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CONTRO IL DECRETO LEGGE DINI
COOPERATIVA SENZA FRONTIERE DI TORINO
RAZZISMO STOP - PADOVA
NON CLANDESTINI MA CITTADINI
FRONTIERE (dalla rivista Derive Approdi)
MIGRANTI E NATIVE, CITTADINE DEL MONDO (Forum Nazionale Torino 22-23-24 Marzo 1996)
SAN SALVARIO E I COMITATI SPONTANEI
 

SEI MESI DI ANTIRAZZISMO

La sconfitta elettorale della destra del 21 aprile ci consegna lo spazio politico per riprendere con maggiore forza la lotta contro le leggi discriminatorie anti-immigrazione e per la riaffermazione dei diritti di cittadinanza per tutti, primo tra questi il diritto a circolare di tutte le persone. E questo non perché siamo così ingenui da credere che tutto questo lo possa concedere cortesemente il governo di centro-sinistra, che certo onorerà gli impegni presi con gli altri governi europei a Schengen sulla “fortezza Europa”, ma perché siamo convinti che oggi più di ieri esiste lo spazio politico indispensabile perché la lotta su questi obiettivi riprenda con realistiche possibilità di successo.

Tra molti limiti per la prima volta in Italia assistiamo allo sviluppo di iniziative che sembrano andare al di là delle rituali iniziative di "solidarietà" organizzato di volta in volta da sindacati e gruppi cattolici vari. La manifestazione di Torino del 19 novembre '95, con decine di migliaia di persone che si sono date appuntamento nel quartiere di San Salvario dando così un significato del tutto diverso alla “passeggiata” organizzata nelle vie del centro dai sindacati, contro il decreto Dini.

I cortei di Roma del 3 febbraio e del 16 marzo 1996 hanno visto la partecipazione di decine di migliaia di immigrati: in particolare il secondo è stato particolarmente significativo, si è svolto in piena campagna elettorale, mentre tutti i partiti stavano ben alla larga dalla questione immigrazione, e a quindici giorni dalla chiusura della possibilità di regolarizzazione data dal decreto Dini. A questo corteo la presenza di italiana è stata scarsissima, e in particolare si è notata la latitanza dell’area dei centri sociali: se questo è un dato negativo, positiva è stata invece il protagonismo di oltre cinquantamila immigrati scesi in piazza a rivendicare il proprio diritto ad una vita dignitosa.

E ancora il Forum “Migranti e native, cittadine del mondo” che si è svolto a Torino ha rappresentato la prima grossa manifestazione di donne immigrate che hanno rivendicato i loro diritti autonomamente, pur dovendo scontare ancora i limiti di una presenza in qualche modo ancora elitaria, di donne immigrate già maggiormente “integrate”. Tutti segnali molto incoraggianti, anche se ancora lungo sembra il cammino da percorrere per la messa in crisi dei sistemi di sfruttamento degli immigrati e delle immigrate, sistemi di sfruttamento che troppo spesso passano all’interno delle stesse comunità immigrate.

Solo la lotta congiunta per l’uscita dalla clandestinità degli immigrati e la costituzione di forme di autorganizzazione all’interno delle comunità che sappiano mettere in discussione i rapporti di potere e di sfruttamento al loro stesso interno ci permetterà nel prossimo futuro uno sviluppo di un adeguato movimento antirazzista.
 

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