lanno 2008. Ma, poveretti,
non hanno alcuna possibilità di riuscirci!
- Se almeno lErba
per eccellenza (questo significa la parola araba haschisch) fosse
stata una di quelle piante gracili che riescono a crescere solo nella
bambagia, forse la sua completa distruzione sarebbe stata possibile.
Ma, sfortunatamente, si è fatta più forte, più
resistente. La canapa si adatta a tutti i climi e a tutti i suoli,
offre sementi a sorpresa, cambia sesso a seconda del bisogno, e dà
prova di uninfinita adattabilità. Concedetele anche solo
un angolino con un po di luce, o un piccolo vaso di terra sul
davanzale di una finestra, e lei vi offrirà in cambio tutto
il suo potenziale di sogno e di arricchimento delle percezioni.
- Prima o poi sembrerà
altrettanto legittimo fumare uno spinello quanto bere un bicchiere
di vino, prendere un caffè o accendere una sigaretta. Questo
giorno è vicino o bisognerà attendere che una nuova
generazione di fumatori nasca e diventi grande?
- Ogni pronostico è
naturalmente votato allinsuccesso se è vero che nel nostro
piccolo Pianeta le notizie diffuse dai media possono avere unampia
risonanza, e molto distante dal loro luogo dorigine.
-
Anche
il Principe Carlo
- Gli elettori della
California hanno approvato, tramite un referendum, luso della
cannabis per fini terapeutici.
- Questo voto non ha
certo avuto leffetto atteso; infatti il governo federale rifiuta
puramente e semplicemente di permettere che quello Stato si governi
come vuole.
- «Noi non approviamo
questa legge», dichiarano gli agenti federali che, sino a ieri,
rifiutavano la cannabis terapeutica ai malati nascondendosi dietro
la sua illegalità. Ma questo referendum, se non ha dato i frutti
sperati dai suoi promotori, ha nondimeno avuto una vasta eco altrove,
con conseguenze che, a conti fatti, si faranno sentire di riflesso...
fino alla California.
- Questa votazione «storica»
ha una portata che va ben al di là dello Stato in cui si è
svolta. In tutti i Paesi dove si stava manifestando una resistenza
alla proibizione della cannabis, in ognuno dei «fronti»
di questa stupida Guerra alla Droga, ha suscitato nuovi impulsi alla
sua liberalizzazione. Bisognerebbe far sapere ai nostri amici californiani
sino a che punto il loro voto è stato utile a noi europei,
nonostante lo scippo della loro vittoria. Ne è scaturita una
marea di articoli e di reportages che ha rafforzato le timide aperture
nei confronti della cannabis terapeutica nei nostri Paesi.
- Anche alcuni ricercatori
scientifici si sono inseriti in questa breccia, domandando e ottenendo,
per la prima volta in ventanni, lautorizzazione a svolgere
ricerche sperimentali sulle proprietà della cannabis.
- Negli ospedali tedeschi,
olandesi e inglesi, alcuni pazienti si sono visti somministrare cannabis
in differenti forme, al fine di saggiare la sua reale efficacia contro
i dolori postoperatori, gli spasmi della sclerosi a placche o come
terapia di appoggio nel trattamento chemioterapico dellaids
o dei tumori.
- In Inghilterra, la
Camera dei Lords si è apertamente dichiarata favorevole alliniziativa;
e ha fatto scalpore il principe Carlo domandando a unospite
di una casa di riposo affetta da sclerosi a placche: «Ha provato
la cannabis? Ho sentito dire che è efficace». «Sono
rimasta sorpresa», avrebbe detto poi ai giornalisti lanziana
signora, «ma mi piacerebbe provare. È un uomo così
simpatico».
- Per coloro che hanno
conosciuto gli anni Sessanta-Settanta, questi sviluppi recenti hanno
il curioso aspetto del déjà-vu. Ci fu infatti un tempo
in cui diversi governi sembravano sul punto di promulgare decreti
per evitare che, secondo la formula del presidente usa Carter, le
sanzioni fossero più dannose della sostanza stessa. Alleuforia
degli anni psichedelici hanno fatto seguito anni neri, mortiferi,
con lirruzione delle droghe più pesanti, rese pericolose
dalla loro proibizione. Gli anni Ottanta hanno conosciuto un terribile
ritorno della repressione: ed è parso che questa avesse avuto
successo perché in un primo momento il consumo della cannabis
era caduto nella maggior parte dei Paesi occidentali. Chi ne aveva
fumata durante la sua folle gioventù aveva rinunciato a queste
sregolatezze passeggere ed era rientrato nei ranghi. La repressione
ha fatto (e fa ancora) danni, negli Stati Uniti più che altrove.
Non meno di trenta persone sono condannate allergastolo, senza
alcuna possibilità di uscire di galera prima della propria
morte, per aver coltivato e venduto questa pianta proibita, e altre
centinaia di migliaia scontano, in fiorenti prigioni private, pene
pesantissime.
- Una decina danni
fa, si toccò il punto più basso. Le quotazioni dei cannaioli
erano in ribasso. Li si trattava sdegnosamente come fricchettoni attempati.
In questo clima di maccartismo farmacologico (secondo unespressione
cara a Lester Grinspoon, un professore di Harvard che, da solo, per
molti anni, e a prezzo di un certo ostracismo, non ha mai temuto di
proclamare la relativa innocuità della cannabis), in questo
clima di caccia alle streghe, dunque, i sostenitori della cannabis
hanno dovuto rendersi invisibili, dedicandosi alla loro pratica nel
segreto della vita privata. Rivendicare un qualsivoglia uso «ricreativo»
del prodotto era non solo fuori moda, ma anche pericoloso.
-
Nuove
strategie
- Bisognava trovare
una strategia. È così che la California (ancora lei,
sempre lei) partorisce un «hemp movement» (movimento per
la canapa). La sua nascita può essere datata con lautoproduzione,
nel 1985, di un libro fatto in casa da alcuni amici amanti della marijuana:
LImperatore è nudo, di Jack Herer. Il libro, stampato
male su una carta di cattiva qualità e distribuito direttamente
dallAutore, conosce un successo prodigioso: nel giro di pochi
anni il «Wall Street Journal» dedica la prima pagina a Herer.
Fioccano le traduzioni. Se le sue idee si diffondono a macchia dolio
è perché sono in accordo con la sensazione che si fa
strada confusamente nei sistemi democratici: quella di essere quotidianamente
presi per il culo, di essere fatti fessi dalleterna collusione
tra i governi e i complessi industriali che stornano a loro profitto,
e a scapito dellumanità, le risorse vive del Pianeta.
- Per Herer la proibizione
della cannabis sinscrive in una più vasta cospirazione:
alla vigilia della Seconda Guerra mondiale i produttori di carta e
gli inventori delle prime fibre sintetiche fomentarono una campagna
di calunnie, prendendosela con le proprietà psicoattive della
canapa allo scopo di eliminarla come fonte di fibre naturali.
- La ricostruzione di
questa cospirazione colpisce nel segno: alcune pagine del libro vengono
fotocopiate e distribuite a migliaia. Questi fogli, disseminati nel
mondo intero, favoriscono la nascita di una vera infatuazione per
la canapa. Il momento è propizio: i disillusi delle speranze
riposte nella tecnologia ne hanno le tasche piene del sintetico. Vogliono
il naturale, e se possibile non inquinato.
-
-
La
vera battaglia deve ancora iniziare
- Per quanto incredibile
possa sembrare, è la domanda suscitata dallImperatore
è nudo che ha riportato nei campi una pianta scomparsa da decenni,
creando un nuovo settore economico. Allinizio degli anni Settanta,
la Gran Bretagna (ben presto seguita dalla Germania e dal Canada)
ri-legalizza la coltivazione della canapa (contenente meno dello 0,3%
di thc, la sostanza psicoattiva).
- Abiti, cosmetici,
prodotti alimentari, carta, materiali di costruzione tutti
derivati dalla canapa si moltiplicano al punto che nella primavera
del 1999 i coltivatori americani di tabacco, nel tentativo di abbandonare
un settore in asfissia, cominciano a esercitare pesanti pressioni
sullo «Zar della droga» usa, Barry MacCaffrey, affinché
autorizzi nuovamente la coltivazione della canapa negli Stati Uniti.
- Ma è a questo
punto che la faccenda si complica. Ecco cosa dicono, in buona sostanza,
i coltivatori di tabacco al loro governo: «La canapa è
unottima pianta. Il suo solo nemico è la marijuana. È
lei che fa cattiva pubblicità alla canapa».
- Così, i cannaioli
si trovano espropriati di un movimento che senza di loro non sarebbe
mai nato. Detto in altri termini, la riscoperta della canapa, per
quanto ecologica, si rivela unautentica impasse come strategia
per la legalizzazione.
- Questo discorso vale
anche per luso terapeutico della cannabis: se questultimo
rappresenta una vera e propria benedizione per alcuni pazienti i quali
non possono trarre sollievo da nientaltro, resta nondimeno vero
che chi lotta per il libero accesso alla cannabis terapeutica lo fa
perché non può chiedere il libero accesso alla cannabis
tout court. Anche in questo caso, i consumatori di cannabis sono sul
punto di farsi espropriare di un movimento che non ci sarebbe stato
senza di loro.
- Per quanto riguarda
luso terapeutico della cannabis, la partita è già
chiusa. Listanza è stata compresa. Ma cosa dicono i portavoce
del governo americano quando ammettono le virtù delluso
terapeutico della cannabis? Che non se ne parla proprio, nellanno
di grazia 2000, di fumare una foglia o un fiore per sognare. Non siamo
più dei cavernicoli, che diamine! Volete utilizzare la cannabis
come medicina?
- Ebbene sia, le compagnie
farmaceutiche fabbricheranno per voi aerosol, capsule e compresse,
forsanche iniezioni e supposte, con i principî attivi
estratti e sintetizzati nei loro laboratori. Queste stesse compagnie
vi venderanno poi questi prodotti a caro prezzo e guadagneranno molto
denaro. Ma la pianta stessa, è escluso che finisca nelle vostre
mani.
- Proprio come la canapa-risorsa
ecologica, la canapa terapeutica, daltronde necessaria, si rivela
unimpasse nella strategia per la legalizzazione. Tuttavia, diamo
a Cesare quel che è di Cesare: queste rivendicazioni non sono
state inutili. Hanno contribuito a porre fine alla demonizzazione
della pianta, preparando il terreno per la vera battaglia che resta
da combattere: la rivendicazione di un uso ricreativo della cannabis.
-
-
-
In
fin dei conti è venuto il momento di affermare chiaro e forte:
se fumo lErba, è perché, secondo la mia concezione
dellesistenza, la mia vita è migliore con lei piuttosto
che senza. Per quanto mi concerne, non esito ad aggiungere che,
grazie allErba, mi avvicino agli ideali che mi sono posta.
Grazie a lei sono più aperta, più tollerante. Migliore.
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