In galera chi detiene software per forzare siti e programmi.
Il nostro diritto d’autore, nel bene o nel male, si avvia sempre di più a ricalcare modelli di tutela d’oltreoceano. Un’ulteriore prova viene dalla legge 22 del 7 febbraio, che colpisce chi vende o detiene programmi per forzare le misure di protezione del software e dei siti Web.
La legge non fa altro che estendere a costoro le pene previste per chi copia software o banche dati o per chi clona smart card per le pay-tv satellitari a fini fraudolenti.
Nella sua nuova formulazione, arriva a prevedere sanzioni pecuniarie fino a 50 milioni delle vecchie lire e fino a 3 anni di reclusione oltre al sequestro cautelare dei dispositivi illeciti (http://weekit.mytech.it/weekit/unico/art006004037373.jsp).
Sito Saudita censurato perche' promuoveva riforme.
Le autorita' saudite hanno bloccato l'accesso a un popolare sito web usato dai liberali del paese per promuovere riforme democratiche in questo regno conservatore. Tuwaa.com, infatti, aveva 4000 utenti registrati oltre alle migliaia di utenti unici che lo navigavano ogni giorno (http://www.neural.it/nnews/sitosauditacensurato.htm).
Feds weed out drug paraphernalia sites.
The U.S. Justice Department on Monday said it indicted 11 Web site operators for allegedly selling illegal devices including bongs and holders for marijuana cigarettes (http://news.com.com/2100-1023-985785.html).
L'Italia vola verso la EUCD.
Lo spettro del DMCA americano si va materializzando nel Bel Paese dove la Camera sta per approvare il recepimento dell'analoga direttiva europea. In ballo le libertà digitali, lo sviluppo e la ricerca. Tutto in nome del copyright (http://punto-informatico.it/p.asp?i=43190).
Giro di vite dei dissidenti internet in Tunisia.
In una news della BBC viene riportato l'arresto in Tunisia di venti persone, perloppiù studenti, accusato di aver guardato siti proibiti dal governo. Gli avvocati del gruppo ha dichiarato all'agenzia francese AFP che sono sospettati di aver svolto attività sovversive in rete, e i loro computer sono stati sequestrati (http://www.neural.it/nnews/girodivitedissidentiinterne.htm).
AL VIA OGGI PROCESSO CONTRO PEACELINK, CITATA PER DANNI DA UN CONSULENTE NATO.
Inizierà domani a Taranto l'annunciato processo a PeaceLink, citata per danni da un consulente Nato che ha chiesto un risarcimento di 50mila euro per la pubblicazione (citando le fonti e in versione integrale) nel sito Internet http://www.peacelink.it di un appello ambientalista in cui compariva anche il suo nome tra i 69 firmatari (http://italy.indymedia.org/news/2003/02/180018.php).
Orrore! Censura sull'orrore!
Il sito censurato è tra i più inguardabili del pianeta ed ospita brutalità di cui si farebbe volentieri a meno. Ma non va giù la censura preventiva sul dominio da parte del provider che ospitava la cloaca del web (http://punto-informatico.it/p.asp?i=43081
Il keylogger che rischia 20anni.
Fa rabbrividire il modo in cui viene gestito il caso di un ragazzo che ha registrato i tasti premuti dai propri compagni di università per accedere ai loro account. Non ha avuto molta eco la recentissima storia di un universitario americano accusato di aver installato su più di cento computer del proprio ateneo software di keylogging e di aver avuto accesso ai dati personali di altri studenti. Eppure la questione è piuttosto interessante visto che per le sue azioni, sulle quali sta investigando assieme all'Università anche il procuratore generale del Massachussets, il 21enne Douglas Bourdreau ora rischia davvero moltissimo (http://punto-informatico.it/p.asp?i=43050).
Filtri email bloccano la politica.
Succede in Gran Bretagna dove alcuni parlamentari si lamentano della
cancellazione di posta elettronica da parte di filtri antispam e antiporno
attivati sulla rete parlamentare. Arriva da Londra la singolare protesta di
alcuni parlamentari britannici che si dicono preoccupati per l'efficienza
oltre misura di alcuni filtri antispam e antiporno che sono stati attivati sui
sistemi telematici a disposizione dei parlamentari
(http://punto-informatico.it/p.asp?i=42984).
Pupil 'suspended' after he Asked f&%king Jeeves.
Pupil 'suspended' after he Asked f&%king Jeeves.
An Essex schoolboy is currently under police investigation after he sent an
"extremely abusive email" to staff at search outfit Ask Jeeves. The 72-word
rant contained a heavy sprinkling of expletives before ending with the threat of
bodily harm. It seems, he was dissatisfied with the performance of the Ask
Jeeves search engine. Unfortunately, he sent the email from his school email
account, so Ask Jeeves decided to forward it to his headmaster. According to
sources, the lad concerned has now been suspended, although this has yet to be
confirmed by the school. A spokesman for Essex police told us that the matter
is under investigation and that the boy has not been arrested
(http://www.theregister.co.uk/content/6/29134.html).