informazioni o suggerimenti per telefono o e-mail elpaso@ecn.org

 


Dal 2003 torna il cinema a El Paso.

Raddoppiato.


Le proiezioni si svolgeranno infatti ogni MARTEDI' e DOMENICA sera, alle 22 / 22.30.
Due diverse rassegne organizzate
da due diversi gruppi di persone.

A questa iniziativa se ne affianca un'altra: in questi due giorni, dalle 19 all'inizio delle proiezioni sarà aperta la vineria nello spazio della distribuzione.

Qualche bottiglia, scelta, a prezzi contenuti rispetto al mercato, da degustare prima del cinema, col contorno di dischi e libri.

 

LE PROSSIME RASSEGNE DI APRILE: 'SOTTO CONTROLLO" E "PIOMBO"

La rassegna della domenica:

IL CALCIO E' UNA COSA SERIA

La rassegna del martedì:

LA FOLLIA

Domenica 2 marzo

MEAN MACHINE
di Barry Skolnick
USA 2001, colori, 98'
con Vinnie Jones, David Hemmings, David Kelly

"Quella Sporca Ultima Meta" (Robert Aldrich - '74) con Burt Reynolds, è stato una sorta di cult-movie sul football americano; "Mean Machine" è stato fortemente voluto dal produttore Matthew Vaughn come un remake di quella pellicola, ma ambientato nel mondo del calcio.

Dany Meenhan è il capitano della nazionale di calcio inglese circondato da denaro, successo, auto veloci. Un giorno però viene cacciato dalla squadra con l'accusa di aver truccato il risultato della partita Inghilterra - Germania e finisce in carcere per aver aggredito, ubriaco, un poliziotto. In prigione Danny fa la proposta al direttore di allenare una squadra di detenuti (sulla quale il direttore ha investito molto) contro cui i secondini possano battersi in una partita di preparazione al campionato. Convinto che un pugno di carcerati non abbia chance contro le guardie il direttore accetta.

Per la realizzazione di questo film, a cavallo tra il carcerario e lo sportivo, è stato reclutato il regista Barry Skolnick al suo esordio sul grande schermo, ma già direttore dello spot della Nike e quindi abituato a gestire immagini spettacolari legate al calcio. Skolnick ha immediatamente imposto tre ferree regole per la realizzazione: 1. niente attori che non sanno giocare al calcio; 2. tutti i giocatori al top della forma fisica; 3. macchina da presa costantemente sul pallone.

Grande: lo spot iniziale con la sequenza dell'inseguimento tra Danny e la polizia e la scena di lotta all'interno del carcere, carica di energia ed al tempo stesso divertente. Lo stesso Jones sembra più a suo agio nei panni del "vero duro" piuttosto che in quelli del pentito.

Dai produttori di Lock & Stock, The Snatch

Martedì 4 marzo

K-PAX

di Iain Softley
Usa-Germ. 2001, col. 115'
con: Kevin Spacey, Jeff Bridges,
Mary McCormack

Arrestato alla Grand Central Station di New York perché privo di documenti, lo sconosciuto Prot dichiara di provenire dal pianeta K-Pax (costellazione della Lira, fuori dal sistema solare). L'affidano a uno psichiatra che scopre la sua straordinaria conoscenza dell'astronomia e della psicologia umana. Chi è in realtà Prot? Piccolo ma toccante excursus nel mondo dei pazzi, nei manicomi, nelle terapie, nei tranquillanti, nei guardiani, nei medici psichiatrici, nell'ipnosi, insomma un modo leggero per descrivere un ordine malefico e implacabile capace di creare schiavi e dittatori. Dove alla fine la libertà sta in un altro mondo, o no?

Domenica 9 marzo

FEBBRE A 90°
Fever Pitch

di David Evans
Uk 1997, colori, 102'
con Colin Firth, Stephen Rea, Ruth Gemmell

Il caso insolito di un film sul calcio in forma di commedia romantica.
A differenza del romanzo di Nick Hornby da cui è tratto, che va al 1968 al 1992, il film si concentra sulla stagione calcistica 1988-89 (l'anno in cui, dopo 18 anni, l'Arsenal vinse il campionato inglese con una partita al cardiopalma sul campo di Liverpool) con brevi e occasionali flashback su Paul ragazzino e già tifoso. Nel film si vede poco il calcio giocato.
Esordiente al cinema dopo aver fatto teatro e TV, D. Evans ha aggirato l'ostacolo limitandosi a qualche frammento di telecronache e a momenti di partitelle della squadra scolastica allenata da Paul.
Più che sul calcio, è un film sulla passione, sull'ossessione per il calcio: pungente, divertente e tenero.

Paul Ashworth (Colin Firth) è un insegnante inglese tifoso accanito dell'Arsenal. Nella scuola media in cui lavora incontra Sarah (Ruth Gemmell), una donna piuttosto austera e dedita completamente all'insegnamento. Sebbene agli antipodi uno dell'altra i due si innamorano e si imbarcano in una movimentata relazione che, come l'Arsenal durante il Campionato, segue un andamento piuttosto discontinuo. In una serie di flashback capiamo anche da dove scaturisce la passione di Paul per il calcio, passione che ha segnato la sua vita, determinandone anche i rapporti familiari. Nel momento in cui l'Arsenal comincia a perdere i colpi anche il rapporto tra Sarah e Paul entra in seria crisi. Ma non tutto è perduto. La squadra ha un'altra occasione e anche la coppia.

Ai tifosi: portateci la ragazza / moglie che odia il calcio, magari si ammordbidisce un po'.

Martedì 11 marzo

IO, CALIGOLA

di Tinto Brass
It.-USA 1979-84, col., 124'
con Malcom McDowell, Teresa Ann Savoy, Peter O'Toole,
Adriana Asti

Il potere e la follia; la follia del potere. La storia del più folle tra gli imperatori romani, Caligola. La vita forsennata, le azioni crudeli, l'incesto con la sorella Drusilla, le pazzie, gli eccessi e la morte violenta di Caio Cesare Augusto detto Caligola (12-41 d.C.), secondo l'ottica di Svetonio, lo storico più maligno e meno attendibile dei tempi greco-romani. Liti, tagli, rimaneggiamenti, sequestri (censori e legali), contrasti di tutti contro tutti (a Brass vengono accreditate solo le riprese) hanno trasformato questo film in una scombinata, provocante, irritante quando non repellente sequela di torture, decapitazioni, follie ed eccessi sessuali . Insomma un film fantapornosadomasolatino, dove Brass ha dato fiato alle trombe dell'iperbole sessuale, al gusto un po' svaccato della provocazione, alla sua libertaria e sgangherata polemica contro il potere.

Domenica 16 marzo


HOOLIGANS
Identity card

di Philip Davis
Uk-Germania 1994, colori, 107'
con Gary Oldman, Lesley Manville, Phil Davis, Warren Clarke, Reece Dinsdale, Sean Pertwee, Claire Skinner, Saskia Reeves

La periferia di Londra e la degenerazione del tifo, un poliziotto che s'infiltra tra i tifosi più violenti mettendo a rischio nel gioco dell'identificazione la propria stessa personalità (I.D. "identity document" è il titolo inglese): una storia suburbana alla Loach ma con la tensione di Kassovitz (L'odio) e una sfaccettatura psicologica di promettente personalità (Corsia di sorpasso 52° Festival di Venezia).
"Hooligans" è l'interessante lungometraggio d'esordio dell'attore e regista inglese Philip Davis, che finora ha lavorato soprattutto per la BBC realizzando filmati d'impegno sociale e collaborando anche in "Belle Speranze" con Mike Leigh. Si tratta di un avvincente, frenetico e violento racconto per immagini ambientato nel mondo dei fanatici e scatenati tifosi d'origini sottoproletarie.
La realtà sociale dell'Inghilterra di oggi rimane sempre sullo sfondo, non diventa soggetto del film come capita invece nelle opere più mature e complesse di Ken Loach, ma il ritmo vorticoso della narrazione, la messa in scena basata su furiosi piani sequenza in movimento, la cura dedicata alla rappresentazione di certe situazioni (i pub, le nottate ubriache, gli scontri feroci allo stadio - chiamato qui "il canile" - la sottocultura del gruppo) e soprattutto il carattere e la deriva psicologica del protagonista rendono l'opera apprezzabile ed avvincente.

Martedì 18 marzo


IL CORRIDOIO DELLA PAURA

Regia: Samuel Fuller
USA 1963, b/n, 101'
con Peter Breck, Constance Towers, Gene Evans,
James Best

A caccia del Pulitzer, il giornalista Johnny Bennet si finge, con l'aiuto della fidanzata e di uno psichiatra, un maniaco sessuale per essere internato e indagare su un delitto compiuto in manicomio. Scoprirà la verità, ma a prezzo dello sconvolgimento psichico. Una delle vette dell'arte di Fuller che qui ricapitola tutti i temi e le ossessioni di una carriera: il lavoro del giornalista, l'ambizione che diventa follia e soprattutto la tentazione infernale di cambiare la propria identità, cioè il proprio destino. Un film visionario anche per merito della bellissima fotografia di Stanley Cortez, che si inoltra in un mondo dove tutto può succedere, come il nero diventato pazzo per colpa di un bianco e che ora si crede un membro del KKK. Cinema-dinamite, con la scena dell'incubo, girata per ultima, il set fu completamente distrutto. Un incubo cinematografico che stigmatizza attraverso i suoi personaggi le tare della civiltà americana.

Domenica 23 marzo


SFIDA PER LA VITTORIA
A shot at glory
di Michael Corrente
Usa 2000, colori, 115'
con Robert Duvall, Michael Keaton, Ally McCoist, Brian Cox, Cole Hauser

Scozia. Un villaggio di pescatori impazzisce per la propria squadra di calcio. Questo potrebbe essere l'anno della grande impresa, l'anno della consacrazione storica. La squadra ha però bisogno di un grande attaccante per farsi strada nel campionato. Il nuovo proprietario decide di investire gran parte delle sue risorse per ingaggiare un affermato campione. Basterà per battere i Glasgow Rangers?
Come raramente accade di vedere al cinema, gli incontri di calcio sono raccontati con sufficiente verosimiglianza e credibilità. La cinepresa indugia sia in campo che sugli spalti, cogliendo, ad esempio, il tifoso che va regolarmente allo stadio, ma, per la tensione e la scaramanzia, non guarda mai la partita facendosela raccontare dai vicini. Può sembrare un personaggio quasi incredibile, ma chi frequenta il calcio sa che tifosi di questo tipo esistono realmente.
Forse meno convincente è Robert Duvall nel ruolo di un allenatore modello Mazzone, un po' troppo retorico nei suoi discorsetti nello spogliatoio e poi un mister con la scoppola non si era mai visto. Ma Sfida per la vittoria non è solo un film sul calcio: la vicenda infatti intreccia anche una trama familiare perché McQuin ha sposato la figlia dell'allenatore, che, dunque, è suo suocero. Le tensioni sportive si mescolano agli affetti e moltiplicano i contrasti fra i protagonisti, perché allenatore e figlia non si parlano da anni e ogni decisione tecnica sembra inficiata da problemi personali e viceversa.
Il regista Michael Corrente, nome che tradisce chiare origini italiane, approfitta dell'occasione anche per qualche frecciatina sarcastica nei confronti del nostro football. In una scena infatti, Mc Quin dice al figlio, un bambino di pochi anni, che vorrebbe emulare il padre: "Sai qual è il tuo problema? Stai guardando troppo calcio italiano in tv... Segnare un gol deve essere una cosa naturale, come fare colazione".

Martedì 25 marzo


THE MILLION DOLLAR HOTEL

di Wim Wenders
Germ/USA 2000, col. 124'

con Jeremy Davis, Milla Jovovich, Mel Gibson, Tim Roth

In un albergo che un tempo fu splendido della downtown di Los Angeles nel 2001, il Million Dollar Hotel, vive una comunità di reietti, falliti, ladri, pazzi, puttane, artisti e alcolisti. Dal tetto di questo albergaccio si butta un giovane tossicodipendente alla deriva, figlio di un miliardario ebreo, proprietario di giornali. Suicidio o omicidio? Un agente dell'FBI è costretto dai superiori a credere nella seconda ipotesi e a scoprire il colpevole. Un mondo insospettato si rivela agli occhi del poliziotto. Nasce un amore e un amore finisce, volando verso il sole, all'alba, come una colomba. È una pazza romantica storia d'amore travestita da detective-story in un'atmosfera da noir pessimista ed eccentrico. Bono Vox scrive storia e musica, Wenders dirige il film con la bellissima Milla Jovovich, tenera ragazza perduta, Jeremy Davies, un pazzo dall'anima pura e innocente e Mel Gibson, un duro dal collo d'acciaio.

Domenica 30 marzo

BEST

di Mary McGuckian
Uk 2000, colori, 102'
con
John Lynch, Ian Bannen, Jerome Flynn, Ian Hart, Patsy Kensit , Linus Roache, Adrian Lester, David Hayman, James Ellis, Roger Daltrey

La vita di George Best, considerato da molti il più forte giocatore del mondo, ma altrettanto sconosciuto alla grande massa, viene ripercorsa partendo dai suoi esordi fino alla sua ultima grande partita, non più con la maglia del Manchester, dove segnò un gol epocale, una sorta di canto del cigno prima della definitiva eclisse.
Best ha giocato dal '64 al '74 nel Manchster United conquistando il titolo di capocannoniere per cinque anni consecutivi (157 gol all'attivo), la prima Coppa dei Campioni di una squadra inglese, ai danni del Benfica di Eusebio, e tre scudetti. È sempre stato considerato un giocatore dai "piedi d'oro" in grado di fare qualunque cosa con la palla al piede, ma non è assurto a star mondiale, come Pelè, sia perché giocava nella nazionale Irlandese (non certo tra le più forti del mondo), ma soprattutto perché il suo finale di carriera all'insegna dell'alcolismo l'ha relegato in una sorta di dimenticatoio internazionale, mantenendo la sua popolarità solo nel Regno Unito.

La sceneggiatura, della regista in collaborazione con Lynch e lo stesso Best, è ben equilibrata. Dopo un avvio all'insegna del genio di Best, veniamo trascinati dal suo personale vortice di alcolismo ed autodistruzione tanto da restare noi stessi leggermente stravolti. Come Best abbia potuto sperperare il suo incredibile talento è quasi incredibile; la sua fragilità psicologica, unita all'enorme successo avuto in giovanissima età (miglior calciatore europeo a soli 21 anni) ed alla mancanza di figure di riferimento lo hanno letteralmente spezzato ed a nulla è valsa l'amicizia di Sir Matt Busby, l'allora allenatore/dirigente del Manchester, che in ogni modo ha cercato di proteggerlo.
Best è stato il primo giocatore a diventare una star anche fuori dal campo. Il suo talento unitamente alla sua faccia da "bravo ragazzo" ed alla sua eleganza, lo hanno reso un mito (è stato definito anche il quinto "Beatles"), catapultando Georgy in un universo lontano anni luce dalle sue origini di irlandese operaio. Se il film vanta l'ottima trovata di presentarci George oggi che ripercorre, in occasione del funerale del suo mentore Busby, il suo passato visto dal fondo del suo bicchiere, utilizzando un formato quasi televisivo e "sgranando" a volte l'immagine per acquistare quel fascino dei filmati d'epoca, di contro risulta frammentario tanto che uno spettatore digiuno di calcio fa decisamente fatica a seguire il corso degli eventi ed a collocarli temporalmente.
Nel complesso un doveroso omaggio ad un grande del football, un'ottima occasione per rivedere John Lynch dopo "Sliding Doors" ed apprezzare un eccellente Ian Bannen ("Svegliati Ned"), ma che rimane relegato in una nicchia ristretta.

Nei panni di Rodney Marsh troviamo Roger Daltrey il fondatore del leggendario gruppo "The Who".

marzo ha solo 4 martedì, quindi la rassegna 'Follia' ha solo 4 film...


 

Altre rassegne fatte in passato
Dal 2003: doppia rassegna, domenica e martedì

Vampiri gennaio/febbraio 2003 (DRACULA, SPACE VAMPIRES, NADJA, VAMPIRES, AMORE ALL'ULTIMO MORSO)

Strade e violenza gennaio/febbraio 2003 (BOYZ 'N THE HOOD, THE WARRIORS, FALLING DOWN, IL CITTADINO SI RIBELLA, I RAGAZZI DELLA 56° STRADA)

2002
tre giorni di cinema "L'erba di casa tua" 15,16,17 e 22 novembre 2002
Le mille facce di Bob - rassegna su De Niro, giugno 2002 (Re per una notte, Sesso & Potere, The score)
giugno 2002 LA COMUNIDAD
mistery marzo/aprile 2002 (I MISTERI DEL GIARDINO DI COMPTON HOUSE, DELITTI E SEGRETI, LA CASA DEI GIOCHI, REBECCA LA PRIMA MOGLIE)
fantascienza febbraio/marzo 2002 (EXISTENZ, GATTACA, NIRVANA, VIAGGIO ALLUCINANTE, IL PIANETA DELLE SCIMMIE)
western gennaio/febbraio 2002 (I CAVALIERI DALLE LUNGHE OMBRE, BUTCH CASSIDY, I CANCELLI DEL CIELO, GLI SPIETATI)
2001
gente strana - novembre/dicembre 2001 (I DILETTANTI, THE BOONDOCK SAINTS, LOCK & STOCK, SNATCH, LA CITTA' PERDUTA, DARK CITY)
2000
maggio 2000 (PAYBACK, L'ERBA DI GRACE)
Visioni Gitane marzo 2000 (TRAIN DE VIE, GADJO DILO, GATTO NERO GATTO BIANCO)