Parte V - Bang culturale

LIBRI STUPEFACENTI

Sempre più spesso, negli ultimi dieci anni, l’editoria stupefacente ha guadagnato decine e decine di titoli, e trova spazio anche sugli scaffali delle librerie italiane. Passati i tempi delle operazioni editoriali trasgressive alla Campa cavallo che l’erba cresce (il libro di Luca Gerosa sulla storia, la cucina e la coltura della canapa pubblicato dalle edizioni Re Nudo nel ’76 e recentemente rieditato); o della controinformazione in pillole per i tipi delle edizioni Millelire a opera di Giancarlo Arnao (medico dentista, accanito antiproibizionista, da oltre un trentennio autore di numerose pubblicazioni), oggi case editrici allineate al mercato come Sperling & Kupfer hanno in catalogo testi sull’argomento.
Già nel ’96 La Rivisteria – per la collana Strumenti editoriali – in Proibire o permettere, una ragionata bibliografia, a cura di Edoardo Caizzi recensiva 200 titoli su droghe leggere, chimiche o pesanti.
Tra proibizionismo e antiproibizionismo raccoglieva saggi e testi classici, opere di narrativa e testimonianze orientando il lettore ad una maggiore conoscenza degli aspetti sociali e politici, del diritto e della legislazione, non dimenticando, infine, le pubblicazioni sugli effetti medico-terapeutici o quelle sulle geometrie meno indagate e più controverse del narcotraffico e della geopolitica delle droghe.
Oggi la lista si è ulteriormente allungata. I progetti editoriali antiproibizionisti si sono moltiplicati e si sono aggiunte limitate, ma importanti, tirature di edizioni di alcuni Centri sociali – in particolare Leoncavallo Libri e Cox 18 di Milano – mentre l’aumentato interesse delle ultime stagioni per le droghe chimiche (le cosiddette nuove droghe) e per i rave ha prodotto più di recente studi e divulgazioni

 

Giancarlo Arnao, Tutte le droghe del presidente, Sperling & Kupfer Editori, 1996

Argomenti, storie e proposte contro il proibizionismo in un utile manuale per chi voglia approfondire. L’Autore dimostra, sulla base di una documentazione scientifica, che la maggioranza di coloro che assumono droghe proibite sono in grado di condurre un’esistenza integrata e produttiva, provocando pochi danni a se stessi e nessuno agli altri.
Gustosa l’aneddotica sui capi di Stato, da Boris Eltsin a George Bush, da Bill Clinton ad Al Gore. Oltre a sottolineare la contraddittorietà della criminalizzazione di chi assume sostanze poco o nulla tossiche (come la marijuana o l’hashish), il testo indaga altre conseguenze del proibizionismo finora ignorate. Per esempio, il dilagare della tossicodipendenza da eroina e dell’aids nei Paesi asiatici, in cui l’oppio veniva usato tradizionalmente, oppure la diffusione nel Terzo Mondo di alcol e psicofarmaci. Infine, si analizzano i costi della guerra alla droga. Il libro si completa con la presentazione, per la prima volta, di un quadro ampio e circostanziato di possibili modelli di legalizzazione.
L’Autore è nella redazione di «The International Journal of Drug Policy» di Liverpool e responsabile scientifico del Forum Droghe.

 

 

Jack Herer – Mathias Brökers, Canapa Cannabis Marijuana, Parole di Cotone, 1997

Uscito nella prima edizione americana nel 1985, dopo dodici anni di ricerche e studi, è diventato subito un vero e proprio libro di culto. La versione italiana ha la prefazione di Goffredo Fofi e rappresenta il primo esperimento nell’editoria su carta per Parole di Cotone, «sinonimo di provocatorio consumo culturale» di cui sono note le t-shirt ispirate alla letteratura, alla musica e al cinema.
Seppur con eccessiva enfasi nel sostenere gli effetti salvifici della canapa nel mondo, gli autori ricostruiscono puntualmente e con ampia documentazione i destini di una tra le più utili e antiche piante che l’umanità abbia mai conosciuto. Fibra dai molteplici usi, «la canapa è una delle piante più illustri, di quelle con più storia. Lo sapevate che ha dato il nome a un Paese, il Bangladesh, terra degli uomini della canapa?». Il libro è molto preciso nell’indicare le correlazioni, dalla metà degli anni Trenta in poi, tra un progetto economico legato alla società Du Pont, nelle sue alleanze e trasformazioni monopolistiche e oligopolistiche, e la politica dell’interdetto. La canapa, base per tessuti di straordinaria resistenza e qualità, era il nemico principale del rayon e del nylon, dalla Du Pont inventati, sperimentati, prodotti e lanciati sul mercato. L’alleanza con i politici trovò pretesto nell’uso di marijuana, sino allora tollerato, per bloccare tutta l’industria della canapa.

In Canapa Cannabis Marijuana si parla di botanica, di economia e di conflitti, di storia sociale, di medicina, di chimica, di tecnologia, ma anche di media, perché sul suo derivato, oggi ingiustamente il più noto, la marijuana, si sono prodotti migliaia di articoli, di trasmissioni radiofoniche e televisive, libri di fiction e non-fiction, canzoni, film. Tutto questo viene ampiamente trattato dagli Autori in oltre duecento pagine di facile lettura.
Jack Herer, da vent’anni leader incontestato del movimento di depenalizzazione della cannabis negli Stati Uniti d’America, è presidente dell’hemp (Hemp End Marijuana Prohibition). Mathias Bröckers, giornalista e scrittore, ha curato l’edizione tedesca del libro di Herer, integrandola con alcuni capitoli sulla realtà del suo Paese. Nel 1993 ha fondato “Hanf Haus”, un product service per tutti gli interessati all’argomento.
Indirizzo Internet: www.hanfhaus.de

 

Franjo Grotenhermen – Renate Huppertz, La canapa come medicina, Leoncavallo Libri, 1999

La prima testimonianza della cannabis come medicinale è un erbario pubblicato durante il regno dell’imperatore Chen Nung, cinquemila anni fa. Le «droghe» così come le medicine, hanno in comune il meccanismo farmacologico, la capacità, cioè, di influire mediante un’azione biochimica sull’organismo. Hanno avuto e hanno una funzione terapeutica, non solo per gli effetti psicoattivi, ma altresì per le possibilità di intervenire sulle condizioni organiche dell’essere umano.
Negli Stati Uniti d’America, il delta 9 tetraidrocannabinolo, il principio attivo della cannabis utilizzato per contrastare gli effetti non desiderati della chemioterapia, è in uso fin dal 1985. Anche nel Vecchio continente (Germania e Svizzera principalmente) sono in corso da anni importanti ricerche e studi clinici.
«La pianta della canapa sta vivendo da alcuni anni una sensazionale riscoperta. Non c’entrano solo le sue qualità come pianta fornitrice di prodotti tessili e di semi per una alimentazione sana.» Anche le sue proprietà mediche sono al centro dell’interesse, essendosi capito che i prodotti della cannabis sono in grado di ampliare il repertorio delle possibilità di cura. «Dal punto di vista medico possono essere utilizzati tanto l’olio ricavato dai semi della pianta della canapa quanto i cannabinoidi che sono anche responsabili del cosiddetto “effetto ebbrezza”.»
Questo libro rende dunque conto della ricerca scientifica nordeuropea degli ultimi anni, documentata da due importanti collaboratori del Nova-Institut di Colonia.
Franjio Grotenhermen è ricercatore in oncologia e immunologia nel Mobit Hospital di Berlino, dove sta conducendo ricerche cliniche in medicina complementare a partire dal 1994. Uno studio clinico sta attualmente studiando l’efficacia del Cannador, un estratto di thc sintetizzato per essere somministrato oralmente nel trattamento di pazienti sieropositivi e ammalati di cancro.
Renate Huppertz, ingegnere agrario, collabora al Nova-Institut.

 

Michka, Canapa: la rinascita della cannabis, Libro del Leoncavallo, 1998

«Canapa, cannabis, marijuana, questi nomi dalla connotazione così diversa, fanno riferimento alla stessa pianta, Cannabis Sativa. Per millenni ha accompagnato il genere umano, ne ha prodotto il vestiario, le corde, le vele, ne ha costruito le case, fornito sostanze cosmetiche, prodotti alimentari e medicinali, ne ha onorato i riti religiosi o semplicemente resa più gradevole la vita quotidiana. [É] Le future generazioni guarderanno ai 50 anni appena trascorsi, al proibizionismo, in modo non dissimile a quello con cui noi, oggi, guardiamo alla caccia alle streghe nei secoli passati. Questo libro è un lungo e articolato viaggio alla riscoperta della cannabis, [É] un viaggio lungo la follia del proibizionismo ma anche dentro la sua intima lucidità, il meccanismo delle sue recenti origini. Certamente i nostri figli torneranno a considerare la canapa così come hanno fatto i loro antenati, ma tocca a noi chiudere questa frattura artificiale, e mettere fine a questo meccanismo dagli enormi costi economico-sociali.» Michka, scrittrice e giornalista, esperta di alimentazione, agricoltura biologica, piante psicotrope, viene considerata uno dei massimi esperti sulla cannabis. Questo è il suo terzo libro.

 

Lester Grinspoon – James B. Bakalar, Marijuana, la medicina proibita, Franco Muzzio Editore, 1995

«Per secoli pazienti e medici hanno trovato nella marijuana una medicina di grande efficacia. Dichiarata illegale negli Stati Uniti più di cinquanta anni fa, attenua i sintomi di alcune malattie come il glaucoma, la sclerosi multipla, l’aids, l’emicrania e offre sollievo da nausea, dolore e spasmi muscolari. Tuttavia il governo degli Stati Uniti riconosce solo a dodici pazienti in tutta la nazione il diritto di usare la marijuana a scopo medico».
In questo libro gli Autori, dopo vent’anni di ricerche, narrano la lunga storia dell’uso medico di questa «droga», riportando testimonianze di pazienti che descrivono non solo i benefici arrecati dalla marijuana ma anche le difficoltà ingiustificate dovute al regime proibizionista. Al termine delle loro dettagliate analisi, i due Autori sostengono che una legalizzazione per soli scopi medici non potrebbe funzionare e che si deve quindi riconoscere alla marijuana la stessa posizione giuridica dell’alcol. Lester Grinspoon è dottore in Medicina e professore associato in Psichiatria alla Harvard Medical School. James B. Bakalar è direttore associato della rivista «Harvard Mental Health Letter» nonché docente universitario in Legge presso il Dipartimento di Psichiatria della Harvard Medical School.

 

Il canapaio, tecniche agronomiche, Cox 18 Edizioni, 1996

Questo libro riprende il titolo di un testo, scritto molto probabilmente su carta di canapa, pubblicato in Italia nel 1741. Illustra la tecnica di coltivazione della canapa, il ciclo di vita e gli usi possibili.
«Le informazioni a uso agricolturale contenute in questo manuale, sono destinate esclusivamente all’Olanda e alle poche zone del mondo dove la coltivazione della canapa è permessa. Ciò nonostante è diritto di tutti accedere alla conoscenza di tecniche agricolturali, che possono essere applicate alla crescita intensiva dei vegetali.»

 

 

 

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