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> Documento finale, Assemblea europea dei migranti, Forum Sociale Europeo 2002
Volantino Renacer 16/11/2002
Riorganizzazione gruppo Migranti
Assemblea europea dei migranti //01
Forum Sociale Europeo, Firenze, Fortezza da Basso,
8-9 novembre 2002

Documento finale
Il movimento europeo dei migranti è in costruzione


Una partecipazione straordinaria ha caratterizzato tutti gli appuntamenti in cui, all'interno del Forum Sociale Europeo, si è discusso del tema delle migrazioni internazionali e dei diritti dei migranti. Questa grande presenza di donne e di uomini provenienti da diversi paesi europei e dagli altri continenti è un evento di grande rilievo: a Firenze, il movimento dei movimenti ha finalmente dimostrato di voler assumere come centrale il tema delle migrazioni, una questione trasversale, connessa come è ai processi di ristrutturazione e destrutturazione del mercato del lavoro, alle politiche di abbattimento del welfare state, ai processi di esclusione sociale. Va affermandosi la consapevolezza che la lotta radicale contro la globalizzazione neoliberista è monca se non assume l'obiettivo del conseguimento della pienezza dei diritti dei migranti, quei 19 milioni di cittadini che l'Europa di Nizza, di Laeken, di Siviglia vuole mantenere in una condizione di invisibilità, di sfruttamento, di apartheid. In molti interventi il protagonismo dei migranti ha avuto modo di esprimersi e di testimoniare come in tutta Europa stiano crescendo e moltiplicandosi forme di autorganizzazione, esperienze che vanno sostenute in quanto sono fondamentali per la crescita di tutto il movimento che si batte per i diritti dei migranti e contro il razzismo, ma non solo. La soggettività dei migranti arricchisce, e ne è elemento indispensabile, la forza di tutto il movimento che lotta contro la guerra, contro il neoliberismo, per i diritti sul lavoro, democratici, sociali e civili di tutti.

Nella gran parte dei paesi europei si è diffuso un uso politico e ideologico del tema del controllo e della limitazione dell'immigrazione: i topoi razzisti dell' "invasione", degli immigrati come fonte di insicurezza per i nazionali, della "clandestinità" come sinonimo di criminalità sono abitualmente adoperati come "moneta" da spendere sul mercato elettorale, utilizzata a piene mani dai partiti di destra, ma contesa anche da partiti di sinistra. La cittadinanza europea, proposta nella Carta europea dei diritti è una cittadinanza escludente, riconosciuta solo a chi ha la nazionalità degli stati-membri. I milioni di migranti che risiedono in Europa stabilmente e contribuiscono alla sua ricchezza economica e culturale sono destinati, secondo Aznar, Blair e Berlusconi, a rimanere privi di diritti.

All'approccio sicuritario delle politiche migratorie europee il movimento risponde con lo sgretolamento dal basso della Fortezza Europa. Il Forum Sociale Europeo ha ribaltato l'agenda dei governanti europei ponendo le basi per la costruzione di un movimento europeo dei migranti e per i diritti dei migranti che propone l'idea di un'Europa alternativa aperta, pluriculturale, "meticcia", fondata su principi e finalità radicalmente diversi:

_la garanzia del diritto a migrare e a entrare in Europa;
_la libera circolazione per tutti, compresi i cittadini di "paesi terzi";
_la regolarizzazione a regime di tutti i sans-papiers
_l'idea di una cittadinanza inclusiva, capace di garantire a tutti coloro che risiedono nel territorio europeo pieni diritti civili, politici, sociali, secondo il principio che è cittadino europeo chiunque nasca sul territorio europeo o vi risieda regolarmente;
_la garanzia piena del diritto alla coesione familiare;
_la garanzia di uguali diritti per tutti i lavoratori e l'introduzione di misure che tutelino dallo sfruttamento i lavoratori stranieri, compresi quelli precari e senza contratto di lavoro;
_la lotta contro ogni forma di discriminazione, xenofobia e razzismo;
_la garanzia dei diritti dei rom;
_la garanzia piena del diritto di asilo.

La discussione di Firenze si è concentrata su tre grandi temi: in primo luogo sul nuovo regime di frontiera che si è andato affermando in Europa nell'ultimo decennio, di cui sono state indagate le ripercussioni sia verso l'esterno (il cosiddetto effetto-domino, attraverso il quale esso si irradia verso est e verso sud, coinvolgendo in primo luogo i paesi candidati a entrare nell'Unione europea) sia verso l'interno (proliferazione dei centri di detenzione, sistemi di espulsione, ma anche tendenza a introdurre stratificazioni gerarchiche all'interno della cittadinanza nei singoli paesi europei); in secondo luogo sui movimenti dei migranti e per i diritti dei migranti che si esprimono in Europa, di cui sono stati censiti le caratteristiche, lo spettro d'azione e le forme di mobilitazione; infine sul lavoro migrante, di cui sono state evidenziate l'esemplarità e la rilevanza crescente all'interno della composizione della forza lavoro europea.

I migranti, i rom, le associazioni antirazziste, le realtà autorganizzate che si sono confrontate a Firenze nell'Assemblea dei migranti, hanno concordato per il prossimo anno la promozione di iniziative, mobilitazioni e campagne comuni perfezionando e approvando le proposte avanzate nel documento preparatorio elaborato dal Tavolo migranti dei Social Forum Italiani.

Il diritto a migrare
Nessuna ragione economica, politica o sociale può giustificare la privazione della libertà di emigrare, diritto riconosciuto a tutti gli uomini e le donne dagli artt. 13 e 14 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo. Va condotta su scala europea una campagna per l'introduzione di meccanismi di regolarizzazione permanente di tutti coloro che di fatto sono inseriti nel tessuto lavorativo e sociale: i diritti dei migranti non possono essere subordinati agli interessi dei datori di lavoro, le politiche di ingresso contingentate e la militarizzazione delle frontiere alimentano il traffico di esseri umani, l'immigrazione irregolare e il lavoro nero, anziché combatterli.

La cittadinanza europea di residenza
L'Assemblea propone una nuova idea di cittadinanza che assuma come fondamento teorico la saldatura tra il riconoscimento dei diritti umani universali - civili, politici e sociali - a tutti gli esseri umani e la consapevolezza della dimensione ormai concretamente pluriculturale delle società contemporanee. Una tale rivisitazione dell'idea di cittadinanza comporta la necessità di svincolare i diritti di cittadinanza dalla nazionalità e di modificare l'Art.17 del trattato dell'Unione. Ciò in sostanza significa sostituire al principio della nascita quello della residenza in un determinato territorio come principio fondativo di una cittadinanza non solo civile e politica (dunque comprensiva del diritto di voto), ma anche sociale.
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