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NOTIZIE EST #97 - JUGOSLAVIA/KOSOVO
22 ottobre 1998


NUOVI PARTICOLARI SU AHMED KRASNIQI, LEADER DELLE FARK UCCISO A TIRANA

[In "Notizie Est" #82 (7 ottobre), "Notizie Est" #84 (9 ottobre) e "Notizie Est" #85 (10 ottobre) abbiamo pubblicato una serie di materiali sulle lotte interne all'UCK e sull'uccisione a Tirana di Ahmed Krasniqi, leader delle FARK (Forze Armate della Repubblica del Kosovo), un'organizzazione fuoriuscita dall'UCK e legata al governo kosovaro in esilio di Bukoshi, a Berisha e Hajdari in Albania e, indirettamente, all'ala moderata di Rugova. Al ritratto della figura di Krasniqi vanno ora aggiunti i particolari pubblicati da un settimanale croato, che riportiamo qui sotto - a.f.]

Il settimanale di Zagabria "Globus" ha pubblicato recentemente una lunga intervista con Drazen Jurkovic, a suo tempo amico del leader delle FARK (Forze Armate della Repubblica del Kosovo) Ahmed Krasniqi e nel 1991 responsabile militare del governo croato per la regione di Gospic, una città della Croazia occidentale non lontana da Knin. Nell'intervista Jurkovic racconta numerosi particolari che consentono di tracciare un ritratto sommario di questo personaggio, dai tratti decisamente ambigui. Krasniqi è nato a Vucitrn, in Kosovo, dove ha fatto carriera nell'Esercito Popolare Jugoslavo (JNA) fino ad arrivare al grado di colonnello. Nel 1981, durante le repressioni messe in atto dalla stessa JNA contro i manifestanti albanesi, suo fratello rimane gravemente ferito negli scontri. Krasniqi viene allora trasferito a Gospic e gli viene affidata la sorveglianza dell'arsenale "Maresciallo Tito" nella città. In quegli anni conosce Jurkovic e stringe amicizia con lui, soprattutto dopo che il primo lo aiuta a fare trasferire il fratello gravemente ferito da Belgrado, dove non riceve un'assistenza adeguata, a Zagabria. Jurkovic (iscritto alla HDZ di Tudjman, che abbandonerà nel 1995 per dissensi politici) nel 1991 viene nominato responsabile militare della regione di Gospic e come tale è incaricato, alla vigilia dello scoppio della guerra, di organizzare il reperimento di armi. In una serie di incontri organizzati segretamente dalla moglie di Krasniqi (che è una serba e ai tempi lavorava come impiegata civile nella JNA) Jurkovic convince Krasniqi a collaborare con lui. Il ruolo di Krasniqi è quello di ritardare il più possibile il trasferimento, già disposto dalla JNA, delle armi dell'arsenale del quale aveva il comando e, qualora i croati avessero messo a punto un piano per conquistarlo, di non opporre resistenza (i contatti tra i due sono proseguiti dall'aprile al settembre 1991). Nel settembre 1991, appena prima del momento in cui il governo croato decide di bloccare le caserme della JNA sul suo territorio e ne requisisce le armi, Krasniqi viene all'improvviso trasferito dall'esercito jugoslavo a Fiume. Tuttavia, durante una visita privata a Gospic, si incontra ancora con Jurkovic e gli fornisce informazioni fondamentali per riuscire ad accerchiare e requisire l'arsenale di Gospic. Secondo Jurkovic i 5000 fucili così sequestrati sono stati uno dei contingenti di armi più importanti di tutta l'azione messa in atto sull'intero territorio della Croazia. Subito dopo questa azione a Krasniqi viene proposto di entrare a fare parte dell'Esercito croato, ma egli rifiuta e torna a Fiume, dove viene arrestato dai servizi della JNA. Nel novembre dello stesso anno Jurkovic si incontra con il generale serbo Ratko Mladic per accordarsi in merito a uno scambio di prigionieri e chiede alla controparte serba di liberare, tra gli altri, Ahmed Krasniqi, ma Mladic risponde: "Puoi avere chiunque, ma non Krasniqi. E' un nostro soldato, sua moglie è serba e se insistete abbandoniamo le trattative". Krasniqi ha poi raccontato, in un intervista concessa al settimanale croato "Feral Tribune" nel 1994, di essere stato liberato dai serbi nel giro di alcune settimane per mancanza di prove. E qui cominciano i particolari che lasciano esterrefatti, perché appena liberato Krasniqi viene reintegrato nell'Esercito jugoslavo e partecipa come ufficiale all'attacco serbo contro Osijek, una delle battaglie più importanti della guerra croato-serba. Immagini che testimoniano questa sua presenza vengono trasmesse anche dalla televisione di Belgrado. Nel settembre del 1992 Krasniqi telefona a Jurkovic da Vienna, affermando di essere stato arrestato nuovamente dalla JNA e di essere poi riuscito a fuggire (questa fuga rimarrà sempre misteriosa e nessuno ne conosce i particolari) e di volere tornare a Gospic. Ma non appena giunge nella città croata viene arrestato e, nonostante le testimonianze di Jurkovic e altri suoi collaboratori i quali confermano l'importante ruolo da egli svolto nel rifornire Zagabria di armi, viene condannato come spia (un funzionario dei servizi segreti croati ha detto a Jurkovic che era un "doppiogiochista") e per avere partecipato alla battaglia di Osijek dalla parte serba. Nel 1994, con l'amnistia generale indetta da Tudjman, Krasniqi viene liberato e fa una vita misera, ai limiti della fame. Lavora per alcuni mesi come spaccapietre in una cava e poi, con i soldi prestatigli da alcuni emigranti albanesi, apre un chiosco di frutta e verdura a Rovigno, attività che proseguirà fino al 1997, anno durante il quale Jurkovic lo incontra per l'ultima volta, quando Krasniqi cerca di raccogliere documenti affinché venga rivisto il processo con il quale è stato condannato. In occasione di quell'incontro, Krasniqi ha detto a Jurkovic che lo attendeva un posto importante nel governo del Kosovo e lo stesso Jurkovic afferma nell'intervista di ricordarsi che già nel 1991 Krasniqi gli aveva detto: "mi attende un posto molto importante nel governo del mio paese".

(dall'intervista pubblicata da "Globus", 9 ottobre 1998 - traduzione dal croato e sintesi di A. Ferrario)