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Assemblea europea dei migranti //01
Forum Sociale Europeo, Firenze, Fortezza da Basso, 8-9 novembre
2002
Documento finale
Il movimento europeo dei migranti è in costruzione
Una partecipazione straordinaria ha caratterizzato tutti gli appuntamenti
in cui, all'interno del Forum Sociale Europeo, si è discusso del tema
delle migrazioni internazionali e dei diritti dei migranti. Questa grande
presenza di donne e di uomini provenienti da diversi paesi europei e dagli
altri continenti è un evento di grande rilievo: a Firenze, il movimento
dei movimenti ha finalmente dimostrato di voler assumere come centrale il tema
delle migrazioni, una questione trasversale, connessa come è ai processi
di ristrutturazione e destrutturazione del mercato del lavoro, alle politiche
di abbattimento del welfare state, ai processi di esclusione sociale. Va
affermandosi la consapevolezza che la lotta radicale contro la
globalizzazione neoliberista è monca se non assume l'obiettivo del
conseguimento della pienezza dei diritti dei migranti, quei 19 milioni di
cittadini che l'Europa di Nizza, di Laeken, di Siviglia vuole mantenere in
una condizione di invisibilità, di sfruttamento, di apartheid.
In molti interventi il protagonismo dei migranti ha avuto modo di
esprimersi e di testimoniare come in tutta Europa stiano crescendo e
moltiplicandosi forme di autorganizzazione, esperienze che vanno sostenute
in quanto sono fondamentali per la crescita di tutto il movimento che si
batte per i diritti dei migranti e contro il razzismo, ma non solo. La
soggettività dei migranti arricchisce, e ne è elemento indispensabile, la
forza di tutto il movimento che lotta contro la guerra, contro il
neoliberismo, per i diritti sul lavoro, democratici, sociali e civili di
tutti.
Nella gran parte dei paesi europei si è diffuso un uso politico e
ideologico del tema del controllo e della limitazione dell'immigrazione:
i topoi razzisti dell' "invasione", degli immigrati come fonte di
insicurezza per i nazionali, della "clandestinità" come sinonimo di
criminalità sono abitualmente adoperati come "moneta" da spendere sul
mercato elettorale, utilizzata a piene mani dai partiti di destra, ma
contesa anche da partiti di sinistra. La cittadinanza europea, proposta
nella Carta europea dei diritti è una cittadinanza escludente,
riconosciuta solo a chi ha la nazionalità degli stati-membri. I milioni di migranti che
risiedono in Europa stabilmente e contribuiscono alla sua ricchezza
economica e culturale sono destinati, secondo Aznar, Blair e Berlusconi, a
rimanere privi di diritti.
All'approccio sicuritario delle politiche migratorie europee il movimento
risponde con lo sgretolamento dal basso della Fortezza Europa. Il Forum
Sociale Europeo ha ribaltato l'agenda dei governanti europei ponendo le
basi per la costruzione di un movimento europeo dei migranti e per i
diritti dei migranti che propone l'idea di un'Europa alternativa aperta,
pluriculturale, "meticcia", fondata su principi e finalità radicalmente
diversi:
_la garanzia del diritto a migrare e a entrare in Europa;
_la libera circolazione per tutti, compresi i cittadini di "paesi
terzi";
_la regolarizzazione a regime di tutti i sans-papiers
_l'idea di una cittadinanza inclusiva, capace di garantire a tutti
coloro che risiedono nel territorio europeo pieni diritti civili,
politici,
sociali, secondo il principio che è cittadino europeo chiunque nasca sul
territorio europeo o vi risieda regolarmente;
_la garanzia piena del diritto alla coesione familiare;
_la garanzia di uguali diritti per tutti i lavoratori e
l'introduzione di misure che tutelino dallo sfruttamento i lavoratori
stranieri, compresi quelli precari e senza contratto di lavoro;
_la lotta contro ogni forma di discriminazione, xenofobia e
razzismo;
_la garanzia dei diritti dei rom;
_la garanzia piena del diritto di asilo.
La discussione di Firenze si è concentrata su tre grandi temi: in primo
luogo sul nuovo regime di frontiera che si è andato affermando in Europa
nell'ultimo decennio, di cui sono state indagate le ripercussioni sia
verso l'esterno (il cosiddetto effetto-domino, attraverso il quale esso si
irradia verso est e verso sud, coinvolgendo in primo luogo i paesi
candidati a entrare nell'Unione europea) sia verso l'interno
(proliferazione dei centri di detenzione, sistemi di espulsione, ma anche
tendenza a introdurre stratificazioni gerarchiche all'interno della
cittadinanza nei singoli paesi europei); in secondo luogo sui movimenti
dei migranti e per i diritti dei migranti che si esprimono in Europa, di cui
sono stati censiti le caratteristiche, lo spettro d'azione e le forme di
mobilitazione; infine sul lavoro migrante, di cui sono state evidenziate
l'esemplarità e la rilevanza crescente all'interno della composizione
della forza lavoro europea.
I migranti, i rom, le associazioni antirazziste, le realtà autorganizzate
che si sono confrontate a Firenze nell'Assemblea dei migranti, hanno
concordato per il prossimo anno la promozione di iniziative, mobilitazioni
e campagne comuni perfezionando e approvando le proposte avanzate nel
documento preparatorio elaborato dal Tavolo migranti dei Social Forum
Italiani.
Il diritto a migrare
Nessuna ragione economica, politica o sociale può giustificare la
privazione della libertà di emigrare, diritto riconosciuto a tutti gli
uomini e le donne dagli artt. 13 e 14 della Dichiarazione Universale dei
Diritti dell'Uomo. Va condotta su scala europea una campagna per
l'introduzione di meccanismi di regolarizzazione permanente di tutti
coloro che di fatto sono inseriti nel tessuto lavorativo e sociale: i diritti
dei migranti non possono essere subordinati agli interessi dei datori di
lavoro, le politiche di ingresso contingentate e la militarizzazione delle
frontiere alimentano il traffico di esseri umani, l'immigrazione
irregolare e il lavoro nero, anziché combatterli.
La cittadinanza europea di residenza
L'Assemblea propone una nuova idea di cittadinanza che assuma come
fondamento teorico la saldatura tra il riconoscimento dei diritti umani
universali - civili, politici e sociali - a tutti gli esseri umani e la
consapevolezza della dimensione ormai concretamente pluriculturale delle
società contemporanee. Una tale rivisitazione dell'idea di cittadinanza
comporta la necessità di svincolare i diritti di cittadinanza dalla
nazionalità e di modificare l'Art.17 del trattato dell'Unione. Ciò in
sostanza significa sostituire al principio della nascita quello della
residenza in un determinato territorio come principio fondativo di una
cittadinanza non solo civile e politica (dunque comprensiva del diritto di
voto), ma anche sociale.
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