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Assemblea europea dei migranti //02
Forum Sociale Europeo, Firenze, Fortezza da Basso, 8-9 novembre
2002
No detention
I centri di detenzione sono il simbolo della politica neoliberista di
criminalizzazione dei migranti: a Woomera (Australia) come a Ponte Galeria
(Italia), a Malaga (Spagna) come a Manchester (Regno Unito) e a Zurigo
(Svizzera), essi sono luoghi di sospensione del diritto e uno dei
principali strumenti di attuazione delle politiche repressive nei
confronti dei migranti. Donne e uomini, colpevoli solo di aver osato cercare una
vita migliore, vengono trattenuti per mesi in vere e proprie prigioni, difese
da militari armati e da reti di filo spinato. Verrà lanciata su scala europea
una campagna per la loro chiusura e per bloccare la costruzione di nuove
strutture. La campagna ha già un primo appuntamento: a Torino, il 30
novembre 2002 si svolgerà una manifestazione nazionale contro i centri di
detenzione e contro la legge Bossi-Fini alla quale parteciperanno
delegazioni europee.
Il diritto di asilo
Dalla guerra del Golfo in poi i governi mondiali hanno scelto di
rilegittimare l'uso della guerra come strumento di risoluzione delle
controversie internazionali, con l'intervento in Kossovo hanno inventato
la "guerra umanitaria", dopo l'attacco dell'11 settembre hanno trovato nella
"guerra permanente al terrorismo" un escamotage per giustificare una volta
per tutte l'uso indiscriminato delle armi contro le popolazioni civili
con la cosiddetta "guerra preventiva". Ma i profughi e i richiedenti
asilo, che in buona parte rappresentano la diretta conseguenza di quelle e
di molte altre guerre, vedono negato ogni giorno il diritto di asilo. Il
Forum Sociale Europeo propone una campagna europea per l'effettiva
garanzia del diritto di asilo a qualsiasi persona perseguitata, anche da soggetti
non statali, per motivi politici o in ragione della sua appartenenza
religiosa, culturale, di genere, e per chiedere all'Unione Europea
l'adozione in tempi brevi di direttive che vincolino gli stati membri ad
uniformare, al livello più alto, i propri sistemi di accoglienza e le
politiche di integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati.
L'Assemblea Europea dei Migranti si è data un nuovo appuntamento a
febbraio a Parigi: in un incontro di due giorni le campagne e le iniziative
individuate a Firenze verranno ulteriormente discusse e tradotte in un
percorso di lavoro coordinato in tutta Europa.
MOZIONI PRESENTATE NEL CORSO DELL'ASSEMBLEA
MOZIONE PROPOSTA DAL TAVOLO MIGRANTI DEI SOCIAL FORUM ITALIANI
La cosiddetta sanatoria vede oggi 11 novembre chiudersi i termini per la
richiesta di regolarizzazione per i migranti sprovvisti del permesso di
soggiorno.
Il Tavolo Migranti dei Social Forum, riunitosi a Firenze in occasione del
F.S.E., ribadendo la sua critica nei confronti di una regolarizzazione che
ha escluso a priori ampi settori della popolazione migrante, dai
lavoratori autonomi a quelli dediti ad attività saltuarie, flessibili e precarie,
rileva come solo a pochi giorni dalla scadenza del termine il governo
abbia preso atto dell'iniquità di una sanatoria, che demanda all'arbitrio del
datore di lavoro la scelta tra regolarizzare o meno il suo dipendente.
La circolare ministeriale del 31 ottobre, che cerca di porre rimedio a
quell'iniquità, consentendo di richiedere il permesso di soggiorno anche
ai lavoratori migranti che aprono una vertenza contro i datori di lavoro che
non li regolarizzano, è intervenuta tardivamente. Pochi giorni di tempo
non possono essere sufficienti a informare le migliaia e migliaia di immigrati
che in tutt'Italia si sono visti licenziare per la loro speranza di
emergere dalla clandestinità, o sono stati semplicemente posti di fronte
all'alternativa tra il licenziamento o la continuazione del lavoro "al
nero", né possono bastare per organizzare migliaia e migliaia di vertenze
di lavoro.
Se il Governo ha inteso rimediare a un'evidente ingiustizia, contenuta
nella legge di regolarizzazione, deve anche consentire di rimuovere gli
effetti di quell'ingiustizia, concedendo ai migranti il tempo necessario
per aprire le vertenze contro i datori di lavoro.
Il Tavolo Migranti dei Social Forum ritiene quindi assolutamente
necessario che venga disposta una proroga dei termini per la regolarizzazione, perché
non accada che da domani uomini e donne, che si sono visti negare il
diritto ad esistere da una legge ingiusta, possano diventare vittime delle
espulsioni o della segregazione nei centri di detenzione amministrativa,
che sono assi portanti del sistema di repressione dell'immigrazione
instaurato dalla legge Bossi-Fini.
MOZIONE PROPOSTA DALLE ORGANIZZAZIONI UMANITARIE DI CALAIS (FRANCIA):
IL FORUM SOCIALE EUROPEO CONDANNA LA REPRESSIONE A SANGATTE
Nella notte tra il 7 e l'8 novembre 2002, circa 50 stranieri hanno dovuto
rifugiarsi dal Campo di Sangatte in una palestra di Calais, nel Nord della
Francia. Due giorni prima, il Ministro degli Interni francese ha chiuso il
campo, a dispetto del fatto che l'UNHCR ha stabilito lì un'antenna di
monitoraggio. Il campo è stato aperto nel Settembre 1999 su richiesta
delle organizzazioni locali: allora, i rifugiati stavano vivendo condizioni di
vita durissime a Calais. Da quando i nuovi arrivati non vengono più
accolti nel campo, la situazione umanitaria è tornata alla situazione di tre anni
prima.
I rifugiati, in maggior parte Afgani, Kurdi provenienti dall'Iraq e
Sudanesi, cercano ogni giorno di attraversare il canale, rischiando la
propria vita per raggiungere il Regno Unito. Nel corso di 4 anni, il
Governo francese non ha mai affrontato il problema, mentre ha reso sempre
più difficile richiedere asilo; più di 50.000 rifugiati sono riusciti a
raggiungere il Regno Unito. L'attuale governo, sotto pressione del governo
Britannico e della compagnia Eurotunnel, ha deciso di chiudere Sangatte
senza proporre nessuna soluzione alle richieste politiche e umanitarie dei
rifugiati.
Negli ultimi due giorni, un impressionante numero di forze di polizia
hanno impedito ai nuovi arrivati l'accesso al campo. L'intera zona di Calais è
sotto il controllo della polizia per intimidire i rifugiati e disperderli
lungo il canale e la costa del nord.
Le organizzazioni umanitarie di Calais così come le organizzazioni
francesi e inglesi hanno condannato duramente questa operazione di polizia. Esse si
sono collegate alle organizzazioni del Forum Sociale Europeo, riunite a
Firenze, in Italia, esprimendo il loro sostegno alle organizzazioni di
tutela dei diritti dei rifugiati e chiedendo il pieno rispetto dei diritti
umani e la protezione dei rifugiati in Francia e in Europa.
MOZIONE PROPOSTA DAL LECCE SOCIAL FORUM
Il 13 novembre 2002, tredici paesi dell'area del mediterraneo si
incontrano a Lecce per mettere a punto "IL PIANO DI ALLERTA E REAZIONE RAPIDA CONTRO
L'IMMIGRAZIONE ILLEGALE". Perché ora? Perché a Lecce?
Si insiste nell'affrontare la questione esclusivamente dal punto di vista
repressivo. L'irregolarità è in realtà una costante di tutte le migrazioni
e dipende dal carattere più o meno aperto della normativa in tema di
ingresso e di soggiorno nei paesi di destinazione. Occorrerebbe, al
contrario, assicurare l'imprescindibile tutela dei diritti fondamentali
dei migranti. Le logiche del proibizionismo, dove vietare equivale ad
impedire, non sono altro che ingenue illusioni. Ma è proprio questa, purtroppo, la
logica che ispira la politica segregazionista e xenofoba della legge
Bossi-Fini. Le misure di allontanamento che, con ogni probabilità, i
ministri convenuti intendono adottare comporteranno rilevanti compressioni
dei diritti fondamentali dei migranti. L'approccio in atto rivela, su
scala non solo nazionale, la tendenza alla criminalizzazione, dietro cui
nascondere una realtà che vede migliaia di esseri umani costretti a
fuggire da situazioni intollerabili di guerra e miseria determinate dalle
politiche neoliberiste. Non saranno certo politiche più repressive a fermarli. Ciò
che è accaduto e continua ad accadere nel Canale d'Otranto e nel Canale di
Sicilia sta a dimostrare che l'uso della forza militare è destinato
soltanto ad aumentare il numero delle vittime. Un altro approccio è
possibile! Emancipandosi dalla filosofia dell'ordine
pubblico e dal rifiuto razzista dell'immigrazione. Prevedere l'espulsione
o il respingimento coatto come sanzione per qualsiasi forma di irregolarità
significa consegnare i migranti alla gestione arbitraria delle autorità di
polizia. Misure che si collocano persino al di fuori dalla prospettiva di
gradualità della disciplina degli allontanamenti entro cui si muove il
recente Libro Verde della Commissione europea. Ma ora, per i ministri, il
problema è come fronteggiare il certo riversarsi sulle nostre coste dei
profughi che fuggiranno dai paesi coinvolti nell'annunciato conflitto
bellico. Il LECCE SOCIAL FORUM, IL COORDINAMENTO LECCESE DELLE
ASSOCIAZIONI ANTIRAZZISTE INVITANO TUTTE LE REALTA' DEMOCRATICHE ITALIANE
(SOCIAL FORUM, ASSOCIAZIONI E CHIUNQUE SENTA DI DOVER MANIFESTARE IL
PROPRIO DISSENSO) A MOBILITARSI E PARTECIPARE IN OCCASIONE DEL SUDDETTO
SUMMIT ALLA MANIFESTAZIONE
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