pubblicato il 19.07.15
19 Luglio 2025 Incendio Oasi Lago Salso: “È il disastro ambientale più grave” ·
Distrutti oltre 800 ettari di natura protetta, il WWF Foggia chiede chiarezza e responsabilità
Manfredonia, 19 luglio 2025 – Il rogo che ha devastato l’Oasi Lago Salso sarà ricordato come uno dei più gravi disastri ambientali nella storia del territorio garganico. Le fiamme, divampate il 18 luglio, hanno già bruciato oltre 800 ettari di habitat protetti, colpendo anche la vicina riserva di Frattarolo.
L’incendio, ancora attivo, si è sviluppato con violenza partendo da focolai lungo la provinciale Manfredonia-Zapponeta, nonostante un primo tentativo di contenimento nella mattinata da parte dell’ARIF. Le alte temperature e la presenza di vaste aree di canneto hanno alimentato l’avanzata del fuoco, che ha trovato terreno fertile anche nella parte più umida e interna dell’Oasi, un tempo protetta da elevati livelli idrici.
La gestione dell’area, passata sei anni fa sotto la responsabilità del Parco del Gargano, presieduto da Pasquale Pazienza, è ora al centro di forti critiche. Il WWF Foggia, intervenuto con una nota pubblica, denuncia il fallimento del modello di tutela e chiede un’immediata indagine ministeriale.
Tra le questioni più urgenti sollevate vi sono:
Livelli idrici dell’Oasi e contrasto ai prelievi abusivi;
Funzionamento del servizio antincendio e della sorveglianza estiva;
Disponibilità dei punti di approvvigionamento idrico per i mezzi di soccorso;
Esecuzione delle misure di prevenzione ordinaria previste per le aree protette.
La situazione è aggravata dal fatto che la società di gestione è in liquidazione dal 2019, senza che sia stato definito un nuovo assetto amministrativo. Alla luce dell’emergenza, il WWF chiede al Comune di Manfredonia, proprietario dell’Oasi, di rientrare immediatamente in possesso dell’area, dando seguito ai provvedimenti dei commissari prefettizi.
L’Oasi Lago Salso, istituita grazie all’impegno dell’ex presidente Matteo Fusilli e dell’allora sindaco Gaetano Prencipe, rappresenta un patrimonio naturalistico di valore nazionale, oggi ridotto in cenere. Per salvarlo, non bastano promesse: servono atti concreti, trasparenza e un nuovo modello di gestione sostenibile.
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