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L'apporto di Ernest Mandel alla critica dell'economia
Ernest Mandel ha rappresentato forse una delle ultime figure della grande tradizione culturale del movimento operaio moderno . La sua formazione culturale, punto di incontro di espressioni molteplici e cosmopolite di un movimento sociale vivo e creativo, permette di comprendere il ruolo da lui svolto nella storia dei marxismi contemporanei.
Mentre il mondo culturale ancora ignorava i Grundisse , Rosdolskj, Parvus, Korsch e Kondratiev il pensiero di Mandel se ne arricchiva, come dimostra il suo libro La Formazione del pensiero economico di Karl Marx (1967, in italiano Laterza 1969).
Nel secondo dopoguerra il suo pensiero è attirato da due problemi di fondo. Perché, contrariamente ai pronostici ottimisti dell'Opposizione di sinistra e malgrado lo sviluppo della rivoluzione cinese e jugoslava, la fine della guerra non ha prodotto un movimento operaio di massa, ma rafforzato il controllo delle burocrazie riformiste e staliniane sulle organizzazioni del movimento operaio? E come spiegare la ritrovata dinamica del "neocapitalismo" negli anni del boom?
Le sue risposte (cfr. in particolare La longue marche de la Révolution, 1976) non sono mai semplificatrici e monocausali: i fattori politici vi svolgono un ruolo chiave ma non dispensano dallo studio rigoroso delle tendenze economiche di fondo.
Una parte essenziale dell'opera di questo studioso è consacrata all'analisi dei meccanismi e delle contraddizioni del capitalismo contemporaneo: dal Trattato marxista d'economia (1962, in italiano Samonà e Savelli, 1965, Erre Emme, 1997), La crisi (1977, in italiano La salamandra 1979), Neocapitalismo e crisi del dollaro (Laterza 1973) Le onde lunghe dello sviluppo capitalista (1980, inedito in italiano), fino al classico La terza età del capitalismo (Der Spätkapitalismus , 1975, inedito in italiano ma di cui è disponibile in fotocopia la bozza della traduzione).
Il secondo risvolto, complementare, di questa ricerca riguarda la burocrazia e i suoi enigmi: si vedano allora La burocrazia (1971, in italiano Nuove edizioni internazionali, 1981), Dove va l'Urss di Gorbaciov (1989), Power and Money (1991).
In un periodo in cui il pensiero economico ufficiale, illuso dagli anni di crescita, credeva a una eterna espansione, Mandel ha mantenuto l'ipotesi dei cicli economici e delle onde lunghe, pur rendendosi conto dei problemi che quest'ultima teoria non risolveva. Se la caduta tendenziale del tasso di profitto, scandita sui mutamenti tecnologici e sulle trasformazioni dell'organizzazione del lavoro, permetteva di rendere conto della periodicità approssimativa delle onde lunghe e della fase di inizio della recessione, nessuna "legge" economica spiegava la ripresa verso una nuova onda lunga espansiva. Per questo occorreva far intervenire fattori politici "esogeni" rispetto alla sfera economica e in larga parte aleatori. Ma se le condizioni che devono spiegare tali svolte restano incerte, come comprendere la regolarità relativa dei ritmi economici manifestatasi nella durata (certo limitata) di due secoli? Mandel cercava una risposta nell'articolazione tra ritmi economici e ritmi specifici delle lotte e dei movimenti sociali.
Pur senza creare una scuola, Ernest Mandel ha saputo trasmettere l'eredità di un marxismo vivente e ispirare il rinnovamento della critica dell'economia politica, reso evidente dai lavori, tra gli altri , di Winifred Wolf in Germania, di Charles-André Udry in Svizzera, di Michel Husson in Francia, di Francisco Louça in Portogallo, di Jesùs Albarracin e Pedro Montes in Spagna, di Stravros Tombazos a Cipro e di molti altri in Brasile, in Messico, nei paesi anglosassoni.
Nel suo pregevole saggio Il dibattito nel marxismo occidentale (1976, in italiano Laterza, 1977), Perry Anderson scrive: "A differenza di quasi tutti i teorici della sua generazione, Trotskij non aveva scritto alcuna opera economica di rilievo; Rosdolskj, che non era un economista di professione, si assunse questo compito, ritenendolo [...] un dovere nei confronti delle generazioni future. Le sue speranze non erano vane: quattro anni dopo [la sua morte], Ernest Mandel [...] pubblicò in Germania un vasto studio sul tardo capitalismo, dedicato appunto a Rosdolskj. Era la prima analisi teorica dello sviluppo complessivo del modo di produzione capitalistico dal dopoguerra in poi a basarsi sulle categorie dei classici del marxismo" . Lo stesso saggio suggerisce anche una ragione dell'accoglienza ostruzionistica in particolare da parte dei partiti comunisti ufficiali, delle case editrici e degli economisti a questi legati che il pensiero di Trotskij e quello di Mandel ebbero in Francia [e ancor più in Italia]: "Per molti aspetti la tradizione originata da Trotskij si trova agli antipodi del marxismo occidental. [Trotskij] si dedicò soprattutto alla politica e all'economia, non alla filosofia [...]. Questa tradizione politica e teorica costituisce oggi uno degli elementi decisivi per una rinascita del marxismo rivoluzionario su scala mondiale".
Mandel, nella grande tradizione di Marx, di Lenin, di Rosa, di Trotskij non ha mai separato la ricerca teorica dall'impegno pratico, materiale, organizzativo, in un'epoca in cui lo scarto tra i due ambiti tendeva alla rottura. Fino alla fine della sua vita e non è l'ultimo dei suoi meriti ha sempre consacrato larga parte della sua energia, peraltro considerevole, alle questioni pratiche, materiali, organizzative della lotta quotidiana per la costruzione della Quarta Internazionale.
Non per nulla Mandel lascia anche un'immensa massa di articoli, sparsa su riviste militanti di tutto il mondo sulla pianificazione e sull'autogestione, sul movimento operaio europeo e sulla costruzione dell'unificazione europea, sugli avvenimenti rivoluzionari del secolo, sulle formazioni sociali latino americane e sulla rivoluzione culturale cinese, oltre a una produzione pedagogica di qualità di cui esempi significativi sono la Introduzione al marxismo (Datanews, 1998), Introduzione alla teoria economica marxista (Erre Emme, 1996), Il posto del marxismo nella storia (IIRF).
Scheda: Il tardo capitalismo (Der Spätkapitalismus)
Quest'opera, la maggiore di Ernest Mandel (in francese La troisième age du capitalisme) rappresenta il primo tentativo di combinare la teoria generale delle "leggi di sviluppo" del modo di produzione capitalista, scoperte da Marx, con la storia concreta del capitalismo del XX secolo.
L'opera prende l'avvio dall'esame dei dibattiti intorno ai metodi per lo studio delle economie capitalistiche e mostra perché gli approcci classici di Rosa Luxemburg, di Bukarin, di Bauer e di Grossman non siano riusciti nel tentativo di completare la teoria di Marx. Der Spätkapitalismus delinea la struttura del mercato mondiale e le varie forme del profitto (il plusvalore) che hanno caratterizzato le diverse fasi storiche. Su questa base il libro giunge alla presentazione di uno schema audace di "onde lunghe" d'espansione e di recessione nella storia del capitalismo, dalle guerre napoleoniche a oggi, criticando e affinando la celebre utilizzazione della nozione di "onde lunghe" fatta da Kondratiev.
In seguito, il libro valuta le principali caratteristiche economiche del tardo capitalismo quale è emerso nel periodo contemporaneo. L'ultima delle onde lunghe di espansione, afferma, si apre con la vittoria del fascismo sul continente europeo e con il sorgere delle economie di guerra negli Stati uniti e in Gran Bretagna per poi proseguire negli anni del boom economico (1947-1972). Mandel, infine, interroga in profondità le ragioni per le quali la dinamica della fase ascendente si bloccò e raggiunse il proprio limite attorno agli anni settanta. Analizza inoltre perché poi si sia avviata una onda lunga di stagnazione economica e di intensificazione della lotta di classe.
Il tardocapitalismo costituisce una pietra miliare nella critica economica marxista. Destinato in particolare a spiegare la recessione internazionale, resta ancora oggi una guida ineguagliata per la esauriente comprensione della natura delle crisi economiche mondiali. In questa opera fondamentale, concepita come una restaurazione della critica dell'economia politica, il lavoro teorico di Ernest Mandel si presenta come una ricerca vigorosa, ricca di acutezza e di profondità e rappresenta un potente strumento intellettuale che permette non solo di analizzare i tentativi neo-liberisti attuali, ma anche di lottare contro di essi, proprio quando questi sembrano riuscire a pervadere il pianeta.
L'interpretazione dinamica del capitalismo contemporaneo si fonda sia sui solidi fondamenti teorici forniti dalle tesi classiche di Karl Marx che sviluppa in modo originale, sia sui nuovi dati oggettivi e soggettivi (storici, sociali, politici ) di ogni nuova epoca.
Bandiera Rossa...
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