Pubblicazioni
Dai processi di Mosca alla caduta di Krusciov
|
Analisi sullo stalinismo di Leone Trotskji e del movimento trotskista internazionale
(ed. bandiera rossa 1965)
|
|
Parte seconda
L'URSS del dopoguerra
(1945-1953)
LA QUESTIONE RUSSA
Significato storico della rivoluzione russa
1. - Trent'anni fa, gli operai e i contadini poveri della Russia, diretti dal partito bolscevico, rovesciarono il potere dei capitalisti e dei proprietari terrieri, espropriarono gli sfruttatori e posero le basi di uno sconvolgimento senza precedenti di tutte le sfere sociali dell'antica Russia. Per l'avanguardia operaia del mondo intero, e più particolarmente per i dirigenti bolscevichi, la Rivoluzione d'Ottobre costituiva solo il punto di partenza per lo sviluppo internazionale della Rivoluzione. Solo il congiungimento con il proletariato avanzato dell'Europa Centrale ed Occidentale, tecnicamente progredito e culturalmente superiore, avrebbe potuto permettere agli operai russi di superare le gravi difficoltà derivanti dalla conquista del potere in un paese arretrato, ritardatario dal punto di vista delle forze produttive, del peso specifico del proletariato nell'insieme della popolazione e dello sviluppo culturale della stessa classe operaia. L'alternativa storica alla vittoria internazionale della Rivoluzione poteva essere per i dirigenti bolscevichi solo la restaurazione del capitalismo in Russia e la trasformazione del paese in una colonia dell'imperialismo mondiale.
L'evoluzione di questi ultimi trent'anni ha dimostrato chiaramente che la costruzione di una società senza classi in un ambiente nazionale arretrato è una chimera. In Russia vi sono oggi più ostacoli alla vittoria del socialismo di quanti non ve ne siano stati in nessun altro momento della sua storia dopo il 1917. Ma, nello stesso tempo, la Russia non ha subito la restaurazione del potere delle classi espropriate dopo l'Ottobre del 1917, e, invece di diventare una colonia impotente dell'imperialismo, è uscita dalla seconda guerra mondiale come la seconda potenza militare ed economica del mondo. Questa variante storica non era stata prevista né dai bolscevichi né da alcuna altra tendenza del movimento operaio. In ciò risiede la difficoltà principale per una comprensione marxistica della questione russa.
2. - E' altrettanto difficile condensare in una sola formula l'orientamento dell'evoluzione dell'URSS nel corso degli ultimi trent'anni che applicare ad essa i criteri astratti di «progresso» o di «regresso».
Il mostruoso sviluppo dello Stato, la più totalitaria dittatura poliziesca della storia, lo schiacciamento del proletariato, il soffocamento di ogni indipendenza di pensiero, l'abbassamento disastroso del livello intellettuale, l'oppressione nazionale dei popoli allogeni e delle minoranze nazionali, la nuova ascesa della Chiesa ortodossa, il ripristino della schiavitù della donna, «eguale» all'uomo solo per soffrire nelle miniere e nei cantieri, l'introduzione del lavoro forzato su scala gigantesca — tutto ciò costituisce certamente un regresso enorme rispetto alla democrazia sovietica dei primi anni della Rivoluzione. Ma la distruzione radicale di tutti i residui semi-feudali, l'eliminazione completa delle interferenze dell'imperialismo mondiale sull'economia, l'espansione straordinaria dell'industria, la trasformazione di milioni di contadini arretrati e analfabeti in proletari industriali sollevati all'altezza delle esigenze contemporanee, lo sviluppo impetuoso delle vecchie città e la creazione accelerata di nuove, la penetrazione dell'elettricità e del trattore nelle campagne — tutto ciò costituisce senza alcun dubbio un progresso rispetto alla Russia semi-barbara dei primi anni della Rivoluzione. Questo processo contraddittorio costringe ad astenersi accuratamente da ogni giudizio categorico per poter analizzare più da vicino la società sovietica odierna e per determinare le sue tendenze interne di sviluppo.
3. - La storia non ha dato ancora il suo giudizio definitivo sull'URSS. L'economia, lo Stato, la cultura sovietica si trovano ancora nel pieno di uno sconvolgimento che è ben lungi dall'esser giunto ad un limite definitivo. La composizione dei suoi strati sociali è sottoposta a variazioni continue e rapide. Il proletariato uscito dal regime zarista e tutto preso dai ricordi della Rivoluzione d'Ottobre, che si slanciò con entusiasmo sulla via dell'industrializzazione vent'anni fa, ha ceduto il posto ad una classe operaia di nuova formazione, uscita dalle masse contadine, la cui immensa energia creativa si trova violentemente compressa dalla dittatura staliniana. Il contadino di oggi porta innanzi tutto i segni del trattore, del kolkhoz e del terrore delle deportazioni ed assomiglia perciò solo molto vagamente al vecchio contadino russo. La burocrazia operaia composta di rivoluzionari «arrivati» si è trasformata in una casta più o meno chiusa, tendente a riprendere i costumi e le tradizioni nazionalistiche delle vecchie classi dominanti.
Malgrado la sua complessità, questa immagine rivela due caratteristiche salienti. L'insieme dei rapporti di produzione lasciati in eredità dalla Rivoluzione d'Ottobre ha dimostrato una capacità di resistenza infinitamente superiore a quanto i marxisti avessero previsto. Il significato storico decisivo della Rivoluzione viene ad esser così stimato al suo giusto valore. Ma, nello stesso tempo, le possibilità di reazione e di regresso in tutti i campi, ivi compreso quello economico, pur nel quadro di questi rapporti di produzione si sono rivelate infinitamente più vaste e più pericolose di quanto si potesse sospettare. Questi sono i due fattori che debbono chiaramente emergere dalla nostra analisi.
La stessa complessità si manifesta egualmente nella situazione attuale dell'URSS quale è uscita dalla guerra e dai primi anni di «pace» imperialistica. L'Unione Sovietica, benché sia uscita dalla guerra come la prima potenza militare nel continente europeo, non ha migliorato né la sua situazione interna né la sua situazione internazionale rispetto al capitalismo. Sul piano internazionale, la politica di saccheggio e di espansionismo burocratico non è riuscita affatto a modificare i rapporti di forza divenuti più sfavorevoli per effetto del costituirsi di un unico blocco imperialistico. Sul piano interno, la riconversione dell'economia si è realizzata attraverso una serie di collisioni violente che hanno preso la forma di una vera e propria crisi.
La burocrazia è riuscita a rimanere in piedi solo perché l'equilibrio instabile tra il proletariato e le tendenze restauratrici nella stessa Russia da un lato, e tra proletariato e borghesia mondiali dall'altro, non è stato ancora turbato, in nessuno dei due sensi. Ma la burocrazia si è rivelata più incapace che mai di eliminare anche una sola delle contraddizioni che minano il suo potere. Più che mai, le sorti dell'URSS dipendono da quelle della lotta di classe su scala mondiale, e l'alternativa fondamentale per lo Stato operaio degenerato rimane: avanti verso il socialismo, o indietro verso il capitalismo.
Natura sociale dell'URSS
4. - Dalla rivoluzione proletaria, cioè dall'azione cosciente del proletariato, fu rovesciato nel 1917 il potere dei capitalisti e dei proprietari terrieri. I rapporti di produzione che ne risultarono — nazionalizzazione della terra, del sottosuolo e di tutti i mezzi di produzione industriali, monopolio del commercio estero, espropriazione del capitale straniero, avvio della pianificazione cosciente dell'economia — non corrispondevano affatto al livello di sviluppo delle forze produttive e non potevano, perciò, poggiare sull'automatismo dell'economia. Storicamente, questi rapporti di produzione possono essere conservati definitivamente e sviluppati solo sulla base del controllo operaio sulla produzione, della trasformazione sempre più profonda del proletariato da oggetto a soggetto dell'economia. L'abolizione del controllo operaio, l'esclusione completa del proletariato da ogni partecipazione alla pianificazione hanno necessariamente allontanato sempre più i rapporti di produzione esistenti da quelli che garantiscono l'abolizione dello sfruttamento dell'uomo sull'uomo. In questo senso, l'evoluzione storica ha chiaramente mutato direzione in Russia. Ciò che rimane delle conquiste d'Ottobre perde sempre più valore, come motore di uno sviluppo socialista. Se, ciononostante, questi rapporti di produzione non sono ancora crollati, ciò non è dovuto al fatto che ci troviamo di fronte ad una loro stabilizzazione economica. Al contrario, come accadde nel '27 e nel '37, l'automatismo economico in Russia — una volta eliminato il fattore della dittatura politica — sfocerebbe ancor oggi, e rapidamente, nella preponderanza della piccola produzione artigianale e contadina, che realizzerebbe il suo congiungimento completo con il mercato mondiale capitalistico. Il mantenimento di ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre è dovuto al fatto che l'espropriazione politica del proletariato è stata effettuata non dalle antiche classi possidenti o da una nuova borghesia contadina, ma dalla burocrazia sovietica, i cui privilegi sociali richiedono il mantenimento di quei rapporti di produzione. La dittatura politica, oggi come vent'anni fa, costituisce il fattore decisivo che impedisce il crollo completo della pianificazione, il prevalere del mercato piccolo-borghese e la penetrazione del capitale straniero in Russia. Ma nella sua forma burocratica questa stessa dittatura mina sempre più i rapporti di produzione sulla base dei quali essa si mantiene.
5. - Grazie al dinamismo dei rapporti di produzione ereditati dalla Rivoluzione d'Ottobre, la burocrazia ha potuto schiacciare la pressione contadina e neo-borghese nel 1927. In conseguenza del riflusso mondiale della Rivoluzione, della stanchezza e dello scoraggiamento che ne derivarono al proletariato russo, essa ha potuto espropriare politicamente la classe operaia. Fecondando le conquiste d'Ottobre con la tecnica avanzata dei paesi capitalisti, essa ha potuto ottenere un primo sviluppo delle forze produttive in Russia. Il paese ha acquistato da ciò una superiorità schiacciante nella capacità di sviluppo, nei confronti della Russia zarista, del Giappone del Mikado o della Germania di Hitler. Ogni sforzo di semplificazione tendente ad assimilare la base economica sulla quale si è costruita la Russia staliniana alla mostruosa degenerazione delle sue manifestazioni sociali, di fronte ai fatti prima indicati, può concludersi solo in una idealizzazione sia di una «ultima tappa» del capitalismo, sia di una «nuova classe sfruttatrice».
Ma, nello stesso tempo, la burocrazia è stata incapace di ottenere uno sviluppo armonioso della produzione, una diminuzione delle contraddizioni tra la città e la campagna, una distensione nell'esasperazione delle contraddizioni sociali. Perché questi scopi fossero raggiunti, l'economia avrebbe dovuto orientarsi innanzi tutto verso la soddisfazione dei bisogni delle masse, gli obiettivi del piano avrebbero dovuto essere calcolati e controllati dall'intervento libero di milioni di produttori, il progresso economico avrebbe dovuto essere valutato con l'innalzamento progressivo dei livelli di consumo e di cultura delle masse. Ma la burocrazia ha difeso l'essenziale dei rapporti di produzione ereditati dall'Ottobre solo in quanto base dei suoi privilegi, e non come base di uno sviluppo socialista. In tali condizioni, il regime si è potuto mantenere solo grazie alla instaurazione della dittatura poliziesca più totalitaria della storia. Lo sviluppo delle forze produttive, pur sviluppando i bisogni dell'insieme della popolazione, ne ha assicurato la soddisfazione solo per uno strato privilegiato, ed ha così enormemente accentuato l'ineguaglianza sociale invece di diminuirla. Il regime burocratico, sostituendo lo spirito del guadagno, la coercizione, l'arbitro ed il terrore alla devozione rivoluzionaria, all'energia creatrice, allo spirito critico ed alla libera iniziativa delle masse come forze motrici della pianificazione ha corrotto la pianificazione stessa alle radici e le ha tolto sempre più la possibilità di garantire da sola una nuova espansione delle forze produttive.
6. - Attualmente, le contraddizioni fondamentali dell'economia russa sono le seguenti:
a) Contraddizione tra rapporti di produzione («la proprietà collettiva dei mezzi di produzione»), il cui mantenimento esige imperiosamente il ripristino del controllo e l'introduzione progressiva della gestione operaia sulla produzione, da un lato, e, dall'altro, la gestione burocratica dello Stato e dell'economia, che mettono sempre più in pericolo il mantenimento della proprietà collettiva, minacciata dal saccheggio della burocrazia («la burocrazia attinge nella proprietà collettiva come nelle proprie tasche») e dalla stagnazione sempre più accentuata dello sviluppo delle forze produttive. Ciò si esprime concretamente con una diminuzione sempre più netta del tasso di accumulazione.
b) Contraddizione fra la tendenza alla centralizzazione, alla coordinazione ed alla pianificazione cosciente dell'economia, inerente ai rapporti di produzione, e la tendenza all'accumulazione primitiva, alla cristallizzazione di un'economia «parallela» e all'anarchia, risultante dalla mancata soddisfazione dei bisogni da parte dell'economia gestita burocraticamente. «La tendenza all'accumulazione primitiva nata dal bisogno, si manifesta attraverso tutti i pori dell'economia pianificata» (Trotskij). Quanto più la democrazia si sforza di conglobare nel suo piano d'insieme le forze produttive del paese, tanto più queste le sfuggono. Il furto su scala gigantesca, la migrazione di milioni di lavoratori, di contadini ed anche di tecnici, lo sviluppo del mercato libero, contadino ed artigianale sono le manifestazioni più nette di questa tendenza. Per ostacolarla, la burocrazia non può più fare appello all'interesse, ma soltanto ricorrere al terrore. Il lavoro forzato su vasta scala, l'irreggimentazione di tutta la vita sociale, la fissazione coercitiva di tutte le norme di vita e di lavoro danno sempre più alla società russa l'aspetto di una società di caste. Questo aspetto riassume nello stesso tempo il carattere reazionario della burocrazia e la sua incapacità a tenere realmente in scacco quelle forze di dissoluzione che essa stessa ha provocato. In tali condizioni, il carattere progressivo dei rapporti di produzione significa solo che un cambiamento nei rapporti di proprietà non è affatto necessario per rovesciare la burocrazia. Ma il carattere progressivo dell'economia russa — nella quale sono legati sempre più intimamente i rapporti di produzione e la gestione burocratica — determinato dalla capacità di assicurare lo sviluppo, seppure non armonioso, delle forze produttive, tende sempre più ad essere eliminato dalla burocrazia. Bisogna seguire con la massima attenzione questo processo.
Espressione del malcontento incontenibile delle masse lavoratrici, risultante dal loro livello di vita estremamente basso, è anche la diminuzione della produttività sociale del lavoro. Incapaci di esprimere apertamente nella fase attuale il loro malcontento, le masse protestano contro i privilegi della burocrazia e contro la loro miseria dedicando solamente uno sforzo fisico minimo alla produzione, trascurando la manutenzione degli utensili di lavoro, disertando per quanto è possibile il posto di lavoro.
7. - Nel 1936, Trotskij dava della natura sociale della Russia la seguente definizione:
« L'URSS è una società intermediaria tra il capitalismo e il socialismo, nella quale: a) le forze produttive sono ancora insufficienti a conferire alla proprietà statale un carattere socialista; b) la tendenza all'accumulazione primitiva, nata dal bisogno, si manifesta attraverso tutti i pori dell'economia pianificata; c) le norme di distribuzione di natura borghese sono alla base della differenziazione sociale; d) lo sviluppo economico, pur migliorando lentamente la condizione dei lavoratori, contribuisce a formare rapidamente uno strato privilegiato; e) la burocrazia, sfruttando gli antagonismi sociali, è divenuta una casta incontrollata, estranea al socialismo; f) la rivoluzione sociale, tradita dal partito al governo, vive ancora nei rapporti di proprietà e nella coscienza dei lavoratori; g) l'evoluzione delle contraddizioni accumulatesi può portare al socialismo o rigettare la società verso il capitalismo; h) la controrivoluzione in marcia verso il capitalismo dovrà spezzare la resistenza degli operai; i) gli operai in marcia verso il socialismo dovranno rovesciare la burocrazia. La questione sarà risolta in definitiva dalla lotta delle due forze vive, sul terreno nazionale e internazionale» (La Rivoluzione tradita ediz. it., pag. 213).
8. - Quali modifiche vanno apportate a questa analisi in seguito all'evoluzione di questi ultimi undici anni?
La differenziazione sociale è il risultato, come allora, delle norme borghesi di distribuzione; essa non è ancora penetrata nel settore della proprietà dei mezzi di produzione. Ma la burocrazia ha tentato sempre di più di stabilizzare e di mantenere nell'ambito di una casta chiusa l'insieme dei suoi privilegi. Ciò si deduce chiaramente dalle nuove leggi sull'eredità, dalla nuova legislazione sulla famiglia e dallo sforzo per escludere definitivamente dall'insegnamento superiore i figli degli operai e dei contadini. L'introduzione del sistema delle obbligazioni di Stato deve esser considerato un mezzo per aumentare e stabilizzare i privilegi della burocrazia, e non indica affatto la tendenza verso la spartizione di un profitto apportato da un capitale reale, corrispondente al capitale fittizio costituito dalle obbligazioni.
La tendenza all'accumulazione primitiva si è fortemente sviluppata tra i contadini ed è di nuovo penetrata apertamente nelle città attraverso l'industria e il commercio delle cooperative. L'assunzione privata di salariati si verifica su scala sempre più grande in città come in campagna, ma la sua funzione rimane limitata al soddisfacimento privato dei bisogni di consumo degli elementi privilegiati e di una produzione artigianale per il mercato. L'introduzione di un sistema di lavoro forzato su vasta scala si manifesta come l'ultimo mezzo di cui dispone lo Stato per obbligare la mano d'opera ad utilizzare tutta la sua forza-lavoro nel quadro del settore statale. Lo sviluppo economico non migliora più, anzi aggrava le condizioni dei lavoratori e può solo conservare i privilegi della burocrazia. La proprietà collettiva non soltanto non ha in Russia carattere socialista, ma diventa sempre più insufficiente a garantire da sola, cioè senza il rovesciamento politico della burocrazia, un nuovo progresso economico. Il regresso delle forze produttive, provocato dalla guerra, non fa che accentuare la tendenza inerente alla gestione burocratica e diventare sempre più un freno assoluto del progresso economico.
La rivoluzione sociale vive ancora di quel che rimane delle conquiste dell'Ottobre nei settori operai d'avanguardia. Ma la burocrazia è riuscita ad estirpare dalle masse il ricordo della vera Rivoluzione, liquidando fisicamente tutta la generazione rivoluzionaria d'Ottobre e della guerra civile. Il nuovo proletariato che si è sviluppato da un ambiente contadino nelle condizioni della feroce dittatura staliniana, perviene ora alla coscienza istintiva dei suoi interessi immediati, congiunta ad un odio senza limiti per gli usurpatori burocratici. Una nuova selezione rivoluzionaria sostenuta da una nuova ascesa delle masse, può venire soltanto da una possente ondata rivoluzionaria al di fuori della Russia. Solo questa ondata rivoluzionaria potrà restituire al proletariato sovietico la chiara coscienza della sua missione storica.
Se continuiamo ad applicare ad un tale organismo sociale la formula di «Stato operaio degenerato», siamo anche perfettamente coscienti della necessità di completarla con precisazioni più dettagliate. In realtà, nessuna esatta definizione dell'attuale società russa è possibile senza una lunga circonlocuzione. La superiorità della nostra formula in confronto a tutte le altre fin qui proposte consiste in questo: essa mette l'accento ad un tempo sul carattere non capitalistico dell'URSS e sulla instabilità dei suoi rapporti sociali, che non hanno ancora raggiunto, e certamente non raggiungeranno nei prossimi anni, la fisionomia storica definitiva.
La politica del regime staliniano
9. - Da casta incontrollata, estranea al socialismo, la burocrazia è diventata una casta incontrollabile, mortalmente ostile al socialismo in Russia come su scala mondiale. Essa possiede tutti i caratteri reazionari delle antiche classi possidenti — parassitismo, saccheggio del sovrapprodotto sociale, crudeltà verso gli oppressi, sfruttamento sfrontato dei produttori — senza possederne i caratteri progressivi, e cioè la funzione storica necessaria per l'introduzione e la difesa di un sistema economico superiore dal punto di vista della divisione del lavoro e della proprietà dei mezzi di produzione. Se il regime della burocrazia appare «più stabile» del regime capitalistico decadente, ciò è dovuto esclusivamente al fatto che è riuscita a sfruttare a suo vantaggio rapporti di produzione infinitamente superiori a quelli del capitalismo. Ma in realtà, negli ultimi venti anni, la burocrazia ha occupato nella società russa una posizione molto meno stabile di quella che la borghesia, anche la più decadente, occupa nella sua società. La burocrazia non possiede nessuna garanzia giuridica o economica dei suoi privilegi. E' soggetta a una paura perpetua, non solo di perdere i suoi privilegi, ma anche di perdere la libertà individuale e la vita; il terrore grava sugli strati privilegiati altrettanto pesantemente che sulle masse. Il successo di ciascun burocrate non dipende dalla nascita, dalla ricchezza, dalle capacità personali o dai risultati del suo lavoro, ma dall'arbitrio gerarchico che sfugge ad ogni sforzo di comprensione. La burocrazia non soltanto non ha elaborato una propria ideologia e non possiede né l'istinto né le caratteristiche proprie di ogni classe sociale, ma nelle trasformazioni ininterrotte che ha conosciuto e in seguito ai terribili salassi delle «epurazioni» consecutive, si è demoralizzata prima ancora di aver potuto prender coscienza del proprio ruolo.
La dittatura staliniana si rivela come un regime politico bonapartistico, la cui funzione consiste nel difendere i privilegi della burocrazia nel quadro dei rapporti di produzione esistenti. La tendenza all'appropriazione privata della produzione e dei mezzi di produzione collettivizzati, che si ripresenta sempre negli strati burocratici più favoriti, è stata sistematicamente combattuta e frenata dalla dittatura. Sotto il peso della dittatura, sotto la paura costante di un intervento esterno che le avrebbe sottratto l'insieme dei suoi privilegi, continuamente frantumata nella sua struttura, demoralizzata e atomizzata dal terrore, la burocrazia e stata incapace di costituire tendenze politiche coscienti, idonee ad orientarsi verso il ristabilimento a proprio profitto della proprietà privata dei mezzi di produzione. Le tendenze centrifughe più torti si sono manifestate soprattutto negli strati inferiori e medi della burocrazia, intimamente legati alla tendenza contadina e artigianale verso l'accumulazione primitiva. Principalmente, il pericolo di distruzione di quel che resta delle conquiste dell'Ottobre non proviene dalla tendenza dello strato superiore della burocrazia a trasformarsi in una «classe capitalista di Stato», ma dalle tendenze dissolvitrici prodotte dalla gestione burocratica che minacciano di sottrarre settori sempre più numerosi della popolazione attiva al controllo ed al dominio dello Stato, che la burocrazia invano si sforza di rendere onnipotente.
Nelle particolari condizioni storiche dell'epoca attuale e delle sue inasprite contraddizioni sociali ed internazionali, la stabilità relativa della dittatura politica riflette dunque :
a) il disorientamento e la prostrazione della classe operaia dopo le disfatte della rivoluzione internazionale e la vittoria staliniana;
b) l'incapacità. dei contadini ad ergersi come opposizione politica effettiva;
e) l'incapacità, comprovata dalla storia, delle tendenze restauratrici della burocrazia ad opporre a Stalin un'espressione organizzata della logica estrema dei loro interessi di casta.
10. - La politica economica del regime staliniano è da dieci anni interamente dominata dalla necessità per la dittatura di superare la crisi risultante dalla caduta tendenziale del tasso di accumulazione e dalle difficoltà crescenti per il mantenimento o l'aumento del rendimento medio. Vi è stata una lunga serie di misure coercitive, intese a legare l'operaio al luogo di lavoro come lo schiavo alla terra.
La minima infrazione alla «disciplina» è punita severamente, la durata della giornata di lavoro è praticamente estesa fino al limite delle possibilità fisiche, il salario minimo reale è compresso al disotto del minimo vitale allo scopo di stimolare l'aumento del rendimento individuale. La guerra, disorganizzando l'economia, allentando i legami tra tutti i settori industriali, aumentando l'inflazione, provocando lo sviluppo del mercato libero e l'apparire di kolkhoziani milionari, ha indebolito fortemente il controllo della burocrazia sull'insieme della vita economica ed ha sottratto alla sua influenza settori sempre più numerosi.
La lotta per il rendimento nel quadro della gestione burocratica comincia ad attaccare direttamente la proprietà collettiva. Nell'artigianato e nell'industria leggera, la lotta viene condotta attualmente sulla base del rafforzamento delle tendenze all'accumulazione privata nelle cooperative. Nell'agricoltura, l'introduzione del lavoro a cottimo si è accompagnata ad una divisione effettiva del kolkhoz in appczzamenti lavorati dalle stesse famiglie, e ciò accentua la tendenza al ristabilirsi di un legame diretto tra il produttore agricolo e la terra che egli lavora. La politica di saccheggio, che il regime staliniano, a coronamento di tutti questi sforzi empirici, segue nei paesi dell'Europa Orientale, mostra chiaramente l'incapacità della burocrazia a sviluppare ulteriormente le forze produttive sulla base del meccanismo proprio dell'economia russa e nello stesso tempo fa imputridire ciò che rimane delle conquiste dell'Ottobre, tentando di far coesistere l'economia collettivizzata con l'economia capitalistica di quei paesi. Il regime burocratico è oggi in Russia il nemico numero uno di quel che resta delle conquiste dell'Ottobre minaccia di condurre negli anni prossimi la Russia ad una decomposizione totale dell'economia collettivizzata. E' necessaria una nuova rivoluzione, non solo per permettere un nuovo progresso verso il socialismo, ma anche per salvare i rapporti di produzione trasmessi dall'Ottobre.
11. - La politica estera della burocrazia ha subito una modificazione essenziale e definitiva in seguito alla seconda guerra mondiale. Prima della guerra, la politica estera si basava sulla possibilità di neutralizzare la pressione dell'ambiente capitalistico che circondava l'URSS con l'aiuto di una politica di equidistanza tra i blocchi imperialistici antagonisti e, in minor misura, con l'aiuto dei partiti staliniani «nazionali». Riflesso soggettivo di questa politica fu la teoria del «socialismo in un paese solo» che concepiva uno sviluppo più o meno graduale delle forze produttive in Russia, indipendentemente dagli sviluppi nel mondo capitalistico.
La scomparsa dell'imperialismo tedesco, giapponese, italiano e francese come potenze di primo piano e l'estremo indebolimento dell'imperialismo inglese mettono ora la burocrazia a faccia a faccia con l'imperialismo americano, che è più o meno riuscito a creare un «fronte unico capitalistico» contro l'URSS. Tale fronte unico non si basa per niente sulla «paura» che ispirerebbe ai capitalisti il carattere «rivoluzionario» di Stalin, ma sulla necessità di riaprire allo sfruttamento capitalistico un sesto del mercato mondiale. Da principio la burocrazia ha tentato di far fronte a questa nuova situazione con una politica di compromesso con l'imperialismo, offrendo a questo il suo aiuto per sopprimere i movimenti e le aspirazioni rivoluzionarie delle masse nella maggior parte dei paesi dell'Europa e del mondo, in cambio della «mano libera» alla sua espansione in Europa orientale (politica di Tenera, di Salta e di Potsdam). Essa si è sforzata di consolidare la sua sfera di influenza con l'instaurazione di governi di obbedienza staliniana e con una manomissione sempre più accentuata delle risorse economiche di questi paesi.
L'irrigidimento dell'imperialismo americano, a favore del quale giocano i rapporti di forza nel loro complesso, ha messo rapidamente termine all'espansionismo sovietico, mentre, nello stesso tempo, i tentativi di «neutralizzare» alcune borghesie al di fuori dei paesi dell'Europa Orientale — come ad esempio quella francese — fallivano pietosamente. Ciò obbliga la burocrazia a cercare sempre di più la sua salvezza in una politica di armamenti e di preparazione al conflitto militare, pur contando sul fatto che le crisi economiche e politiche ininterrotte — allo scoppio delle quali i partiti staliniani debbono contribuire al massimo — paralizzeranno il più a lungo possibile l'imperialismo mondiale e renderanno possibile un compromesso.
Ma fin d'ora l'intervento militare è inevitabile, se nel frattempo il proletariato mondiale non riesce ad ottenere vittorie decisive e a paralizzare così realmente l'imperialismo. Sulla via della mobilitazione rivoluzionaria, lo stalinismo è l'ostacolo principale per il proletariato mondiale. In questo senso, la lotta contro lo stalinismo costituisce la premessa della lotta per la difesa di ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre.
Per una nuova rivoluzione russa
12. - « Difendere ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre » è per il partito rivoluzionario una linea strategica e non una «parola d'ordine» in sé. Questa linea strategica deve avere la sua giustificazione storica; occorre tuttavia anche cercare in ogni situazione concreta in quale maniera tattica essa vada applicata nel quadro della strategia generale della IV Internazionale verso la rivoluzione mondiale. La giustificazione storica di tale strategia muove inizialmente da quattro considerazioni fondamentali :
a' la .superiorità storica dei rapporti di produzione russi su quelli del mondo capitalistico;
b) l'indebolimento oggettivo dell'imperialismo mondiale in conseguenza dell'esclusione della zona d'influenza russa dal suo mercato;
e) la perdita di ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre per la storia significherebbe un enorme passo indietro, e per la grande massa dei lavoratori costituirebbe non una disfatta dello stalinismo come tale, ma una disfatta del comunismo come tale;
d) la necessità di conservare ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre quali condizioni non sufficienti ma necessarie per uno sviluppo socialista dell'economia.
Difendendo ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre, noi non difendiamo affatto l'URSS come un tutto unico. Noi pensiamo, al contrario, che la politica e la stessa esistenza della burocrazia staliniana costituiscono una minaccia permanente per tutto ciò che secondo noi merita di essere ancora difeso. La lotta contro lo stalinismo e le sue mostruose manifestazioni, anche nel quadro della sua politica estera e militare, era già prima della guerra uno degli elementi indispensabili della nostra difesa di ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre. Fuori delle frontiere dell'URSS, questa strategia si esprimeva essenzialmente nella lotta per la rivoluzione mondiale, unico mezzo efficace per impedire a lungo andare il crollo dei rapporti di produzione lasciati in eredità dalla Rivoluzione russa.
La guerra russo-tedesca scoppiò — e non fu un caso — nel momento in cui il movimento operaio aveva raggiunto in Europa il punto più basso del regresso e della prostrazione,. In queste condizioni, la difesa militare dell'URSS, nonostante la reazionaria politica bellica di Stalin, rimaneva il solo mezzo per impedire la reintroduzione immediata del capitalismo in URSS e la trasformazione del paese in una martirizzata colonia dell'imperialismo. Ogni altra politica in pratica avrebbe significato abbandonare a Hitler la missione storica del proletariato di rovesciare Stalin. Il cinismo con il quale l'imperialismo tedesco sterminò larghi strati della popolazione lavoratrice e si impadronì delle officine, delle miniere, delle migliori terre collettivizzate, provocò da parte della classe operaia russa una resistenza accanita. Tale resistenza costituì la svolta decisiva che stimolò la ripresa della lotta di classe rivoluzionaria su vasta scala in Europa. In tale senso, la politica di difesa delle conquiste dell'Ottobre si dimostrò in pratica elemento integrale e indispensabile della strategia rivoluzionaria del proletariato mondiale.
Con l'inizio dell'ascesa rivoluzionaria in Europa, diminuì rapidamente l'importanza dell'azione militare per la difesa dei resti delle conquiste dell'Ottobre. La politica reazionaria e fallimentare della burocrazia in Russia, sin dalla svolta della situazione militare a favore delle armate russe, divenne la minaccia principale per le vestigia dell'Ottobre. A cominciare da questo momento, la lotta contro lo stalinismo divenne il compito principale nel quadro della strategia di difesa dell'URSS. Questa lotta ancor si imponeva per la subordinazione della difesa dell'URSS allo sviluppo della rivoluzione mondiale, sulla via della quale lo stalinismo costituisce l'ostacolo principale.
Una terza guerra mondiale, nella forma di un attacco contro l'URSS da parte dell'imperialismo mondiale sotto la dirczione americana, è inevitabile, se nel frattempo non si verificano rivoluzioni socialiste vittoriose. Se la lotta tra l'URSS e l'imperialismo mondiale rimanesse limitata alle operazioni militari, la disfatta e la distruzione dell'URSS sarebbero certe.
Per questa ragione, la sorte dell'URSS nel caso di una guerra è legata, più strettamente che mai, alla sorte della rivoluzione socialista. ;
D'altra parte, lo stalinismo è attualmente un nemico mortale della rivoluzione socialista non soltanto per l'azione contro-rivoluzionaria che svolgono i partiti staliniani, ma anche per l'utilizzazione da parte del Kremlino della sua potenza militare per il soffocamento di tutte le manifestazioni rivoluzionarie nell'Europa Orientale, ciò che si ripeterebbe domani su scala ancora più grande in Europa e in Asia.
Questo esige la più grande preparazione e i maggiori sforzi per proteggere le future esplosioni rivoluzionarie dalla violenza controrivoluzionaria staliniana.
Da tutte queste considerazioni consegue che, anche in caso di una guerra, noi continueremo vigorosamente la lotta per la rivoluzione politica all'interno dell'URSS con tutto quello che essa implica: rovesciamento del regime staliniano, lotta per l'indipendenza dell'Ucraina Sovietica, dei paesi Baltici Sovietici, ecc. Questo non significa affatto che noi modifichiamo, sia pure in minima misura, la nostra strategia di difesa incondizionata di ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre. Ma significa invece, per il proletariato russo, che la lotta per salvaguardare tali conquiste contro un attacco imperialista richiederà in maniera sempre più urgente l'eliminazione della burocrazia sovietica e della sua politica reazionaria. E significa egualmente, per il proletariato mondiale, che il compito di difesa delle conquiste dell'Ottobre si identificherà completamente con l'intensificazione della lotta rivoluzionaria di classe in tutti i paesi, e che la questione delle azioni militari dietro le linee imperialiste per aiutare gli eserciti russi passerà completamente in secondo piano.
Sarà necessario continuare questa lotta di classe rivoluzionaria in modo conseguente e senza interruzione nel caso dell'occupazione di un determinato paese da parte dell'esercito russo, anche se le forze rivoluzionarie dovessero per questo scontrarsi direttamente con esso, e nonostante le conseguenze militari che ciò potrebbe provocare per l'esercito russo nella sua lotta contro le forze militari imperialiste. In ogni caso, le azioni militari debbono essere subordinate dappertutto alle esigenze della lotta di classe rivoluzionaria del proletariato. La nostra difesa dell'URSS rimane così identica, in ogni caso, alla continuazione intransigente della lotta di classe rivoluzionaria.
13. - Questa svolta divenuta necessaria dal 1944 non è stata attuata da tutta l'Internazionale con là stessa duttilità e agilità tattica. Si impone a questo proposito una seria autocritica. E' particolarmente importante insistere sui seguenti punti:
a) II più grande errore che si possa commettere sarebbe quello di concepire l'applicazione della strategia della «difesa dell'URSS contro l'imperialismo» attraverso la «difesa» delle varie manovre tattiche, diplomatiche o militari della burocrazia, delle sue ritirate temporanee, delle concessioni che essa si vede obbligata a fare attualmente all'imperialismo nel quadro del gioco delle potenze internazionali. «Difendere ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre» significa, di fronte a questi problemi, denunziare il carattere reazionario della politica staliniana che getta le basi per una concentrazione delle forze piccolo-borghesi, contadine ecc., nel campo dell'imperialismo e discredita fìno in fondo la nozione stessa del comunismo agli occhi del proletariato di questi paesi. Significa, in ogni circostanza, non passare sotto silenzio un solo delitto della burocrazia, non scusare una sola delle manifestazioni mostruose della sua politica, che costituisce il freno principale per lo sviluppo rivoluzionario delle lotte operaie.
b) Ogni formula come «ultimo bastione della rivoluzione», «economia socialista», «fabbriche che appartengono agli operai», «potere degli operai e dei contadini», che costituiscono una deformazione grossolana di una definizione marxista e sono di natura tale da creare illusioni sulla natura della dittatura staliniana, discreditando così la IV Internazionale, debbono essere estirpate radicalmente dal nostro vocabolario.
Ancor più dannose sono formule volgari ed erronee del genere di «fascismo rosso», «imperialismo russo» ecc., prese da giornalisti piccolo-borghesi, che seminano altrettanta confusione e non aiutano assolutamente gli operai avanzati a comprender meglio la realtà sovietica. Da condannare in modo particolare sono le formule che assimilano la politica della burocrazia a quella dell'imperialismo e le attribuiscono «la tendenza al dominio mondiale», formule che escono direttamente dal vocabolario dei propagandisti della dottrina di Truman. Anche quando la nostra spiegazione è complicata e richiede maggiori sforzi per essere correttamente esposta agli operai, noi dobbiamo preferire un linguaggio esatto anziché utilizzare formule più semplici ma scientificamente prive di senso, che facilitano la propaganda staliniana o imperialistica.
14. - Premessa del potere della burocrazia è stata la passività del proletariato. Le masse scoraggiate «tolleravano» la burocrazia perché non vedevano altra via d'uscita. La guerra stessa ha ulteriormente accentuato questo atteggiamento delle masse verso Stalin come verso il «male minore». Un mutamento radicale in questo atteggiamento poteva intervenire solo grazie a vittorie decisive della rivoluzione internazionale, che invece sinora sono mancate. Con la fine della guerra, si vanno delineando tendenze profondamente differenti. Lo scontento delle masse per il loro livello di vita estremamente basso ha esercitato una potente pressione sulla burocrazia. Il contatto con la vita più « prospera » dei paesi capitalisti ha profondamente scosso l'attaccamento al regime di centinaia di migliaia di soldati. Compaiono nuove generazioni operaie che sentono meno il peso della demoralizzazione e dello scoraggiamento del passato. Importanti strati intermedi della burocrazia cercano di sfuggire ad ogni costo all'incubo del terrore e del sospetto poliziesco. L'imperialismo americano costituisce per questi strati una forza di attrazione molto più potente di quanto non fosse prima l'imperialismo tedesco.
Si è costituita rapidamente così una terza emigrazione russa, composta di operai e contadini deportati, che rifiutano di rientrare in Russia, di soldati e di ufficiali disertori, e di burocrati e diplomatici rifugiati. Questa emigrazione è un segnale di allarme che denunzia con chiarezza che l'attaccamento delle masse al regime comincia a diminuire rapidamente. Di fronte a tali fenomeni ed alla accentuazione della dittatura poliziesca in tutti i campi, parlare di una «stabilizzazione» del regime significa agire sulla base delle nozioni impressionistiche più volgari e abbandonare il criterio di classe che indica precisamente che il peso della dittatura è in ragione diretta dell'esasperazione delle contraddizioni che essa deve comprimere.
15. - Di fronte alla potenza, unica nella storia, dell'apparato di repressione, sono estremamente improbabili lo sviluppo progressivo di una opposizione operaia o il coordinamento politico delle tendenze piccolo-borghesi restaurazionistiche, contraddette da tutta l'evoluzione degli ultimi decenni. Le forze che possono far saltare il sistema totalitario staliniano sono, da un lato, le contraddizioni interne dello stesso apparato — che possono improvvisamente emergere alla superficie in seguito ad una grave crisi economica, ad un'eventuale «ritiro» di qualche paese dal campo «sovietico» ecc., d'altro lato, un'esplosione violenta, in un qualunque momento di crisi, dell'odio delle masse, incoraggiate da un brusco cambiamento della congiuntura internazionale. Probabilmente la storia rivelerà una combinazione di questi due processi. E' tuttavia più che probabile che la quarta rivoluzione russa non assumerà all'inizio un carattere nettamente bolscevico-leninista, ma comincerà con un. assalto generale degli operai e contadini, ai quali si uniranno numerosi strati privilegiati, contro l'odiata dittatura. Compito dei bolscevico-leninisti è quello di sviluppare m questa circostanza la differenziazione politica necessaria perché il rovesciamento di Stalin si compia a vantaggio della democrazia sovietica e non delle tendenze restaurazioniste.
«Difendere ciò che resta delle conquiste dell'Ottobre» significa, di fronte alla caduta inevitabile dell'attuale regime, preparare pazientemente i quadri che potranno nella prossima fase sostenere un ruolo decisivo nella lotta delle masse, riguadagnare la loro fiducia e impedire così che il rovesciamento della burocrazia apra la strada all'intervento imperialista e alla restaurazione del capitalismo. Proprio per questo, oggi come ieri, noi rimaniamo fautori di un appoggio incondizionato a tutte le lotte operaie e a tutte le manifestazioni di opposizione operaia contro la dittatura staliniana, attraverso le quali le nuove generazioni potranno ritrovare la via del leninismo e preparare così con un lungo processo sotterraneo quel distacco dal regime che è già cominciato.
16. - I compiti dei bolscevico-leninisti russi sono così indicati nel «programma transitorio»: « La nuova ascesa rivoluzionaria in URSS comincerà indubbiamente sotto il vessillo della lotta contro la disuguaglianza sociale e l'oppressione politica. Abbasso i privilegiati della burocrazia! Abbasso lo stakhanovismo! Abbasso l'aristocrazia sovietica, i suoi gradi, le sue decorazioni! Maggiore uguaglianza nei salari per rutti i tipi di lavoro!
La lotta per la libertà dei sindacati e dei comitati di fabbrica, per la libertà di riunione e di stampa si svilupperà come lotta per la rinascita e lo sviluppo della democrazia sovietica.
La burocrazia ha sostituito i Soviet, in quanto organismi di classe, con la funzione del suffragio universale nello stile di Hitler-Goebbels. Bisogna rendere ai Soviet non soltanto la loro libera forma democratica, ma anche il loro contenuto di classe. Come prima la borghesia e i kulak non erano ammessi nei Soviet, così ora la burocrazia e la nuova aristocrazia debbono essere cacciate dai Soviet. Nei Soviet vi è posto solo per i rappresentanti degli operai, dei kolkhoziani di base, dei contadini, dei soldati rossi.
La democratizzazione dei Soviet è inconcepibile senza la legalizzazione dei partiti sovietici. Gli operai e i contadini stessi, con il loro libero voto, mostreranno quali partiti siano da considerarsi sovietici.
Revisione dell'economia pianificata dall'alto in basso, nell'interesse dei produttori e dei consumatori!
I Comitati di fabbrica debbono riprendere il diritto di controllo sulla produzione. Le cooperative di consumo, democraticamente organizzate, debbono controllare la qualità dei prodotti e i prezzi.
Riorganizzazione dei kolkhoz in accordo con la volontà dei kolkhoziani e secondo i loro interessi!
La politica internazionale conservatrice della burocrazia deve lasciare il campo alla politica dell'internazionalismo proletario. Tutta la corrispondenza diplomatica del Cremlino deve essere resa pubblica. Abbasso la. diplomazia segreta!
Debbono essere riveduti nelle condizioni di una completa pubblicità e di un libero giudizio tutti i processi politici montati dalla burocrazia termidoriana. Gli organizzatori delle falsificazioni debbono sopportarne il meritato castigo.
E' impossibile realizzare questo programma senza rovesciare la burocrazia che si regge con la violenza e la falsificazione. Soltanto la sollevazione rivoluzionaria vittoriosa delle masse oppresse può rigenerare il regime sovietico ed assicurare l'avanzata verso il socialismo.
Solo il partito della IV Internazionale è capace di condurre le masse sovietiche all'insurrezione.
Abbasso la cricca bonapartista di Caino-Stalin! Viva la democrazia sovietica! Viva la rivoluzione socialista internazionale!».
Questo programma di lotta nell'URSS rimane in gran parte valido. I bolscevico-leninisti russi elaboreranno su questa base parole d'ordine specifiche, corrispondenti allo sviluppo della situazione. Reclameranno innanzi tutto il ritiro immediato delle truppe di occupazione da tutti i paesi occupati e la applicazione del diritto democratico di autodecisione, compreso quello della separazione, per le minoranze nazionali abitanti nei confini dell'URSS, lottando per le Repubbliche socialiste indipendenti dell'Ucraina, della Russia Bianca, dell'Estonia, della Lituania ecc.
|
|