collana Pensiero e Azione
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MICHAIL BAKUNIN Noi, rivoluzionari-anarchici,
fautori dell’istruzione generale del popolo, dell’emancipazione e del
piú vasto sviluppo della vita sociale e di conseguenza nemici dello Stato
e di ogni statalizzazione, affermiamo, in opposizione a tutti i metafisici,
ai positivisti e a tutti gli adoratori scienziati o non della scienza
deificata, che la vita naturale precede sempre il pensiero, il quale è
solo una delle sue funzioni, ma non sarà mai il risultato del pensiero;
che essa si sviluppa a partire dalla sua propria insondabile profondità
attraverso una successione di fatti diversi e mai con una serie di riflessi
astratti e che a questi ultimi, prodotti sempre dalla vita, che a sua
volta non ne è mai prodotta, indicano soltanto come pietre miliari la
sua direzione e le varie fasi della sua evoluzione propria e indipendente. Queste sono
le convinzioni dei socialisti rivoluzionari e per questo ci chiamano anarchici.
Noi non protestiamo contro questa definizione perché siamo realmente nemici
di ogni autorità, perché sappiamo che il potere corrompe sia coloro che
ne sono investiti che coloro i quali devono soggiacervi. Sotto la sua
nefasta influenza gli uni si trasformano in despoti ambiziosi e avidi,
in sfruttatori della società in favore della propria persona o casta,
gli altri in schiavi. [...]
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[1914-15] Lucidità e tempestività caratterizzano questi testi. Non solo nell’analisi a caldo della situazione politica, sociale ed economica, ma anche nel cogliere gli errori e sbandamenti nel campo socialista e libertario nel momento stesso in cui si presentavano, come è magistralmente esemplificato dalle argomentazioni con le quali replica alle dichiarazioni belliciste di Kropotkin. "Per
la guerra, intanto, no. Riflessioni assolutamente attuali, programmaticamente condivisibili da tutti coloro che hanno contestato la guerra in Iraq e contestano tuttora ogni forma di imperialisimo combattendo allo stesso tempo la pacificazione sociale del Nuovo Ordine Mondiale.
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![]() Il Salto - Spunti di analisi e critica sulla tematica animalista A cura di Antonio Roberto Budini Edizioni Anarchismo, pp 202, euro 7.50 "...In fondo bisogna comprendere che la situazione di sfruttamento degli animali non è poi così lontana dalla situazione oppressiva che è stata (ma non è ancora scomparsa) delle donne rispetto agli uomini, dei negri di fronte ai bianchi, degli schiavi, servi e lavoratori di fronte a imperatori, padroni e "datori di lavoro"..."
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Lo Stato ed io, siamo nemici. A me, egoista, non sta a cuore il bene di questa "società umana", non le sacrifico nulla, la sfrutto solamente; ma, per poterla sfruttare completamente, la trasformo in mia proprietà e mia creatura, cioè la anniento e metto al suo posto la "società degli egoisti". Il dominio
si nutre di tutte le nostre passioni soffocate, di tutte le cittadelle
dell'illusione costruite sul senso di colpa e sulla messa in scena sociale
della personalita'. L'ideologia colonizza sempre lo spazio delle idee
e dei desideri che non riusciamo a vivere. Ogni appello alla passivita',
ogni pratica che integra la morale della coercizione e' un servizio reso
al potere. Se la forza reale e' il possesso di se stessi, qualsiasi forza
subordinata all'inferiorita' altrui - e tale e' sempre l'autorita' - non
e' che il rovescio dell'estraneazione. Su quel rovescio si trovera' sempre
il bisogno di competere, mentre il sentimento - preciso, carnale - dell'unicita'
non sa che farsene della competizioine, perche' non accetta misure al
di fuori di se'. E' l'uguaglianza nell'appiattimento che crea false rivalita'.
Non a quel tipo di uguaglianza, quindi, deve tendere la soppressione delle
classi sociali, bensi' all'emergere del solo conflitto autentico perche'
non piu' mediato: il gioco dell'unicita'. In tal senso, quello stirneriano
e' un discorso di classe che sfugge al messianesimo proletario. Gli sfruttati
non sono portatori di alcuna missione storica, cosi' come il lavoro a
cui sono obbligati non e' la fonte di alcuna virtu'. Semplicemente, essi
sono contro la societa' nella misura in cui realizzano il proprio interesse:
quello di negarsi in quanto sfruttati, cioe' di creare relazioni libere
dal salario e dalla gerarchia. Il pensiero
nudo e crudo di Stirner è un atto barbarico di rara ferocia, eccessivo,
il classico elefante che con la sua pachidermica mole si fa spazio nel
negozio dei ninnoli filosofici.
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Alfredo M.
Bonanno, La gioia armata Sbrigati
compagno, spara subito sul poliziotto, sul magistrato, sul padrone, prima
che una nuova polizia te lo impedisca. Libro a suo tempo (1977) sequestrato e destinato alla distruzione con sentenza definitiva della Corte di Cassazione, sentenza che condannava autore a un anno e mezzo di carcere per averlo scritto.
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