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Volantino distribuito in Place Denfert Rochereau alla partenza della manifestazione di sabato 16 dicembre 1995 a Parigi

LIBERAZIONE DI TUTTI I MANIFESTANTI

Giovedì 30 novembre, Parigi: due condanne da prigione col beneficio della condizionale per qualche chewing-gum. Tre mesi di prigione per aver messo un tavolo in un fuoco a Jussieu.
Martedi 5 dicembre, Montpellier: un anno di galera per la rottura di vetrine e il furto di due camicie. Diverse condanne da tre a dodici mesi di galera per la distruzione di ripari dei pulman.
Parigi: tre condanne da due a quarrto mesi di prigione per delle macchine rovesciate.
Nantes: condanne da tre a sei mesi di galera per scontri con la polizia e per l'incendio della stazione di autolinee.
Giovedì 7 dicembre, Montpellier: diverse pene da quattro a dodici mesi di prigione per scontri con la polizia.
Martedì 12 dicembre, Parigi: diverse condanne da tre a quattro mesi per insulti ad agenti di polizia. BLOCCO DI TUTTE LE INCRIMINAZIONI


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Volantino distribuito in Place de la Nation alla conclusione della manifestazione di sabato 16 dicembre 1995 a Parigi, mentre al centro della piazza si stavano radunando alcune centinaia di compagni e la polizia aveva circondato l'intera zona.

ATTENZIONE

Dopo l'inizio del movimento sociale, troppi compagni si sono fatti arrestare, troppo compagni sono stati giudicati e condannati.
Se effettivamente l'enorme volontà di repressione ne è la cusa principale, questa situazione proviene ugualmente da scelte collettive sbagliate (come scegliere di scontrarsi con la polizia nei luoghi in cui ha già preparato trappole, cioè alla fine dei cortei), dalla scarsa solidarietà durante e dopo gli interrogatori, e dalla mancanza di preparazione individuale di fronte alla macchina politico-giudiziaria.
Dopo gli avvenimenti di Jussieu, molte persone si sono fatte arrestare, una di queste dichiara: "Io ho solo buttato un tavolo nel fuoco...", risultato: 3 mesi d'arresto. Alla fine del corteo di St-Lazare, nuovi arresti, tra cui una persona che riconoscerà di aver dato il giro ad una macchina... 2 mesi di arresto... etc... Allora qualche consiglio:
-I delitti in flagranza di reato: quando ci si fa arrestare in manifestazione, normalmente è questa la procedura seguita. Voi non avete il tempo di preparare realmente una difesa, ma gli sbirri non hanno il tempo di verificare le cose che gli raccontate, allora non esitate a presentarvi sotto il vostro aspetto migliore, trasformatevi... per i tempi che corrono, è meglio dichiarare di essere studenti che disoccupati (non dimenticate che ogni risposta si porta dietro un'altra domanda: in quale corso di laurea, l'indirizzo dell'università, etc...), abitare presso i propri genitori che vivere in uno squat o essere senza fissa dimora, avere dei genitori ingegneri che spazzini.
- Non confessate mai (o al massimo confessate un piccolo fatto quando le prove sono troppo grandi per negare meglio il resto), una colpa confessata elimina ogni dubbio ed è quindi sempre punito più severamente. - Non raccontate la vostra vita agli "sbirri simpatici" (anche al di fuori degli interrogatori), agli assistenti sociali,etc... Tutto ciò che voi direte finirà sul tavolo del giudice.
- Rifiutatevi di rispondere agli interrogatori degli sbirri: prima d'essere portato davanti al giudice istruttore l'accusato incontra il suo avvocato che lo informa di cosa lo si accusa esattamente, quali sono le prove contro di lui e le lacune nel dossier, è a partire da questo momento che l'accusato può dare la sua versione dei fatti al giudice.
- Non ascoltate le promesse e le minacce degli sbirri ("Se tu parli, va tutto bene"; "Firma questo foglio o ti prendi una sberla"; "Se fai questo, ti rilascio"... ); i poliziotti non hanno il potere di tenervi dentro o di liberarvi, non sono che l'ultima ruota del carro che hanno solo il potere di mettervi nella merda per 48 ore (perfino di picchiarvi), non lascitevi impressionare, è meglio questo che alcuni mesi di prigione.


AMNISTIA PER TUTTI GLI ACCUSATI

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Volantino diffuso nel corso della manifestazione di Sabato 16 dicembre 1995 a Parigi nel quale si dà l'annuncio della costituzione di un collettivo di aiuto legale e di garanzia al quale hanno aderito alcuni tra gli intellettuali francesi di maggiore rilievo come il noto scrittore Didier Daeninckx.

COLLETTIVO PER L'AIUTO AI MANIFESTANTI DENUNCIATI

Le leggi chimate "Pasqua" (Dal nome del destrissimo ex-Ministro degli Interni Pasqua) hanno messo in campo un certo numero di misure repressive, utilizzate di fronte alle manifestazioni. La Procura, organo del governo, spinge i denunciati ad accettare un giudizio in "flagranza di reato". Questa procedura, lasciata all'arbitrio del Procuratore della Repubblica (che dipende dal Ministero della Giustizia), deve essere rifiutata esplicitamente dai denunciati per ottenere il rinvio del processo.
In caso di immediata comparizione, i denunciati non hanno la possibilità di preparare correttamente la propria difesa e di farsi affiancare dall'assistenza di un avvocato di propria scelta. Questa procedura è tanto più inquietante nei casi in cui compaiano soltanto le testimonianze giurate dei poliziotti ad influenzare il tribunale.
Di fronte a questa situazione, avvocati, intellettuali, militanti, giornalisti, protagonisti del movimento, hanno deciso di costituirsi in collettivo per apportare una assistenza tecnica e un sostegno giuridico e mediatico concreto a tutti quelli che sono denunciati nel movimento, e in particolare durante le manifestazioni.
Questo Collettivo di aiuto ai manifestanti denunciati (CAMI) è nato Lunedì 11 dicembre 1995... E' necessario che i protagonisti del movimento organizzino iniziative di solidarietà con i denunciati per finanziare la loro difesa.

Comitato di sostegno (primi firmatari): Didier Daeninckx (écrivain), Hervé Delouche (journaliste), Gérard Delteil (écrivain), Faujour (dessinateur), Claude Guillon (écrivain), Thierry Jonquet (écrivain), Albert Jacquart (généticien), Thierry Maricourt (écrivain), Gilles Perrault (écrivain), Jean-Bernard Pouy (écrivain), Serge Quadruppani (écrivain), Maurice Rajfus (écrivain), Siné (dessinateur),
Oreste Scalzone (journaliste), Jean-Francois Vilar (écrivain), Alexis Violet (journaliste)

Per ogni contatto: CAMI, chez Reflexes, 21ter rue Voltaire, 75011, Paris 43 48 54 95


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