Alcool e tabacco sono delle sostanze che dal punto di vista medico sono sicuramente più pericolose (sono decine di migliaia i morti per alcoolismo e tabagismo solo in Italia) di quanto non sia la cannabis eppure sono sostanze che lo Stato considera legali, rispettando il principio che ogni cittadino è libero di decidere su ciò che è dannoso o meno per sè stesso. Non vediamo perché la stessa libertà non debba essere riconosciuta ai consumatori di cannabis. Negare ai fumatori di tabacco la possibilità di acquistare legalmente le loro sigarette vi sembrerebbe una cosa sensata? Se vi proibissero di acquistare la birra al supermercato non vi sentireste violati nei vostri diritti? Pensate inoltre che misure del genere farebbero diminuire i consumi di alcool e sigarette? O non pensate piuttosto che servirebbero a fare ingrossare i profitti di trafficanti e contrabbandieri? L'esempio storico del proibizionismo U.S.A. dovrebbe farci riflettere in proposito. Il mercato nero, oltre a fornire alla malavita organizzata una potente fonte di finanziamento, crea le condizioni per una pericolosità sociale della cannabis che la sostanza in sé non avrebbe. Se è infatti assodato che la cannabis in sé non induce al consumo di eroina, il mercato nero può invece favorire questo passaggio. Si verifica cioè quella che gli esperti definiscono contiguità di mercato: il medesimo spacciatore spesso traffica oltre che con la cannabis anche con sostanze molto più pericolose, prima fra tutte l'eroina. Questo fa si che i soggetti più imprudenti o più deboli possano cedere alla curiosità di provarle, rischiando di rimanervi poi invischiati. Liberalizzare la cannabis significherebbe utilizzare risorse, attualmente impegnate nella repressione dei consumatori, in settori più utili per la società. Le forze dell'ordine potrebbero concentrare i loro sforzi in direzione del grande narcotraffico, i tribunali si vedrebbero liberati del peso di migliaia di processi, che rallentano il corso della giustizia in settori di maggiore utilità sociale e anche il sovraffollamento delle carceri, e i suoi costi per la società, si ridurrebbero. La storia ci insegna che gli uomini hanno sempre fatto uso di sostanze che alterano lo stato di coscienza. Accettare questa realtà significa sforzarsi per cercare di ridurre il danno che può essere causato, sia all'individuo che alla società, dal consumo di queste sostanze. Le politiche proibizioniste, accanendosi contro i consumatori, hanno generato danni sociali e individuali di gran lunga maggiori di quelli che, presumibilmente, avrebbero voluto evitare.
ESPERIENZE DI VITA
Ines ha 40 anni, il fiore di marijuana più 5.000. L'incontro, del tutto casuale, è avvenuto alcuni anni fa in un momento non affatto facile per Ines che subiva le conseguenze di un intervento chirurgico e la successiva cobaltoterapia endocavitaria per una di quelle malattie che "costringe a confrontarsi con la Vita". Inappetenza, nausea, vomito, disturbi urinari e intestinali, insonnia, ansia, depressione e il.... dolore. 0 "Il dolore è una cosa terribile! Ti fa crescere molto, ti fa capire quanto è bella la gioia, però comunque rimane dolore!". "Non hai più fame, hai un senso di nausea continua, anche quando bevi l'acqua ti sembra piombo nello stomaco." "Non riesci più a fare una bella dormita di tutta una notte, ti addormenti a fatica, ti svegli continuamente, la mattina sei più stanca della sera anche se hai preso un sonnifero".
Ines affronta la situazione con una alimentazione naturale, aria di campagna e attività sportiva, specie il nuoto e con una certa riluttanza per le medicine, così come suo padre, medico, propugnava. È una donna gioiosa, ama la vita, le piace la natura, le piace ridere, scherzare.
"Con degli amici una sera è capitato di fumare un fiore di marijuana, a me piace chiamarlo fiore di marijuana, e prima di tutto ho sentito una tranquillità ancora maggiore di quella che cerco di procurarmi da sola. Mi sono rilassata. Poi mi ha stimolato l'appetito e questa è stata per me una cosa incredibile, dell'altro mondo! Fumare il fiore di marijuana e cominciare a mangiare con gioia, con appetito, quando per anni non ho più saputo che cosa significasse mangiare, il piacere di mangiare, il gusto, la fame. Sentire lo stimolo della fame, per me è stata una cosa così grossa che ho detto: per carità, ma io allora voglio fumare!"
Ines non è sicuramente una donna irresponsabile, pertanto si è subito documentata su questa sostanza ed ha anche consultato sia il medico che l'ha operata sia un medico già amico di suo padre ed entrambi hanno escluso particolari controindicazioni nell'uso sintomatico che lei aveva sperimentato. Inoltre, presa coscienza della pericolosità del mercato nero, sia in termini di qualità della sostanza che in quelli di violazione della legge oltre che di costo, pensa bene di seminare due tre semi della pianta proibita, ma l'esperimento fallisce, come pure fallisce un'ulteriore tentativo l'anno successivo, mentre il terzo anno l'esperimento riesce e si ritrova una bella piantina di marijuana sufficiente per le sue modeste e saltuarie assunzioni farmacologiche.
Ma il destino avverso decide che una pattuglia della finanza ritrovi in una tasca di Ines un fiorellino sospetto, pertanto una tempestiva e allucinante perquisizione domiciliare mette le manette a tutti i fiori della incolpevole e pericolosa piantina.
"Sono stata fermata dagli agenti della finanza mentre percorrevo, in macchina, un tratto di strada di periferia, in po' buia, alle sette e mezza di sera. Io non ho capito subito, siccome era buio e avevo i fari puntati. Mi hanno tirata fuori dalla macchina. Ho capito dopo! Intanto ho pensato: Ma che?.. Sarò diventata Qualcuno? Perché?... Non è possibile! Pistole puntate alla tempia, mitraglietta dietro la schiena quasi a spinta, a botta, per farmi appoggiare alla macchina. Quindi una violenza per me insopportabile, anche perché io non ho mai avuto a che fare con le forze dell'ordine. Parliamo comunque di una sola persona, infatti gli altri due agenti gli dicevano che non poteva perquisire, ma quello mi ha perquisita lo stesso io in quel momento avevo soltanto paura mi ha trovato in tasca un fiorellino di marijuana quindi portata in caserma a sirene spiegate e lui, il solito agente, a mezzo busto fuori dal finestrino con le pistole spianate che intimava ai passanti o alle macchine vicine di spostarsi".
Dalla caserma, Ines, è stata condotta, con le stesse modalità di trasporto, a casa dovè stata sequestrata una piantina di marijuana, quindi di nuovo in caserma, poi a mezzanotte in questura per una regolare perquisizione da parte di un'agente di sesso femminile e ancora in caserma della finanza fino all'una e mezza di notte!
Questa è una storia vera ed Ines non è uno pseudonimo. E reali sono anche veri gli effetti farmacologici riferiti come è documentato dalla Storia di questa pianta il cui uso medicinale risale a 5000 anni fa.
Sono una "insospettabile" consumatrice di canapa indiana. Tra i miei amici alcuni si fanno le canne. Come loro, conduco una vita normale, il lavoro che faccio mi piace, sono stimata come professionista (e come persona), è raro che mi assenti per malattia, pago l'affitto ecc.
Succede che qualche volta io vada a fare qualche acquisto di canapa indiana in un'altra città, dove magari sono riusciti a coltivarla (non dimentichiamo che è una pianta). In queste occasioni ci si ritrova con gli amici e si divide l'acquisto. Se malauguratamente dovessero arrestarmi nel tragitto eccomi trasformata in spacciatrice. E' probabile che avrei diversi problemi, anche sul posto di lavoro e qualcuno, sbagliando, cambierebbe opinione su di me. Perché??????
Perché si è stabilito che io non possa farmi le canne. Posso bere fino a morirne, posso schiantarmi con un mezzo che va ai duecento all'ora, posso imbottirmi di psicofarmaci legali, come fanno sempre più persone, ma le canne no, e attenzione, non perché sono nocive alla salute, cosa comunque da dimostrare, ma perché danno effetti stupefacenti, cosa socialmente sgradevole.
Tanto per cominciare l'effetto stupefacente è piuttosto moderato (parlo per esperienza lunga e diretta, collettiva e singola), permette ad esempio di preparare la cena senza sbagliare il sale, di passeggiare fino in centro per comprare il giornale, di rivolgere la parola al giornalaio e scambiare qualche chiacchiera se viene. Qualcuno, chi ne ha, può andare a prendere i bambini a scuola e fare un salto dalla nonna.
Per quello che mi riguarda sono interessata all'effetto tranquillizzante. Favorisce il buon umore o, talvolta, la concentrazione. Questi blandi effetti migliorano il mio "riposo" privato e sociale. Aumenta l'appetito.
I consumatori che io conosco amano farlo dopo cena, dopo aver lavato i piatti, quando ci si domanda come passare le ultime ore di serata. Siamo quarantenni, gente qualunque che si incontra tutti i giorni in comune, negli uffici, negli ospedali, nei luoghi pubblici. Non sono una tossicodipendente e desidero passare il tempo libero nel mio privato e come mi aggrada certa di non attentare alla mia salute (e soprattutto a quella degli altri) più di quanto il vivere legale comporta.
E' ora di liberalizzare l'uso della canapa indiana che nulla ha a che vedere con le droghe sintetiche e mai ha creato gli stessi problemi dell'alcol né sul piano sociale né a livello di salute.
(Insospettabile Illegal - lettera pubblicata su il Resto del Carlino di Ferrara domenica 27 febbraio 2000).
Serve davvero legalizzare?
Qualcuno preferisce usare il verbo "liberalizzare", ma qui la questione si fa grossa. La cannabis è già "liberalizzata", semmai non è depenalizzata, ma questo è un altro paio di maniche. Finita la repressione "penale" che cosa inizierà? Quella fiscale o quella delle autorizzazioni amministrative? Guardate che in Italia con la distillazione clandestina della grappa si è agito allo stesso modo... Certo, qui non cerano coimplicate questioni "morali", ma il meccanismo mi pare uguale.
Detto chiaramente, la gente tanto fuma lo stesso... si ok magari è anche vero che se non fosse mai stata vietata, non avrebbe avuto una pubblicità così forte e magari non la conosceremo neanche. Si, ringraziamo il proibizionismo che ci fa gustare il vero gusto dell'erba.
Si inizia a 14 anni tipo, vuoi il fumo per il sabato. Bene già il martedì inizi ad informarti, il mercoledì devi avere qualche certezza, il giovedì devi dare i soldi, il venerdì speri arrivi, il sabato se non ce l'hai scleri (giustamente, visto che è una settimana che cerchi) e approdi al sabato sera a cercare un fottuto spino per poter dire si ho fumato! Ed il proibizionismo ha fatto il suo gioco! Ringraziamo il proibizionismo che ci fa fumare lo stesso, con costi altissimi e qualità spesso del cazzo, ringraziamolo anche perché da sconvolto puoi tranquillamente girare per strada senza "pare" e la gente non ti "indicizza" e soprattutto perdi 20 anni di vita ogni volta che ti fanno accostare, tachicardia ogni volta che li incroci anche se sei pulito (il che lo definirei una sorta d'istinto sviluppato verso il nemico), ma questa è anche la coscenza sporca che il fottutissimo proibizionismo ti ficca nel cervello!
Sicuramente si rischia il business e la commercializzazione, come già avviene in Olanda (che per quanto buona sia e per quante serre usino, io non ci credo che è tutto naturale) ma daltronde è il prezzo che dobbiamo pagare: lo stesso fenomeno è avvenuto per l'alcool. Al che si capisce quanto il sistema di vita occidentale-proibizionistico ci tenga a te, propinandoti alcool e vietandoti l'erba. E alcuni di voi veramente pensano che tanto fumiamo lo stesso?!?! Non pensate mica alla gente in galera perché fumava cannabis o quelli che hanno semplicemente fatto crescere da madre terra una pianta che oltre tutto ci da ossigeno?
I finanzieri con i cani hanno beccano un amico con una misera canna di albanese con ramo e semi, morale: verbale di sequestro con tanto di incontro col prefetto e sert!?! Per 0,033 gr di THC su 1.4 gr di sostanza (celophane, semi e ramo inclusi!!!). Questo è il proibizionismo! E mentre aspettava di essere perquisito, hanno beccato due tossici che si facevano nei bagni della stazione, li portano dentro tutti sporchi di sangue, li servono prima facendogli il terminale e lasciandoli andare. Senza nemmeno perquisirli da quanto schifo facevano a sti poveri agenti, mentre al mio amico senza macchie di sangue, ci hanno provato gusto a cercare anche nelle mutande!!! Se pensate che ok fumiamo lo stesso.... vabbe, vi lascio al vostro pensiero.
Magari è stata una provocazione, e allora ne lancio unaltra: organizziamoci e in almeno 1.000 persone (ma più si è meglio è) ci mettiamo d'accordo e ci costituiamo in questura con una caccola a testa, specificando che lo si fa contro il proibizionismo sulla canapa! Se tutti i fumatori lo facessero non ci sarebbero più nemmeno posti nelle carceri, dovrebbero per forza legalizzare. Anche in una regione tedesca avevano liberalizzato una sorta di dose personale per l'alto numero di arresti per canapa.
Io non penso che veramente riusciate a pensarla cosi con un solo amico finito dentro per erba: vi ricordate di quante streghe sono morte per colpa del proibizionismo? Le chiamavano streghe quando erano invece dei curandero! La repressione è la regola del proibizionismo e comunque il proibizionismo è fallito!
E se pensate che il solito 14enne potrebbe starsene tranquillo tutta la settimana e comprarsi la sua canapa il sabato sera invece di immischiarsi in casini e gente da strada.
Addirittura il capo della polizia olandese ha dichiarato che tenendo la canapa fuori dai mercati clandestini, riescono a specializzarsi meglio su spacciatori di droghe pesanti.
Una volta legalizzata le aziende di biotecnologie si daranno da fare utilizzando gli OGM e metodi transgenici per adeguare le piante al Mercato e ai diversi utilizzi. Un libertario che ci tiene ad una cultura psichedelica e vuole conservarla dovrebbe porsi anche qualche problema etico come per tante altre cose. I problemi ambientali non si risolvono facendo i termodistruttori e la benzina verde ma introducendo un'etica nuova o perlomeno cercando di farlo, trasmettendo una cultura diversa da quella corrente (materialista, antropocentrica). Lo stesso discorso vale per l'uso delle sostanze, non basta la leggittimazione del mercato altrimenti rimaniamo sempre rinchiusi nello stesso labirinto costruito dalle classi dominanti e dalle industrie... non so voi ma io non voglio sentirmi un consumatore delle sostanze, spero (se non lo è) che possa diventare qualcosa di più... una sottocultura che potrebbe anche influenzare quella dominante in modo positivo.
Se pensate, perché non ci coltiviamo il tabacco invece di comprare le sigarette? Si lo so che bisognerebbe tostarlo e raffinarlo, ma in teoria è legale. Un bel cazzo! Solo lo stato può! Cosiddetto monopolio di stato, quindi se verrà legalizzata, anche l'erba verrà messa come monopolio con la scusa di controllare chi ne abusa e vendendola solo nei tabaccai o cooffe shop. Poi ovviamente sarà meglio, non penso che adesso finisci dentro se coltivi tabacco, ma sicuramente ti fanno il culo se ti beccano, quindi verrà il problema di trovare canapa pura e non raffinata dal tabaccaio, con pacchetti di canne già fatte su magari con la scritta Nuoce gravemente alla salute. A quel punto forse qualcuno potrebbe aver nostalgia del proibizionismo.
L'obbiettivo dell'antiproibizionismo è di dare libertà a chiunque di fare quello che vuole al proprio corpo, e ovviamente però informare a riguardo, in modo che la gente sia conscia di quello che fa, non insegnare nelle scuole che le droghe sono: ero, coca, erba, lsd e extasy e sono tutte droghe.
Bisognerebbe liberalizzare e decriminalizzare, cioè senza dipendere da stato o narcomafie, libertà di coltivazione, che quando te la fumi pensi... minchia mi ero dimenticato che l'erba ha sto gusto, magari con un po' di semi che sono scappati, ma sicuramente più pura (ma è meglio dire biologica) della megasuperabbestia skunk olandese. Anche se le politiche nazional/statali però contano sempre di meno di fronte allo strapotere delle multinazionali e organismi internazionali come ONU, NATO, Banca Mondiale ecc. quindi anche questa volta saranno loro a decidere. Legalizzarla a questo punto non servirebbe a niente visto che chi l'ha proibita adesso pensa di legalizzarla monopolizzando. Non ci vuole tanto per capire che la legalizzazione che ci possono proporre, alla fine sarà al solito come la vogliono e quando vogliono e soprattutto adattando le loro scelte alle esigenze del mercato. Io sò solo che le piante (aldilà della marijuana o che altro) sono un patrimonio dell'umanità che bisogna usare ma anche rispettare e non ci può essere nessun vincolo da parte di non so chi. Questo non lo dico a caso, è un discorso attuale in un epoca in cui si brevettano i semi. Non ci vuole nessuna legge e nessuna legalizzazione. Il fatto è che dobbiamo liberarci dalle leggi e non crearne altre per poter fare uso ludico, ricreativo, mistico, religioso di una pianta.
Bisognerebbe informare correttamente le persone per fargli capire che noi siamo nel giusto e fargli appoggiare la nostra causa.
Il punto è, che invece di istruirsi od almeno capire un po la materia, i proibizionisti si fanno i cazzi loro e non vogliono neanche provare a informarsi rimanendo nella totale ignoranza e così qua siamo solo un bel gruppo di supercannaioli forse anche un po' "pazzi" ma sempre tutti dalla stessa parte (la lotta c'è se c'è un nemico da fronteggiare!). Il proibizionismo crea una situazione di ignoranza in materia di sostanze stupefacenti, che riguarda sia i rischi che gli usi.
Credo che si possa e si debba cercare di uscire dalle prigioni del proibizionismo qui e ora, senza aspettare leggi e normative che non arriveranno mai. I preconcetti e l'opinione pubblica purtroppo non vanno sottovalutati anche se il proibizionismo è stato promosso dalle grandi industrie farmaceutiche, petrolchimiche, ecc. Sono loro che hanno costruito, insieme alle autorità statali, la cultura proibizionista, dopo anni di disinformazione e demonizzazione.
Quindi l'opinione pubblica è condizionata anche per quanto riguarda l'uso delle sostanze e di marijuana, in particolare mi sembra ovvio che lopinione pubblica è facilmente manipolata in un epoca in cui le guerre imperialiste si spacciano per umanitarie e sono sostenute moralmente dalla maggior parte della popolazione.
Da troppi anni e con troppo accanimento la legislazione penale e la giurisprudenza colpiscono i consumatori di sostanze stupefacenti, generando danni sociali e individuali di gran lunga maggiori di quelli che, presumibilmente, avrebbero voluto evitare. Il diritto penale deve progressivamente ritrarsi dalla questione droghe, riducendo i rischi della marginalità e dell'esclusione sociale per i consumatori, eliminando qualsiasi forma di sanzione per il consumo di tutte le droghe e legalizzando quelle leggere. I dati delle relazioni ministeriali ci dicono da diversi anni che una cifra intorno al 30% dei circa 50.000 detenuti nelle carceri italiane è tossicodipendente: una metà di questi entra direttamente per violazione della cosiddetta legge antidroga e un'altra metà per reati legati alla necessità di procurarsi il denaro per l'acquisto clandestino delle sostanze.
E' dunque prioritario decriminalizzare la figura del consumatore, superando la normativa e l'ottica della proibizione, che non distingue tra consumo e tossicodipendenza e fra droga e droga. Così sostanze diverse vengono accomunate, perché sono tutte allo stesso modo proibite, nella categoria ideologica di droga. Per questo la distinzione fra droghe pesanti e leggere, togliendo queste ultime dalla clandestinità, ha un valore anche simbolico. Si riconosce che per una sostanza, i cui rischi sulla salute sono assai contenuti e di gran lunga inferiori rispetto ad altre droghe legali come alcool, tabacco e parecchi tipi di farmaci, i rischi maggiori sono invece prodotti dal contesto di illegalità in cui la cannabis viene utilizzata. Il consumo è diffuso soprattutto fra i giovani dai 15 ai 21 anni, ed è generalmente occasionale, legato a particolari stili di vita giovanili. L'attuale proibizione totale spinge una parte di questi consumatori in un circuito di marginalità altamente rischioso, facendo convivere sul mercato nero-illegale droghe diverse negli effetti e nei danni che possono generare. Legalizzazione e completa depenalizzazione sono dunque due innovazioni necessarie perché tramonti la demonizzazione generalizzata di tutte le sostanze che non appartengono al circuito tradizionale del consumo e dei comportamenti individuali dei consumatori di droghe.
Bisognerebbe infine creare una coordinazione antiproibizionista (che in Italia esiste poco anche tra centri sociali), costituire cioè strutture a livello nazionale e regionale, ma anche più capillari per scambiare informazioni: se volete chiacchiere da sballoni, ma parlo soprattutto di idee, proposte concrete, e non vuol dire solo droga libera! Vuol dire incontri, discussioni e dibattito antiproibizionista, quindi ok per reperire informazioni sulle varie sostanze, ma cerchiamo anche di lanciare tipo che ne so, tiriamo fuori una lista di sostituti legali della canapa e diamo dei volantini in giro, oppure produciamo materiale antiproibizionistico con esperienze diverse da tutta Italia, creiamo un punto fisso per gente che è stata beccata o ha dei problemi legali, dando informazioni su cosa fare e su cosa non fare, oppure chi ha problemi con la patente, creiamo un dossier per difenderla, con le dritte su come comportarsi, a chi rivolgersi, con i vari trucchi per falsare i test.
Questo è antiproibizionismo, non solo parlare di droghe e sballi.
Riflettiamo e facciamo mangiar merda al proibizionismo!