pubblicato il 6.06.14
Clement, un anno dopo. Con la rabbia nel cuore ·
Lo scorso 5 giugno è stato ucciso a Parigi da un gruppo di nazifascisti Clement Meric, militante antifa. Sabato 7 giugno per ricordarlo sono state convocate manifestazioni antifasciste in Francia e in altre parti d'Europa.
Non è stata una rissa finita male ma un aggressione a tutti gli effetti, portata avanti con tirapugni e armi da taglio. A un anno di distanza, mentre è iniziato il processo a carico degli aggressori, l�??estrema destra può continuare a tentare il tutto per tutto, parlare di legittima difesa, inventare false immagini video, o dire che è stato un agguato a loro danno. La realtà e ben differente. Otto militanti di estrema destra erano sul posto quel pomeriggio, di cui più della metà espressamente chiamati per fare a pugni con �??quelli di sinistra�?�. La maggior parte di loro erano armati. Di fronte a loro, quattro studenti, il cui solo torto era quello di condividere i valori dell�??antifascismo e di essersi rifiutati di abbassare la testa.
CON LA RABBIA NEL CUORE
Abbiamo tradotto e riportiamo qui un testo di analisi politica a cura dei compagni di Clement.
Clément non è stato ucciso soltanto da una banda di fascisti. Non è stato assassinato solo dall�??estrema destra in senso stretto. Clément in senso più generale è vittima della crescita repentina delle idee più terribili e nauseabonde e della loro banalizzazione, in Francia come altrove in Europa. Clément è stato ucciso dal razzismo, ed in particolare dall�??islamofobia, dalla xenofobia, dall�??omofobia di Stato. Qui in Francia negli ultimi mesi abbiamo visto l�??omofobia sfilare per le strade senza alcun problema. Sono alcuni anni che l�??islamofobia occupa lo spazio politico e mediatico, accompagnata da minacce, pestaggi, aggressioni sempre più violente. La �??Bestia immonda�?� non nasce mai da sola. La fiducia di cui gode l�??estrema destra è dovuta e si alimenta attraverso pratiche razziste, xenofobe, omofobe che provengono dalle istituzioni.
Clément era un uomo eterosessuale, cisgenere, bianco, uno studente di SciencesPo. E�?? stato ucciso perché era un militante antifascista. E�?? stato ucciso come poteva accadere a una lesbica, a un trans, a un gay che aveva la sfortuna di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliaTo. E�?? stato ucciso come poteva succedere a un/a non bianc*, immigrat*, indigen*, musulman*, oggetto del razzismo meno dissimulato.
La sua morte ha indignato come raramente la morte delle vittime non bianche dei crimini polizieschi, delle aggressioni e degli altri omicidi a sfondo razzista abbiano mai fatto. Nonostante il peso del nostro dolore, noi non possiamo ignorare queste cose che, se è possibile, aumentano la nostra rabbia e la nostra determinazione a lottare. Clément era antifascista: si batteva per la difesa di un�??uguaglianza radicale dei diritti ed era al fianco di tutte quelle e tutti quelli che l�??estrema destra considera i nemici da abbattere: le minoranze sessuali e i trans, i migranti, i/le musulmani/e, i /le militanti politici.
Clément denunciava senza sosta la banalizzazione, ovvero l�??istituzionalizzazione delle idee e delle pratiche dell�??estrema destra. Fino a quando, anche fra di noi, anche fra la sinistra radicale vale a dire rivoluzionaria, non elimineremo dai nostri discorsi ogni traccia di nazionalismo, fino a quando non combatteremo costantemente e incessantemente il razzismo, l�??islamofobia, la caccia ai Rom, e ai Sans Papier, l�??omofobia, il sessismo, noi , anche noi stessi, scaveremo il letto della �??bestia immonda�?� che come un fiume vediamo crescere sempre di più. E�?? questa la lotta che dobbiamo continuare. Contro il fascismo, con ogni mezzo necessario.
A un anno dalla Sua morte, sabato 7 giugno avranno luogo manifestazioni e presidi in tutta e la Francia, in Italia, Germania e Svizzera.
http://www.dinamopress.it/news/clement-un-anno-dopo-con-la-rabbia-nel-cuore